Gabriel p.o.v.
Sollevai Eryn da quel lurido pavimento e mi accorsi che riuscivo a maneggiare con estrema facilità. Aprii la porta con una mano e cercai di uscire senza farle sbattere qualche arto e mi ritrovai davanti quattro paia di occhi. Odiai quegli sguardi e li sorpassai di fretta e salii le scale, sentendoli seguirmi. Arrivato al piano di sopra vi era altra gente ma siccome non potevamo obbligarli ad andare via ci limitammo a sgomberare una piccola area.
<vado a bere qualcosa> disse la ragazza che era venuta con me <chiamami se posso essere utile, Gabriel>
Intanto stesi Eryn in una posizione di sicurezza su un divanetto e le presi il polso. Guardai l'orologio e contai i battiti in un minuto.
Sospirai dopo averle mollato il polso e mi sedetti vicino le sue gambe.
<chiamate un medico> ordinai alla squadra che si sbrigarono a prendere un telefono.<ei Gabriel!> mi sentii chiamare da lontano e mi voltai. La ragazza aveva una mano alta per facilitarmi a trovarla. Mi fece cenno di avvicinarmi e la raggiunsi <ho trovato questa a terra. Penso sia caduta al ragazzo che era seduto qui vicino perché prima non c'era> mi passò una bustina con dei residui di polvere.
<e tu l'hai toccata con le mani> aospirai. Aprii una taschina del mio giubbotto e gliela feci inserire, poi richiusi la cerniera. <hai visto il ragazzo?>
<si, mi pare biondo e occhi verdi. Non ne sono sicura perché con questa luce non si vede molto bene. E non sembrava americano>
<lo hai sentito parlare?>
<no. Quando mi ha vista ha pagato e se n'è andato>
Allora mi affrettai a prendere la radio e diedi l'ordine di non fare uscire un ragazzo con quelle caratteristiche, ma era troppo tardi. Molti seguivano quella descrizione ed era impossibile individuarlo."Esci fuori"
Così recitava il messaggio che mi arrivò poco dopo. Numero sconosciuto, nessuna firma.
Non risposi, non dissi niente e silenziosamente mi allontanai ignorando ciò che i miei colleghi mi chiedevano. Io avevo il comando, io avevo più esperienza, io sapevo cosa fare. Mi ero sempre comportato così con loro e inizialmente esposto delle lamentele che Noah cercava di assecondare e me ne parlava, ma presto si arresero tutti e capirono che se non parlavo era perché non vi era bisogno, che in qualunque modo non li avrei mai esposti a dei pericoli.Uscito fuori mi guardi intorno in cerca di qualcuno. Tenevo le mani tra il mio petto e il giubbotto antiproiettile. Ero tranquillo e presi una sigaretta e un accendino dalla tasca dei pantaloni mentre scrutavo attento. Trovai un'ombra che mi osservava alla mia sinistra. Si allontanò e la seguii lentamente finché non si fermò in un punto buio. Stava attaccato al muro, in silenzio, con il volto coperto e in silenzio.
<chi sei> dissi, e non era una domanda ma un ordine a identificarsi.
<sono i russi. L'hanno trovata e la vogliono>
<chi. Sei> ripetei con una finta calma. Lui non rispose <io ti taglio la gola se perdo la pazienza. Ti conviene fare come ti dico> ringhiai
<cavolo, Brandon mi aveva proprio parlato bene di te e del tuo caratterino, Dunn> lo sentii ridacchiare. Presi l'accendino e lo accesi davanti al suo volto. Assottigliai gli occhi. Mi sembrava di conoscerlo o di averlo visto almeno una volta, ma non ricordavo.
<tic tac, Dunn. Vuoi un indizio?>
<ci siamo già visti>
<più o meno. Sei venuto con Eryn a riconoscere il mio finto cadavere quasi due anni fa e l'hai accompagnata al mio funerale>
<Travor> sussurrai
<proprio così. Figo, eh? Non sono morto. E mi stupisco che tu non ci sia arrivato prima. Non ti sei chiesto come Brandon sia potuto cambiare in così poco tempo? Non ti sei mai chiesto chi lo abbia rimesso in riga?>
<di cosa parli, Hill?>
<di cosa parlo? Beh, vediamo... della violenza di Taylor, magari? Cazzo, ma ti svegli, Dunn?>
<scusa se sto vedendo un cadavere davanti a me>
<non sono un cadavere, genio. Stiamo parlando>
<o sto diventando matto o tu non sei morto>
<ma buongiorno principessa>
<ma Eryn ti ha riconosciuto. Aveva riconosciuto e firmato il tuo decesso. E lei non si sarebbe mai sbagliata>
<infatti, proprio per quello abbiamo reso quel cadavere irriconoscibile nel volto ma simile a me per alcuni particolari. Come la cicatrice al bacino, per esempio. So che mi avrebbe riconosciuto per quello. Ma non siamo qui per parlare di quello, perciò, dato che sei curioso, ti riassumo velocemente. Hanno preso me e Brandon, ci hanno torturati, me per primo, mi hanno tolto un occhio che ora ho in vetro, strappato le unghie che ancora stanno ricrescendo, mi hanno aperto in due eccetera eccetera eccetera, ma nonostante tutto ne io ne Taylor abbiamo aperto bocca. Ora, mi devi ascoltare, arriva la parte importante. I russi la stanno cercando e l'hanno trovata nonostante per tutto questo tempo li ho tenuti lontani con false piste, vogliono lei, l'uovo e ciò che quello nasconde. E non lo dovranno mai avere. Mai, Dunn. Hai capito?>
<si>
<perfetto. Io il mio l'ho fatto. Adios, amico> fece per allontanarsi ma lo fermai con un'ultima domanda.
<lei sa che tu sei qui?>
<si, lo sa. Ciao, Gabriel. Ci rivedremo> e scomparve, letteralmente.
<sto impazzendo> mormorai e finii la sigaretta.
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Dal tramonto all'alba
RomanceAvere Gabriel al mio fianco era una cosa ovvia, una certezza per me. Era buono, gentile, comprensivo ed eseguiva perfettamente il suo lavoro. ma nonostante tutto ciò io non lo amavo, eppure lui mi dimostrava i suoi sentimenti riguardo me e li accett...