Lucas p.o.v.
Quando aprii gli occhi spensi subito la sveglia per non svegliare il ragazzo di fianco a me. Aveva rispettato gli spazi e ne ero davvero grato. Mi alzai senza accendere la luce nonostante fuori fosse ancora buio, e quindi non vedevo niente, ma comunque cercai di ricordare dove avevo messo le cose in modo da camminare senza inciampare. Quando arrivai alla valigia la portai fuori dalla stanza e chiusi la porta. Arrivai in soggiorno, accesi la luce e presi i vestiti puliti della divisa.
<cazzo> mormorai sottovoce quando ricordai di non aver preso su tutto dalla stanza. Ma prima di tornare andai in bagno, mi feci una velocissima doccia, lavai i denti, non asciugai i capelli e mi vestii. Arrivato in cucina con ancora la camicia aperta e lo spazzolino in bocca presi un fogliettino e scrissi un velocissimo messaggio a Damon per quando si fosse svegliato che gli posai sul telefono. Usai la luce dello schermo del telefono per trovare il resto. Una volta indossata tutta la corazza mi sedetti sul bordo del materasso e aprii il comodino. Afferrai l'arma e il caricatore che inserii, poi mi alzai e feci per uscire dalla stanza ma sentii Damon muoversi.
<dove vai?> mormorò
<da Eryn, vado prima così posso entrare e controllare>
<d'accordo. Passo più tardi> rispose
<si, se riuscirai a camminare> e così me ne andai.
Salii di corsa le scale e davanti alla porta di Eryn tirai fuori la chiave e la inserii nella toppa. Entrai piano, attento a non fare alcun rumore. Camminai per la casa e diedi da mangiare a Cooper. Poi salii di sopra, entrai nelle stanze, per ultima quella della ragazza, dove la trovai dormire con il figlio di fianco. Vidi la finestra aperta e la andai a chiudere, sospirando. Mi assicurai un'ultima volta che fosse tutto ok e uscii dall'anttico, posizionandomi all'esterno di fianco la porta di ingresso.Damon p.o.v.
Mi svegliai quando dalla finestra penetrò un raggio di sole colpendomi in faccia. Cacciai un lamento per la luce e mi girai su un fianco. Allungai una mano sul comodino per prendere il telefono e sentii un bigliettino sopra.
<uff> mi misi seduto prendendo il foglietto per leggerlo.Buongiorno dolcezza. In cucina trovi
uova, bacon e tutto il resto per una colazione.
Prepara qualcosa e portala al raggio di sole.<ma cosa sono io?> mi lamentai <prepara qualcosa e portala> lo scimmiottai. Sbuffai e scossi la testa. Mi alzai e mi vestii, andando poi in bagno, scalzo, per lavarmi.
Uscii di casa con in mano un vassoio ricoperto dalla carta stagnola. Chiusi la porta con le chiavi e le infilai in tasca che poi avrei ridato al proprietario.
<ti stavo aspettando> sentii dietro di me. Sobbalzai e mi stava per cadere il vassoio. Mi voltai. Era Amy, appoggiata al muro con braccia e gambe incrociate.
<buongiorno anche a te, Amanda> le rivolsi mandando giù un groppo in gola.
<ciao, Damon> si raddrizzò staccandosi dal muro e venne verso di me <dove stai andando di bello?>
<ho preparato la colazione per Eryn> lei mise una mano sulla mia schiena e mi spinse per camminare verso le scale <io prendo sempre l'ascensore> mormorai cercando di sfuggirle.
<e oggi facciamo le scale, così chiacchieriamo un po. Che ne dici?> si finse gentile.
<va bene> fui costretto e iniziammo a salire i gradini. Strinsi gli occhi trattenendo il respiro sapendo che ero fottuto.
<ti sei fatto male, Damon?>
<uh?> non capii subito
<ho chiesto se ti sei fatto male. Cammini strano rispetto le altre volte> notò
<si, beh, sono caduto>
<caduto... mh... e che ci facevi nell'appartamento di Lucas?>
<io... ho dormito da lui. Era tardi ieri sera e così non sono andato a casa>
<mh> eravamo ormai alla seconda rampa. <e cosa avete fatto?>
<Amy, perfavore> lamentai debolmente
<fate più piano la prossima volta. Non ho dormito. Va bene?> mi diede due pacche sulle spalle e non potei evitare di mormorare un'imprecazione.
<tutto qui?> le chiesi avendo timore di qualcos'altro.
<si perché? Che ti aspettavi?> rise
<delle minacce. Mi hai fatto una fottuta paura. E mi hai aspettato fuori!>
<ops> ridacchiò.
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Dal tramonto all'alba
RomantizmAvere Gabriel al mio fianco era una cosa ovvia, una certezza per me. Era buono, gentile, comprensivo ed eseguiva perfettamente il suo lavoro. ma nonostante tutto ciò io non lo amavo, eppure lui mi dimostrava i suoi sentimenti riguardo me e li accett...