46- Janet e Noah

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Gabriel p.o.v.
Afferrai la donna dai capelli e la tirai all'interno della casa. Sbattei la porta e spinsi al muro Janet. La presi per il collo e strinsi, non eccessivamente, poi guardai i suoi occhi terrorizzati e parlai.
<mai ho alzato le mani su una donna. Mai!> urlai alla fine stringendo un pugno. Intanto sentii Cole agitarsi. <ma tu potresti essere la prima> le ringhiai a pochi centimetri dal viso. Una mano mi toccò la spalla, ma io ero deciso di proseguire il mio lavoro: proteggere mio figlio. Ma Jesse mi tirò indietro e persi la presa. Lei guardò il figlio e sorrise.

<volevo solo vedere il mio bambino> si avvicinò a Cole velocemente ma lui strillò e Eryn si mise in mezzo. <e tu chi sei?>
<sono Emily> disse mantenendo la sua copertura <Emily Campbell, moglie di Gabriel> e le mostrò la fede.
<spostati e fammi vedere mio figlio> cambiò tono diventando aspra e cattiva.
<no> e Eryn si mise davanti al bambino, coprendolo completamente <non lo vedrai. Non ti avvicinerai nemmeno a Cole>
<non sono affari tuoi questi>
<sono affari miei dal momento in cui ho sposato Gabriel. Sposando lui mi sono impegnata anche con Cole, ed è figlio mio tanto quanto lo è di Gabriel> non avevo mai visto Eryn così, spavalda, dura e per niente intimorita. Leggevo nel suo atteggiamento che ciò che diceva lo pensava davvero, e che sarebbe stata pronta a fare qualsiasi cosa per mio figlio.

Mi avvicinai alla donna e ordinai a Cole di andare al piano di sopra. Lui mi ascoltò e corse via.
<Janet, è meglio per te che tu te ne vada>
<voglio Cole>
<te lo scordi> la spinsi.

<Gabriel> si intromise Jesse <non fare cose di cui ti pentiresti> mi disse all'orecchio. E aveva ragione.
<esci da questa casa> cercai di intimidirla
<non senza mio figlio>
<lui non vuole stare con te. Ti odia. Sei una pessima madre> ringhiai.
<non me ne vado se prima non vedo Cole>

<50 mila> Eryn si mise tra me e lei. <ti do 50mila dollari se sparisci> Janet la guardò
<voglio mio figlio>
<100mila>
<ci siamo quasi> sorrise perfida la madre
<250 e non se ne parla piu> Janet piegò la testa. Era convinta. Avrebbe venduto suo figlio: era pronta a rinunciare a lui per soldi
<e chi me lo garantisce che lo farai?>
<firmo l'assegno ora. Qui, davanti a te> camminò verso il mobile in soggiorno, aprì un cassetto, prese il blocco degli assegni e firmò.
<vedo solo 100 mila> Janet si toccò i capelli.
<il resto te lo invio per posta non appena te ne sarai andata>

La rossa afferrò il fogliettino e lo strappò via dalle mani di Eryn. Mi guardò e sorrise. Era provocatoria, e d'impulso la accompagnai fino alla porta spingendola. Prima di aprire e farla andare le presi i capelli.
<ti conviene sparire davvero questa volta>
<toglimi le mani di dosso, Gabriel>
<prima assicurami che sparisci>
<io ti faccio causa, te lo giuro>
A quelle parole la lasciai, aprii la porta e la osservai sparire.

Eryn p.o.v.
Gabriel chiuse la porta e si sedette sul divano.
A volte basta davvero poco per ricordarsi della propria fragilità. È allora che le certezze si sgretolano e le paure rinascono. Ed è lì che si riscoprì vulnerabile, spaventato, pieno di dubbi su tutto quanto e bisognoso di quell'affetto che, quando stava bene, gli sembra superfluo, ma che non era per niente. Il fatto è che non si può essere veramente forti se non si sa essere fragili. Ed è proprio quando si scoprono le proprie fragilità che si diventa invincibili.
Il significato della parola fragilità è proprio questo, dal latino fragilis, frangere, la facilità di rompersi o cedere. Ci sono ferite e dolori che non passano mai e queste ferite le ritrovi aperte quando meno te lo aspetti, e prendono le sembianze di altri problemi.

Mi sedetti di fianco a lui e presi quelle mani che teneva al volto.
<Gabriel> dissi il suo nome, senza dire altro. Volevo solo fargli capire che io c'ero.
<ti devo così tanti soldi, Eryn> mi guardò, e dallo sguardo capii fosse disperato.
<non mi devi assolutamente niente> gli baciai le mani. Ma le strappò via con violenza
<come ti è venuto in mente‽> urlò. Si alzò di colpo e si mise a camminare. Lo seguii per cercare di calmarlo.
<Gabriel, non è niente questo, per me>
<le hai fottutamente dato 250 mila dollari!> mi urlò in faccia.
<si, l'ho fatto>
<E PERCHÉ ‽> era davvero furioso
<per Cole. E per te. Ma più per tuo figlio. Io ti volevo aiutare. Lei non se ne sarebbe mai andata>
<e tu le hai dato dei soldi senza chiedermelo prima?>
<l'ho fatto>
<tu> mi guardò stringendo gli occhi <mi hai creato un debito senza prima consultarmi>
<non è un debito. Non li voglio indietro. L'ho fatto per l'amore che io provo per voi. Per te. E per Cole>
Si risedette.
<perché lo hai fatto, Eryn?>
<te l'ho già detto> gli sorrisi con le lacrime agli occhi. Alzò lo sguardo e mi guardò <io non sto mentendo. Guardami, Gabriel. È la verità>
<lo vedo> fece una pausa <ma adesso vado di sopra. Non ti voglio vedere per un po>

Dal tramonto all'albaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora