27- Las Vegas🌶🌶

22 0 0
                                    

<abbiamo prenotato un Hotel per questa sera, ma domani ci sistemeremo in un attico in affitto. Rimarremo per due settimane, massimo un mese. Appena arriviamo hai appuntamento con una parrucchiera per cambiare un po' il tuo look, sperando che risulterai men riconoscibile. Dovrai tagliare i capelli> mi informò Travor. Eravamo seduti nel jet, appena partiti.
<non mi voglio tagliare i capelli> sussurrai spostando il mio sguardo a Brandon, seduto nei sedili a destra, dalla parte opposta alla nostra.
<dovrai farlo> rispose il moro <è per la tua sicurezza. E quando si tratta della tua vita, Eryn, ti chiediamo di non mettere mai in dubbio le nostre parole. Tutto ciò che facciamo è per te. I nostri sacrifici, sono per te> disse con tono duro e severo le ultime parole.
<wow, non pensavo di essere un peso. Scusatemi tanto> mi alzai dal mio sedile e camminai lungo il corridoio fino alla piccola stanza, dove mi stesi sul letto. Non vennero nessuno dei due da me a chiarirsi, e quando sentii Travor alzarsi per farlo, udii Brandon dirgli di rimanere seduto e che come mi ero arrabbiata, mi sarebbe anche passata.

Dopo qualche ora scendemmo e per prima cosa andammo in un lussuoso hotel, Caesars Palace. era una struttura grande e imponente con la facciata sulla piazza. I due ragazzi al mio fianco badarono a starmi vicini e a coprirmi. L'ingresso era maestoso, prevalevano i colori giallo e blu. La stanza aveva un'ampia struttura a cerchio, grossi lampadari rotondi pendevano dal soffitto ornato. Alle pareti si trovavano quadri, al centro vi era una fontana raffigurante due ragazze. il soffitto alto era formato da cerchi, sostenuto e ornato da colonne dorate.

Brandon si avvicinò al bancone mentre Travor mi fece girare e avvicinare alla fontana in modo da non mostrare il mio viso a troppe persone

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Brandon si avvicinò al bancone mentre Travor mi fece girare e avvicinare alla fontana in modo da non mostrare il mio viso a troppe persone. Venne chiesto il nome della stanza prenotata e il ragazzo rispose con ill nome di Rude. Guardai Travor con gli occhi lucidi e mi sorrise, cingendomi le spalle con il suo braccio sinistro. Venne consegnata a Brandon la chiave per la stanza e le indicazioni per trovarla. Venne anche offerto il servizio per portare le valigie fino la stanza ma venne rifiutato. Venni presa sotto braccio e noi tre insieme salimmo sull'ascensore. Ultimo piano. Mi venne afferrata la mano ma la allontanai rimanendo sempre in silenzio, e quando mi veniva fatta qualche domanda rispondevo comunque a monosillabi.

Non tutti si aprono e dicono la propria a prescindere. E non tutti dicono la verità e se proprio la dicono, omettono. Allora perché dobbiamo essere sempre noi quelli sinceri? Quelli che se ti chiedono hai paura di qualcosa?" rispondono "sì, ho paura della solitudine, di essere capita male e del mare troppo profondo". E invece no. Dovremmo rispondere come fanno loro: "non ho paura di niente che possa mettere a disagio la mia immagine". La parte più dura del diventare sempre più coscienti di quant'è crudele la vita è smettere di credere alla favola dell'amore. Ecco perché quelli come me sono tanto diffidenti. Servirebbero due cuori per sopportare certi dolori: uno per sopravvivere, l'altro per morire d'amore.

Aprimmo la porta ed entrai per prima. Sul divano al centro della grande stanza c'era proprio Rude. Corsi ad abbracciarlo mentre gli altri due ragazzi portavano entro le mie valigie e i loro borsoni.
<Ru! Quanto mi sei mancato! Che ci fai qui? C'è anche mamma?> chiesi. Lui mi staccò e mi disse di sedermi, che insieme a trovar e Brandon mi dovevano dire una cosa. I due ragazzi si avvicinarono e si sedettero nelle poltrone di fronte a noi. Rude mi teneva la mano mentre la dura verità giungeva alle mie orecchie e presto mi estraniai.

Dal tramonto all'albaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora