Capitolo 34

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Vorrei poter dire di aver dormito come un ghiro tutta la mattina e di essermi svegliata solamente a pomeriggio inoltrato, quella domenica; invece Thomas mi svegliò prestissimo, con un dolcissimo bacio.

- Svegliati. Hai la partita contro Serpeverde. Devi tornare in dormitorio prima che gli altri si accorgano che non ci sei. -

- Mmmmm... Lasciami dormire... - gli risposi girandomi dall'altra parte ignorandolo.

- Aguamenti! - esclamò Rompipalle, rovesciando su di me e sul suo letto, un getto d'acqua freddo.

- MA SEI PAZZOOO!!! - strillai saltando in piedi - Ti credo che poi ti chiamo Rompipalle! - dissi prendendo i miei vestiti asciutti e andando verso il bagno per asciugarmi - Nemmeno dormire si può più! - borbottai scuotendo la testa. Dovevo sembrare un cartone animato, perché Thomas stava ridendo a crepapelle.

- Smettila, altrimenti un Bolide potrebbe frantumarti quel naso perfetto che hai! - lo minacciai.

- Tanto poi lo vedresti tu, il mio naso rotto! - disse continuando a ridere.

Sbattei la porta del bagno e mi asciugai. Come avevo immaginato, guardandomi allo specchio, notai il succhiotto che Thomas mi aveva lasciato la notte precedente e pensai a come coprirlo per non farlo vedere agli altri. Nel frattempo mi rimisi la divisa e guardai l'orologio.

- Cazzo! Detesto quando ha ragione! - sibilai a me stessa. Afferrai la maniglia della porta e la spalancai e per poco non cacciai un urlo, trovandomi Thomas, mezzo nudo, con una sciarpa leggera in mano.

- Smetterai mai di farmi venire un infarto? - gli chiesi tanto per.

- Dipende... - rispose sornione il bellimbusto - Tieni questa. Ti servirà per coprire il mio succhiotto - mi disse passandomi la sciarpa coi colori di corvonero.

- Grazie. - gli dissi gentilmente.

- Niente di che, anche se mi da fastidio che tu lo copra. In fondo è un segno di quanto è successo questa notte - mi guardò negli occhi e si avvicinò a un soffio da me - conviene che ti spicci, altrimenti dovrai dire a tutti di noi - sussurrò con voce roca, mordicchiandosi il labbro inferiore.

"C'eravamo di nuovo. Terra chiama Y/N!!! Terra chiama Y/N!!"
Non potevo smarrirmi in quell'oceano di promesse, seduzioni e malizia che dimorava nei suoi occhi. Tutto di quello sguardo mi chiamava a gran voce, mi ammaliava come il canto di una sirena. E si sa, le sirene sono creature pericolose. Eppure io non desideravo che naufragare dolcemente fra le sue braccia. Come se lui soltanto fosse il mio porto sicuro.

- Y/N! Farai veramente tardi. Almeno se vuoi fare tardi, potresti farlo in grande stile e venire con me sotto la doccia! - mi provocò Thomas. Questo sembrò svegliarmi dal canto ammaliatore dei suoi occhi per riportarmi sulla terra ferma.

- Non ci pensare! Maniaco! Vado! - gli dissi superandolo con una leggera spallata. Non resistetti però a sbirciare dietro di me e osservagli la curva perfetta dei glutei racchiusi dai boxer.

- Se continui a fissarmi, ti prendo di peso e ti getto in doccia! - mi avvisò Thomas.

- Merda! Aaargh! Vado! - dissi aprendo piano la porta che dava sul corridoio e controllando che la via fosse libera, prima di sgattaiolare fuori.

- Ci vediamo in giro tesoro! - mi urlò dietro Thomas.

Uscita dalla tana del lupo, corsi a perdi fiato fino al dormitorio. Erano quasi le sette e fortunatamente non era sceso ancora nessuno in sala comune. Attraversai la sala e raggiunsi la porta della stanza delle ragazze. Mi infilai rapida nello spiraglio che avevo aperto e senza che nessuno si accorgesse entrai sotto le coperte. Di lì a poco Sam mi avrebbe svegliata, si sperava, con la sua solita allegria.

Anche se... (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora