capitolo 52

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una volta arrivata Lily le faccio preparare tutto per partire
<<ragazzi dobbiamo andare a prendere Svetlana, lei sarà il prossimo bersaglio>>
<<e noi dobbiamo prenderci le valigie>> dice Adrian indicando anche Olivia, Rob e Victor
<<dio... non possiamo fare tutto ciò, non abbiamo tempo già che ci esponiamo così tanto ci mette in svantaggio>>
<<dobbiamo farlo Alexa >> dice Olivia mettendomi una mano sulla spalla,
mi massaggio le tempie segno che sto pensando
<<okay fate il necessario io farò da balia fuori e cercherò di respingerli il più a lungo>>
<<NO>> urlano loro
<<NON SE NE PARLA NEANCHE, TU FARANNO FUORI SONO ARMATI FINO AL COLLO>> urlai Aleksey
<<avete altre idee? sentiamo grandi geni>> nessuno parla
<<bene allora vada per come ho detto io>>
<<non te lo permetterò a costo di legarti sulla fottuta macchina>> dice Tom puntandomi un dito addosso
<<non fatela lunga, vuole sacrificarsi, che faccia pure>> dice James
<<ancora che parli sei ? >> chiedo
<<non starò a guardare mentre fai del male alla '' tua famiglia'' come la chiami tu>>
<<un buon capo sa quando bisogna salvare il culo agli altri e non farselo salvare>>
stiamo urlando
<<NO tu non sei un capo, tu sei un egoista >>
<<no James io sono realista>> abbasso la voce
<<dobbiamo trovare un piano e dovrete seguirlo tutti alla lettera, avete capito? >>
li guardo uno ad uno in cerca di una risposta
<<avete capito? >> alzo la voce e annuiscono
<<bene, primo passo usciremo in macchine separate... >>
mi blocco

ti è venuta un idea vero?

una grande idea

<<che c'è Alexa >> domandano allarmati
<<ho cambiato piano >>
attiro l'attenzione di tutti
<<dicevo, invece di uscire con le macchine esponendoci così ad un pericolo maggiore prenderemo il jet privato, dotato di armi tante fottutissime armi. questo ci permetterà almeno 15 minuti di vantaggio per la sorpresa dopodiché andremo sopra casa tua Adrian e vi intrufolerete dall'entrata nel tetto, avrete a disposizione esattamente 8 minuti prima che loro inizino a sparare e ad accerchiare la casa e 10 minuti in totale prima che arrivino i rinforzi>> mi fermo per capire se hanno appreso il piano
<<poi? >>
<<poi dovremo partire immediatamente con il jet per l'America, se qualcosa dovesse ansare storto nel jet avremo a disposizione in Italia un'altra aeroporto in cui ci aspetta il jet di Oleg ma dovremo resistere fino in Italia, in caso di feriti troveremo tutto il necessario per curare, naturalmente ci armeremo e avremo i giubbotti anti-proiettile >>
<<siete pronti? >> chiedo
<<si>>
<<no vi devo vedere carichi, non ci si tira indietro, ho detto siete pronti? >> urlo
<<SI>> un grande si arriva sa tutti loro
<<bene ognuno prenda le proprie cose, dovete poi armarvi e mettervi il giubbotto >>
ci sparpagliamo e chiamo il tipo del jet di cui non ricorderò mai il nome che arriva in 3 minuti esatti
<<pronti? abbiamo 15 minuti da adesso>> dico mettendo il timer e correndo per salire sul jet, faccio salire prima gli altri comprese le guardie che ci aiuteranno nella missione e poi salgo io.

nell'attesa di arrivare a casa di Adrian siamo tutti in allerta nelle strade, guardo l'orologio e il timer segna la scadenza tra 4 minuti esatti
<<forza forza>> dico
poco dopo arriviamo a casa e il piano procede come previsto, loro ci hanno intercettati e adesso scattano gli 8 minuti prima che ci accerchino
<<avete 8 minuti muovetevi>>
corrono dentro casa e io chiudo le porte
<<stai tranquilla andrà bene>>
dice Tom mettendomi una mano sulla coscia
<<5 minuti >> dico
vedo Svetlana correre per salire e intanto le macchine iniziano ad arrivare.
<<merda abbiamo quei 2 minuti per i loro rinforzi in meno, sono già qui>>
<<merda, merda, merda. 2 minuti >>dico
<<aprite le porte e accendete il motore>>
vedo i ragazzi correre e salire mentre gli spari iniziano
<< c'è qualcuno di ferito? >> tutti ci guardiamo
<<ok sembra di no>>
ma poco dopo....

<<VICTOR NO RIMANI SVEGLIO>>
C'è un putiferio alla fine Vic è stato ferito e non ha detto un cazzo, la ferita è profonda e ha preso lo stomaco, evidentemente è entrata dal lato perché non avrebbe potuto perforare il giubbotto
<<PASSATEMI UNA FLEBO>> grido
mentre gli altri cercano di tenerlo sveglio
<<abbiamo seminato le macchine capo>>
non rispondo neanche
<<NO NO I BATTITI STANNO DIMINUENDO>> mi metto le mani nei capelli nonostante io sia piena di sangue
<<NO NO>> vedo Robert piangere seguito da Olivia e Adrian, Tom è paralizzato e Aleksey anche, Dimitri vorrebbe spaccare tutto lo vedo ma si trattiene e poi c'è Svetlana che piange mentre Lily con le lacrime agli occhi cerca di consolarla.
io... beh sono io e sto dando di matto

<<no, Vic non sei morto, ti prego>> continuo cercando di rianimarlo
<<non anche tu, respira cazzo, respira>>
<<Alexa fermati, ei>> due mani mi portano via da lui
<<no no, non può essere morto>> urlo ma poi rimango in silenzio come del resto tutti, mi scende una lacrima che nessuno vede e che viene asciugata subito. devo essere forte per tutti loro.
mi alzo dalle braccia di James che mi tenevano ferma e vado dal pilota
<<hai 1 ora per essere in America >> dico gelida
la storia si ripete come sempre.

arriviamo in America dopo un viaggio straziante in cui calò il silenzio e nessuno osò aprire bocca. Ad aspettarci c'è mio zio con una schiera di uomini.
faccio trasportare dai miei uomini il suo corpo
<<zio>>
<<Alexa>> fa l'indifferente
<<com'è successo>>
<<non lo so, gli uomini di Sergio stavano sparando ma lui ha detto che stava bene e... >> mi si spezzano le parole in gola
<<domani sera faremo il funerale>> mi dice come se fosse una rassicurazione
<<portatelo da mio zio James in ospedale>> dico sempre fredda, il mio tono non cambia
<<dobbiamo andare dai cinesi? >>mi rivolgo ad Oleg
<<domani, ora andate a casa che siete distrutti>> saluta tutti e poi saluta con una pacca e un sorriso James

siamo arrivati a casa e ci hanno accolto Matt e Felix pensando che fosse una bella giornata ma direi che il 17 novembre sia da cancellare come il 25 settembre.
<<che è successo ragazzi >> chiede Matt
io non rispondo
<< è morto Victor>> Dice Tom diretto verso la palestra di sotto per sfogarsi
<<esco >> dico
<<no>> mi sento prendere dal braccio ma non controbatto semplicemente sgancio il polso e corro in un bar.

<<Denny una bottiglia di Tequila>> dico
<<subito bambola>>
me la porge e la prendo uscendo dal bar. dire che sono persa è un eufemismo come anche dire che sono sobria, dopo la bottiglia di tequila mi sono fermata in un supermercato a prenderne una di barboun e diretta verso non so dove continuo a scolarla.
mi ritrovo un un parco in cui sento il bisogno di sdraiarmi sulla panchina non comoda ma che in questo momento lo è.
<<Victor non sei morto, dimmelo ti prego>>
sbiascico
<<è tutto un sogno vero? >>
<<o no? >>
parlo anche da sola fantastico.
è mezzanotte e non ho intenzione di tornare a casa ma dopo qualche minuto sento le palpebre chiudersi e cado in un sonno profondo.



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