Eravamo ancora sul treno, quando Samantha sgranò gli occhi dopo l'ennesima curva. Guardai fuori dal finestrino seguita a ruota da Christopher. Davanti a noi si apriva la vista su un lago scurissimo e sullo sfondo si stagliava, sopra un ammasso roccioso, chiaro contro un cielo plumbeo, un magnifico castello. C'erano nove torri che svettavano alte e sottili, come delle braccia, sopra un corpo centrale con mille vetrate tutte illuminate. Il paesaggio era talmente stupefacente e bello che lacrime di commozione mi velarono gli occhi.
Per quanto una parte di me fosse furiosa con il professore per avermi taciuto la verità, per essersi preso gioco di me, per aver in qualche modo flirtato con me; l'altra parte, quella emotiva, gli era solamente grata per avermi fatto ammettere in questo posto spettacolare.
- Ragazze, forse sarebbe il caso di metterci la veste. - fece notare Christopher.
Senza alcun indugio ci alzammo e prendemmo le nostre divise dai bauli. Cominciavo a sentirmi male. L'ansia di sedermi davanti a tutti e indossare un cappello, mi metteva a disagio. Avevo paura di inciampare, di fare una cavolata. E se il Cappello Parlante mi avesse ritenuto indegna di studiare lì? Se non avessi sufficiente magia dentro di me per superare gli anni scolastici? Guardai con occhi spaventati il castello, che ormai era sempre più vicino e incombeva chiaro e minaccioso su di noi.
- Non ti preoccupare. Sei stata ammessa. Lo smistamento è solo una prassi. - disse Samantha con voce calma e ferma; immaginandosi quali pensieri si aggiravano per la mia mente.
- Grazie, Sam. -
Richiudemmo i nostri bagagli e uscimmo in corridoio. Tante persone affluivano lì per prepararsi a scendere . La confusione era enorme, il vociare continuo. Senza rendermene conto persi di vista i miei due amici e mi trovai sballottata dalla folla che si ammassava verso le uscite. Con una punta di panico cominciai a guardarmi in giro per cercare anche un solo volto famigliare. Una figura catturò il mio sguardo, svettava sulle altre e avrei giurato di conoscerlo. Spalle larghe, cappotto verde scuro, capelli castano ramati ricci. Se avessi avuto dubbi riguardo la sua identità, la voce me li dissipò.
- Primo anno! Tutti quelli del primo anno da questa parte! - chiamò Thomas William Hiddleston.
"No... No... Com'è possibile. Samantha mi aveva detto che ci sarebbe stato il guardia caccia! Perché c'è lui. Perché me lo ritrovo sempre intorno... Scema! Me lo ritroverò sempre intorno. E' stato lui ad ammettermi in questa scuola."
Facendomi largo tra la folla raggiunsi gli altri studenti del primo anno e andai a mettermi accanto a Samantha.
- Stavamo aspettando solo te. Prega che non si accorga che sei appena arrivata. - mi sussurrò.
- Bene. - disse il professor Hiddleston dopo aver percorso il nostro gruppo con lo sguardo. Evitai di alzare il volto per guardarlo. Sentivo il suo sguardo fermarsi qualche secondo su di me prima che riprendesse a parlare, - Ora che sono arrivati tutti, possiamo andare. Il guardia caccia era occupato, per questo vi scorto io a scuola. Non allontanatevi dai vostri compagni e soprattutto non perdetevi a guardare il panorama! - finì di dire mentre cominciava ad avviarsi. Avevo la sensazione che l'ultima frase fosse rivolta soprattutto a me e che il panorama fosse riferito alla sua persona. Sicuramente era spocchioso e si considerava il più bello sul pianeta Terra. In qualche modo lo avrei rimesso al suo posto. Quando si parlava di lui non mi poteva importare nulla del ruolo che aveva nella mia vita. È da prima di sapere chi fosse che mi prudeva il cervello, alla ricerca di un modo per riuscire a pareggiare i conti dei nostri diverbi.
- Qualsiasi cosa tu stia pensando in quella testolina, Y/N, pensalo lontano da lui. - mi disse Samantha.
- Perché? - chiesi.
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Anche se... (in revisione)
FantasiaSarai la protagonista di questa fanfiction ambientata a Hogwarts. Dopo la vittoria su Lord Voldemort, il Ministero ha deciso di sopprimere la magia fino al raggiungimento del 27esimo anno d'età, in modo tale che i futuri maghi siano più integrati ne...
