32- test🌶🌶

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Gabriel p.o.v.
Eryn stava male. Erano passate due settimane ed era solo peggiorata, aveva più nausea e sveniva ogni tanto, ma non voleva andare dal medico, e io non potevo costringerla. Anzi, meglio dire che lei non si alzava proprio dal letto se non per andare in bagno. Non mangiava, e per nutrirla le mischiavo delle polveri nell'acqua o nelle bevande, ma logicamente non bastavano. Se prima era magra, in quel momento diventò uno scheletro. Ogni notte dormivo con lei, e ogni notte la dovevo svegliare.
Damian, il nostro vicino di casa, ogni tanto passava perché quel giorno che gli agenti vennero da noi lui era fuori e capì che qualcosa non andava. Mi fidavo di lui, era un ragazzo buono e lo avevo studiato abbastanza, quanto bastava per dirgli la verità.

<Damian, siediti> lo feci accomodare l'ennesima volta al tavolo. <ti posso offrire qualcosa?> gli chiesi, ma negò e si preoccupò quando gli dissi che gli dovevo parlare.
<se è perché vengo a vedere Emily lei non si deve preoccupare signore, non lo faccio con secondi fini> cercò di giustificarsi ancor prima che io iniziassi.
<no, Damian, non è per quello> lui sospirò e disse un per fortuna. <ascolta, ciò che sto per dirti dovrà rimanere in questa casa> lui annuì subito con la testa <io e Emily, o meglio Eryn, non siamo sposati> iniziai <non siamo parenti, nemmeno fidanzati o amici. Non siamo proprio nulla. Io sono la sua guardia, ecco>
<quindi... tu la proteggi? Era... una copertura?>
<esatto>
<oh...> disse pensieroso. <ok>
<Eryn recentemente ha perso una persona a lei molto cara. Era un suo agente fino qualche mese fa. Si chiamava Travor. Hanno rapito lui e il collega, Brandon, e due settimane fa è stato ritrovato il corpo di Travor. Eryn e questi due ragazzi avevano una relazione e quando ha visto il corpo di lui è rimasta scandalizzata, ecco. E ora stiamo cercando Brandon. Ma io non posso aiutare. Eryn mi da da fare e perdo più tempo con lei che per tutto il resto> lo guardai e vidi che mi stava capendo <quindi, Damian, io ho bisogno di te>
<di me?>
<si. In questo periodo ti sei avvicinato molto a Eryn, e so anche che circa un mese fa avete avuto un rapporto. Ma non mi interessa. Non è questo che voglio. Io desidero che tu la faccia alzare da quel cazzo di letto, le fai fare una doccia e la fai venire al piano di sotto. Fai come ti pare, ma trova un modo, a me non interessa. Deve solo scendere le scale>
<ok. Io- io ci proverò> balbettò. Io annuii e gli indicai le scale.

Eryn p.o.v.
<Eryn?> mi sentii chiamare mentre veniva aperta la porta. La stanza buia presto si illuminò e si rivelò la figura di Damian. Da come mi chiamò intuii che Gabriel gli avesse raccontato qualcosa. Venne verso di me <che ne dici di alzarti? È una bella giornata fuori. Voglio andare in piscina. Con te. È un vero peccato che butti via così le tue giornate perché tra poco arriverà l'inverno. Siamo già a inizio settembre>
<non mi importa sussurrai>
<a me invece si. Quindi ora ti alzi> prese le coperte e mi scoprì, ma io non reagii. <dai, vieni che andiamo a farci la doccia> mi prese la mano e mi tirò piano, ma ebbe da parte solo un rifiuto come risposta. <d'accordo> mi sollevò mettendomi su una sua spalla, io chiamai Gabriel che mi rispose con uno "sta zitta e non urlare". Mi portò in bagno e mi spogliò. Cercai di replicare ma mi liquidò con un "silenzio, Eryn". Poi mi mise sotto la doccia, si tolse la maglia per non bagnarla troppo e mi aiutò a lavarmi. Vomitai per due minuti interi nel mentre.
<sono stanca, Damina> sussurrai.
<ci credo, guardati. Da quanto non mangi? Lo sai che Gabriel si sta consumando per te? Lo hai visto come è ridotto?> mi rimproverò. Cercò di ferirmi e ci riuscì usando Gabe. Alla fine prese un telo e mi coprì, per poi camminare piano al mio fianco verso la camera. Mi vestii con il costume come lui aveva chiesto e sopra mi misi un telo asciutto. Infilai le infradito e piano scendemmo le scale. Facevo fatica a reggermi in piedi, ero denutrita e stanca, inoltre non facevo più di 10 passi da molto. Mi fece sedere al tavolo in cucina, nella quale Gabe si stava facendo un caffè. Damian mi porse una banana dicendo che il potassio mi avrebbe fatto bene, che sarebbe andato a casa a prendere il costume e sarebbe tornato per andare in piscina. La sbucciai con le mani che mi tremavano, poi la feci a piccoli pezzettini e ne mangiai uno.
Gabriel si sedette di fronte a me e mi osservò a lungo.
<non mi guardare, perfavore> sussurrai, ma ero sicura che mi avesse sentita.
<Eryn, tu eri la ragazza più bella che io avessi mai visto, sai?> mi disse <eri di una bellezza... divina, oserei dire> prese un altro sorso finendo il caffè. <ma guardati ora, Eryn. Sei sciupata, usurata. La tua bellezza si è consumata lasciando spazio a un corpo vuoto, che non ha niente se non delle ossa, qualche lembo di pelle e un bel po di stanchezza> prese una forchetta e infilzò un piccolo pezzo del frutto che stavo mangiando e me lo portò alla bocca. Lo accettai e lo mangiai. Poi fece una spremuta e me la fece bere. <io sono stanco, Eryn. Mi stai consumando. E se le cose non cambiano, entro un mese io me ne torno a casa. Quindi ora sta a te decidere cosa fare>
<Gabriel?> lo chiamai
<dimmi> disse piano
<tu.. tu puoi andare a fare un salto veloce in farmacia, per me?> lui annuì e poi gli dissi cosa prendere.

Dal tramonto all'albaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora