capitolo 1

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Alexa Novikov

Arrivo a casa di mio fratello e mi si para davanti una casa mozzafiato, questa casa 1 mese e mezzo fa non era così, me la ricordavo.... diversa. Vado verso l'entrata con lui che mi segue tenendo le mie valigie in mano, apro la porta e una bionda alta 1:70 all'incirca mi squadra, ha gli occhi da cerbiatta, il naso alla francese, gli zigomi rifatti come le sue labbra e un profumo vanigliato nauseante

<chi diavolo sei?> Chiede con una voce stridula e fastidiosa, faccio una smorfia di disgusto e procedo entrando costringendola a farsi da parte
<Non sono affari tuoi> rispondo, ho gli occhi addosso della bionda e la cosa mi irrita
<La smetti di fissarmi ? sei alquanto fastidiosa> dico rivolgendole uno sguardo freddo
<Ma come ti permetti ?> strilla, questa è tutta matta e io ho problemi a gestire la rabbia quindi meglio tenerla lontana da me
<Jace di alla tua amichetta di chiudere quella bocca da gallina che mi sta rompendo un timpano se no le faccio saltare la testa > dico rivolta a mio fratello lui in risposta ride

che diavolo ride!

<Sarah è ora che te ne vai> dice mio fratello e faccio un sorrisino
<COOOSA? è per lei? non ci voglio credere, me la pagherai stronzetta> dice rivolta a me e se ne va tutta incazzata
<Jace ma perché cazzo ti porti a casa certe persone?> dico basita
lui scoppia in una fragorosa risata
<beh Alexa devi vedere cosa fa con quella boc...>
<non provare a continuare la frase, la tua vita sessuale non mi interessa> sbuffo

Io e mio fratello abbiamo un rapporto normale anche se a volte ci urliamo addosso, succede fin da quando eravamo bambini, abbiamo avuto i nostri alti e bassi alcuni più gravi altri meno ma alla fine non siamo mai stati arrabbiati per tanto tempo. Prima di partire abitavo qualche metro più in là in una villetta niente male, ma credo che non ritornerò in quella casa voglio cambiarla, questo quartiere inizia a starmi veramente stretto.
<Allora Alexa com'è andata a Miami?> Chiede d'un tratto
<Tutto bene> dico sbrigativa buttandomi sul divano

solo qualche sparatoria, qualche livido e qualche festa illegale... le solite cose insomma.

<Mi racconterai meglio dopo ma ora vai a mettere le valigie sopra> dice lui capendo che non era il momento di parlarne.

non sarà mai il momento

Vado verso una camera qualsiasi tanto una vale l'altra, ma so esattamente in quale andare, voglio quella con la finestra più grande devo tenere sotto controllo le persone.
metto le valigie sulla scrivania davanti al letto, tempo di sedermi e respirare un attimo che il citofono suona catturando la mia curiosità,
scendo per vedere chi è e mi si palesa davanti lui... mio padre, o meglio nostro

<eccoti brutta puttanella sapevo fossi tornata devi venire con me, non puoi stare con questo fallito, devi muoverti, hai capito brutta tro..> Inizia a urlare ubriaco come sempre, sto per rispondere ma mio fratello gli chiude la porta in faccia stoppandolo
<Stai bene?> chiede venendo verso di me
<Io lo ammazzo sto bastardo> digrigno tra i denti tirando fuori la pistola
<lascia perdere e vai a dormire, ci penso io a lui>
dice mettendo una mano sopra l'arma
<Jace stai rimandando l'inevitabile tanto o muore di coma etilico o prima o poi lo uccido >
<Vai ho detto >
alzo gli occhi al cielo, la deve smettere di cercare di controllarmi.

Vado diretta in bagno per farmi una doccia rilassante, mi metto il "pigiama" che consiste sostanzialmente in una maglia del mio migliore amico e vado a dormire sapendo già di essere assalita dai miei soliti incubi.

Mi sveglio per l'ennesima volta sentendo delle voci al piano di sotto, scendo e vedo 3 ragazzi e una ragazza.
Non appena mi vedono iniziano a squadrarmi e la ragazza mi si avvicina con un sorriso accecante.

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