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Quando la mattina dopo Gabriel scese le scale, non potei evitare un brivido. Era tutto bardato, con un grosso giubbotto antiproiettile sul quale erano appese una radio, una pistola e un altra arma che non sapevo identificare in quanto era coperta; poi una grossa cintura in cui vi erano tre caricatori e delle manette, e vi era appeso un gambale che circondava la coscia muscolosa con due grosse cinghiee che aveva appeso un altra arma, più grande rispetto alla pistola sul petto.

<andiamo?> gli chiesi timorosa, incerta sul da farsi, mentre passai nell'altra mano il trasportino in cui era Mason che dormiva.
<tra poco, si. Dobbiamo aspettare gli altri>
<Jesse e Cole sono arrivati a casa?> chiesi in quanto il fratello e il bambino erano partiti la sera prima per andare a casa di Jesse
<si, da poco> afferrò un suo borsone e uscì per caricarlo in auto.
Non aggiunsi altro finché non presi coraggio per fare quella domanda.

<Agente?> lo chiamai così perché desiderava più distanza da me e accettavo la sua scelta
<mi dica> rispose
<io- volevo sapere se.. beh... se resterà con me> mi morsi un labbro abbassando lo sguardo
<si, rimarrò con voi>
<sempre?>
<no. Dalla mattina alle 7.30 fino le 22.00. Tranne in casi particolari come eventi, o se vorrai uscire. Comunque arriverò sempre un po prima e andrò via sempre un po dopo. Nel caso avrà bisogno potrà benissimo venire a bussare alla mia porta. Avrò un l'appartamento sotto al suo attico. Le basterà uscire, attraversare il corridoio e scendere le scale>
<non intendevo..> lasciai in sospeso
<lo so> disse velocemente
La nostra conversazione si interruppe quando ci chiamarono da fuori la porta. Io finii di sistemare le mie cose e Mason. Amy prese Cooper e Coraline.

<sicura di aver preso tutto?> mi chiese Lucas. Io annuii e cercai di ricambiare il sorriso. <non essere preoccupata, andrà tutto bene> mi toccò la spalla e mi spinse fuori dalla casa dove gli altri agenti ci aspettavano. Gabriel diede subito disposizioni, chi andava davanti e chi stava dietro di noi. Poi si sedette nel posto del guidatore mentre io mi affrettai a salire, e Lucas al suo fianco. La prima macchina  con Amy, partì, noi la seguimmo a distanza, e una si posizionò dietro.
<quanto ci vorrà?> chiesi a Lucas dopo averlo chiamato
<non so. Penso qualche ora> con incertezza guardò Gabriel che annuì <dopo di che prenderemo l'aereo>

Sbagliamo.
Sbagliamo ad affidarci così tanto all’amore. Ce ne affidiamo come se fosse l’unica cosa in grado di salvarci, non badiamo nemmeno alle ferite che l’amore stesso lascia perché convinti che qualsiasi ferita provenga da esso ne valga la pena. Ma non è così. L'amore cambia. Come ti porta in alto ti fa cadere giù in due secondi. Non facciamo che scommettere sull’amore , diamo tutto alla massima totalità senza chiederci quanto effettivamente ci sta tornando indietro e se ciò che ci torna indietro e ciò che ci meritiamo. L’amore è un arma a doppio taglio ma non ci facciamo caso. Ci facciamo travolgere completamente fino a che non ci consuma fino a che non ci rimane più niente se non l’amore. Ma a me l’amore non basta se la sera prima di addormentarmi piango, per amore.

Durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me. Non dico che fosse come la mia ombra mi stava accanto anche nel buio, non dico che fosse come le mie mani e i miei piedi 
quando si dorme. Io non perdevo la nostalgia nemmeno durante il sonno. Non dico che fosse fame o sete o desiderio
del fresco nell'afa o del caldo nel gelo, era qualcosa che non poteva giungere a sazietà, non era gioia o tristezza, non era legata
alle città alle nuvole alle canzoni ai ricordi. Era in me e fuori di me. 
Durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me
e del viaggio non mi resta nulla se non quella nostalgia.
...
Arrivati in aeroporto mi occupai dei documenti per l'imbarco. Fummo accolti dal comandante e l'hostess, mentre gli assistenti si occupavano di sistemare i bagagli nelle stive del jet. Appena fu possibile ci fecero accomodare. Salì prima Gabriel che controllò il mezzo, poi fece cenno di salire e andai subito, seguita dal resto della squadra. Mi accomodai subito in una poltrona, da sola, e mi rannicchiai per guardare il finestrino.
<Signorina?> venni chiamata dall'hostess. Mi voltai ascoltandola <si deve allacciare la cintura per il decollo> mi sorrise e andò ad avvisare tutti gli altri.
La partenza fu tranquilla e veloce. Non sopportando più di vedere la ragazza riempire Gabriel di attenzioni decisi di andare nella stanza, nella quale poco dopo fece capolino anche Lucas.

Dal tramonto all'albaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora