12- film e "famiglia"

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<Travor, ci possiamo mettere sul divano a guardare qualcosa in tv?> chiesi gentilmente al ragazzo dopo che lavai e misi a posto anche il suo piattino della colazione, la sa tazzina e la mia tazza. Lui sorrise, forse felice dal fatto che non mi presi la libertà di invadere i suoi spazi decidendo da sola cosa fare. Decisi che però, prima di sistemarmi, mi sarei andata a cambiare per togliere i jeans e indossare qualcosa di più comodo e, infatti, misi dei leggins e una maglietta a maniche corte, bianca. Ci sedemmo sul divano di fronte alla televisione e lui la accese. Mi chiese se avessi voluto guardare un film ed io ci pensai su, ma alla fine accettai. Si spostò, venendo più vicino a me e mi fece scegliere un film da vedere e dopo che optammo per Vicino a Te Non ho Paura, collegò il telefono al grande schermo che accese con il telecomando. 

<come fai a controllare la tv con il telefono?> gli chiesi io, sciocca.
<ho un'app che mi tiene collegata l'intera casa con il telefono. Posso accendere e spegnere le luci, attivare o disattivare il riscaldamento o l'aria condizionata, posso accendere o spegnere il camino che però va alimentato con la legna. Posso anche sbarrare le porte e le finestre e, in più, ho una microtelecamera esterna sulla porta e posso vedere chi bussa o suona, o chi passa>
<sembri un maniaco> gli dissi mezza sconcertata ma anche con aria ironica.
<ti dico la verità, Eryn... non ero così prima di conoscere la realtà sui pericoli che ci sono lì fuori. Non conoscere ci fa vivere più serenamente, certo, ma la conoscenza al sicuro.> spiegò paziente mentre fece partire il film che ci mise solo qualche secondo a caricarsi e intanto spense tutte le luci e fece chiudere le serrande alle finestre, tutto dal telefono. <hai freddo?> mi chiese quando piegai le gambe sollevandole. 
<no, grazie> gli dissi con tutta la mia attenzione rivolta al film. 
<se hai freddo dillo che ti predo una coperta> si offrì ed io annuii soltanto muovendo la testa. Sentii che ridacchiò, forse per la mia concentrazione rivolta tutta alla tv. 

Se lui, lì e in quel momento, mi avesse chiesto cosa saremmo potuti mai essere io e lui, gli avrei risposto 'Mizar e Alcor'. Mizar e Alcor sono due stelle nella costellazione dell'Orsa Maggiore, in orbita una attorno all'altra, talmente vicine che nessun telescopio può mostrarle distinte. Inizialmente si pensava che i due astri non fossero legati gravitazionalmente, ma recenti studi sul loro moto mostrano che le due stelle compongono in realtà un sistema binario, anche se sono separate da tre quarti di anno luce. E con quei pensieri rivolti al ragazzo seduto al mio fianco, riuscii ad arrivare alla conclusione che avevo sempre aspettato l'alba guardando il lato sbagliato del cielo. Io ero il cielo e lui la luce solare. Assorbivo e diffondevo i suoi raggi attraverso l'atmosfera, in tutte le direzioni, elargendo all'intera volta celeste le sue tinte riflesse. ero blu cobalto nelle ore di maggior luce, scarlatta e violacea al tramonto, nera e stellata nelle ore notturne. Ero il frammento a cui lui donava la vita; il mio respiro nasceva dalla sua energia. Dipendevo da ogni suo mutamento. Ero l'immenso e, senza di lui, il suo contrario. 

Travor mi afferrò la mano, proprio come quella mattina prima dell'alba aveva fatto, con un gesto tremendamente naturale. Lo guardai e lui sussurrò "lasciati tenere". E quasi il mio cuore si sciolse. Riusciva sempre a far cambiare direzione agli angoli della mia bocca. Era la rotta di tutti i miei sorrisi. Era l'alba e il tramonto di ogni città del mondo. 

Con la mano libera iniziai a torturarmi le labbra mentre tenevo gli occhi fissi sullo schermo. Minuti dopo eravamo quasi alla fine del film, proprio l'ultima parte, dove venivano lette le parole di Jo che aveva scritto su una lettera. 

<riesci a immaginare un amore così?> chiesi inconsciamente, in un sussurro, all'uomo di fianco a me. Mi aspettavo una risposta negativa, decisamente. Invece me ne arrivò una positiva, piena di malinconia. Non feci domande e finii di ascoltare quella lettera, per poi lasciare che qualche lacrima uscisse dai miei occhi, lasciando trasparire anche la mia emozione. 

Dal tramonto all'albaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora