E già, fuori di casa mia c'era un Tom Hiddleston ansante e sudato. Sembrava che avesse corso per chilometri. Eppure ai miei occhi, tutto bagnato, trafelato e col fiatone, era la cosa più bella che io avessi mai visto. Uscii da camera mia e scesi le scale, quando mi resi conto che mio padre stava andando da lui ed era in netto vantaggio su di me. Corsi a perdifiato, ma lui lo raggiunse comunque prima.
- Tom! Come mai qui? - gli domandò.
- Vorrei parlare con tua figlia, se è possibile Danny - gli rispose accennando a me che correvo nel vialetto di casa dietro mio padre.
- Potevi aspettare di rivederla in classe. - replicò fermo e deciso.
- Non potevo aspettare. - rispose sventolando la mia lettera sotto gli occhi di mio padre. Gli occhi di quest'ultimo si illuminarono di comprensione.
Prima che si raccontassero altro li raggiunsi.
- Pa', è tutto a posto. - dissi.
- Come vuoi. Sono dentro se hai bisogno di qualcosa. - disse mio papà, passandomi una mano sulla guancia. Gli risposi con un semplice cenno del capo e tornai a fissare Rompipalle.
- Ci sediamo? - gli domandai, indicandogli una panchina nell'angolino del nostro giardino, dove avevamo lasciato dei plaid per poter stare caldi anche d'inverno.
Lui annuì e in silenzio ci andammo a sedere, ognuno a un capo della panchina.
- Perché sei venuto qui? -
- Forse per la lettera?! - domandò sarcastico agitandola, - Sembra che tu non abbia nemmeno il coraggio di parlarmi di persona! - disse astioso a bassa voce.
- Che cavolo hai capito!? - gli risposi.
- Avevo capito da solo che preferisci il biondino a me. Te lo sei pure portata a casa. Non è stato difficile da capire che tra voi c'è qualcosa! -
Oh mio dio! Una scenata di gelosia! Ecco perché era qui.
- Non c'è proprio un cazzo tra me e Felton. Sa benissimo che non provo quello che prova lui e sa che non lo userò mai per dimenticare qualcuno. Se c'è una cosa sulla quale siamo d'accordo è che entrambi meritiamo di più di quello che abbiamo! È il mio miglior amico e se sei qui per fare il geloso, professore, sarà il caso che ti rinfreschi due cosette: il bacio l'hai cominciato tu, punto primo; il bacio l'hai interrotto tu, punto secondo! Se non ricordo male, TU e solo TU hai detto che è stato sbagliato, lasciandomi là come una cretina! - avevo cominciato a urlare e poco mi importava se le persone che amavo erano alla finestra a fissarci, esattamente come se fossimo due attori di una soap, - Tutto quello che è successo dopo è colpa tua. Io che affatturo quell'oca di Tassorosso, io che esplodo e incasino la mia magia a scuola e non provo più nulla rievocando il ricordo, non solo il dolore, ma anche tutto quello che ho provato mentre ci baciavamo. Puff! Scomparso! - continuai imperterrita agitando le braccia per enfatizzare il discorso. - E sarei morta probabilmente, se Felton non mi avesse trovata e presa al volo mentre cadevo dalla scopa! - finalmente sputai fuori tutto quello che mi ero tenuta dentro, perché lì, nel giardino di casa mia, eravamo solo noi due; solo un immenso casino ambulante.
- Come sarebbe che non provi più nulla? - mi chiese preoccupatissimo, sporgendosi verso di me.
- Significa che non so cos'ho provato nel ricevere il bacio più bello della mia vita! - dissi esasperata alzandomi e mettendo spazio tra noi due, - e comunque avevi ragione! È stato sbagliato. Noi non possiamo. Io non posso. Devo prima tornare ad amarmi e non ho intenzione di rifare gli stessi errori del passato! - gridai marciando verso casa.
Non mi accorsi che lui si era alzato e mi era venuto appresso, finché non mi prese per il braccio strattonandomi indietro, contro di lui. Non so se fosse giusto o sbagliato, ma il suo profumo, il suo essere statuario dietro di me, le sue braccia a tenermi stretta per non lasciarmi andare via, mi facevano sentire nel posto giusto, al momento giusto.
- E se trovassimo un modo per riuscirci?... Io... ho sbagliato. È solo che non so come fare. Aiutami. - disse con la voce carica di emozione.
- Thomas... - sussurrai con la voce spezzata e carica di tristezza, - non posso io questa volta. Ci sono cose che devo affrontare, prima. Prima di intraprendere una qualsiasi relazione. Ora come ora, sono solo un grandissimo casino.
- Posso solo prometterti una cosa, Y/N - mi sussurrò all'orecchio mentre mi faceva voltare, - Aspetterò tutto il tempo che ti servirà e quando sarai pronta, io ci sarò. - finì di dire guardandomi negli occhi, mentre le sue mani portavano delle ciocche ribelli dietro le orecchie. Le fece scorrere fino al mento e sentii dei brividi, non di freddo, lungo la schiena. Stavo andando in ebollizione, lui mi faceva provare una giostra di emozioni tutte diverse e tutte insieme. Chiusi gli occhi, pensando che mi avrebbe baciata invece un alito freddo mi investì il volto. Hiddleston si era allontanato e stava raggiungendo il cancello del giardino. Questa volta fui io a raggiungerlo. Lo strattonai per il cappotto e lo feci voltare.
Il mio cervello aveva deciso di non funzionare più, ci stavamo guardando entrambi stupiti della mia mossa audace, mentre la mia coscienza mi stava dicendo che ero stata una pazza, che mai avrei dovuto rincorrerlo, quando lui mi strinse a sé mettendomi una mano dietro la schiena e l'altra tra i capelli. Li strinse delicatamente in un pugno e li strattonò per alzarmi il viso. Mi guardò intensamente negli occhi con i suoi bellissimi occhi color azzurro mare e quando vide nei miei il tacito consenso mi baciò.
Le sue mani percorrevano il mio corpo lasciando una scia di lava bollente dove passavano. Tremavo fra le sue braccia, mentre centinaia di farfalle svolazzavano nel mio stomaco. Mi alzai in punta di piedi e circondai il suo collo con le mie braccia. Passai più volte le mie mani fra i suoi capelli serici e infine le portai sulle sue guance. Se il primo bacio era anche solo vagamente simile a questo, era un miracolo che fossi ancora viva. Potevo andare a fuoco per autocombustione e ridurmi a una manciata di cenere per quest'uomo che non aveva ancora smesso di baciarmi. Si stava letteralmente divorando i miei gemiti e io i suoi, in fin dei conti. Mi ero completamente scordata che la mia famiglia ci stava guardando, che erano lì a pochi metri da noi.
- Mi hai appena fatto il regalo di Natale più bello della mia vita, Y/N. - disse staccandosi da me, - Ricordati che ti aspetterò. - finì di dirmi girandosi leggermente verso il cancello.
Rimasi a fissarlo andarsene con le braccia avvolte attorno a me stessa, come a trattenere ancora un po' il calore che mi aveva infuso. Quando non lo vidi più, stavo tremando dal freddo. Una mano si appoggiò alla mia spalla e una presenza confortante mi strinse a sé.
- Si è deciso finalmente - parlò.
- Sembrerebbe - risposi, mentre Tom mi mise una coperta sulle spalle.
- Rientriamo, prima che ti buschi una polmonite?
Mi strinsi nella coperta e tirandogli scherzosamente una spallata lo precedetti dentro casa.
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Anche se... (in revisione)
FantasySarai la protagonista di questa fanfiction ambientata a Hogwarts. Dopo la vittoria su Lord Voldemort, il Ministero ha deciso di sopprimere la magia fino al raggiungimento del 27esimo anno d'età, in modo tale che i futuri maghi siano più integrati ne...
