35- "quello era... Brandon Taylor"

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Gabriel p.o.v.
Dopo che misi a letto Cole tornai di sotto con l'intenzione di aspettare il suo ritorno, ma fu più forte di me e mi addormentai sul divano. Mi risvegliai alle 3.33 quando nella serratura venne infilata una chiave. Coraline si alzò e si sedette vicino la porta, scodinzolando, e capii che Eryn era tornata. Entrò in casa seguita dagli agenti e un moro. Noah si avvicinò a me salutandomi.
<ciao Gabriel, come stai? Cole?>
<ciao Noah, io bene. Cole dorme. Fate piano perfavore> dissi, l'ultima parte rivolgendomi anche agli altri. Poi venne Eryn e mi abbracciò.
<ho avuto paura, Gabe> io la rassicurai senza allargarmi troppo. Poi mi presentò Brandon. Era un ragazzo che incuteva abbastanza timore, era bello da far prendere il fiato a chiunque lo guardasse. Sapevo di essere dotato di un minimo di bellezza io, ma lui mi passava sopra di molto.
...
Eryn p.o.v.
Bry mi salutò, costante e spostandosi quando gli toccai il braccio.

<quello era... Brandon Taylor?> chiese conferma Gabe quando se ne andarono tutti.
<si. Domani tornerà. Per parlare> posai la borsa sul divano e mi tolsi il giubbotto. Sfilai le scarpe e calzai le pantofole
<ti vedo scossa, Eryn. Chi hai visto la? Cos'è successo? Chi c'era?>
<non ne voglio parlare, Gabriel> biascicai andando al piano superiore. Entrai nella nostra stanza seguita da lui e iniziai a spogliarmi, per poi buttarmi a peso morto sul materasso e infilandomi sotto le coperte. Lui si sedette al mio fianco e mi guardò attraverso l' abat-jour.
<va bene, Eryn. Vado a dormire. Buonanotte>
<non rimani qui?>
<vuoi?> mi chiese e io annuii con la testa. Allora mi accontentò.

Gabe p.o.v.
<papà?> aprii gli occhi con questa vocina e vidi subito la stanza illuminata dal sole. Poi mi voltai verso una piccola mano che mi toccò il petto.
<ciao amore> gli dissi accarezzandogli la testa. Mi spostai verso Eryn che ancora dormiva e lo feci stendere al mio fianco. <hai dormito bene?> chiesi con premura.
<si> confermò stringendosi a me <ho fame>
<allora andiamo a fare colazione> mi alzai piano tenendo lui in braccio e senza far svegliare la mora.
Scesi le scale tenendo mio figlio stretto a me. Mi raccontò di cosa aveva sognato e mi disse che gli mancava tanto la madre. Una madre che però non aveva mai visto tranne due volte il primo anno di nascita. Lo feci sedere sulla sedia al tavolo mentre iniziai a cucinare. Mentre la colazione si cuoceva feci andare in giardino Coraline che poi rientrò e le misi nella ciotola le sue crocchette. Intanto starnutii qualche volta e mi soffiai il naso spesso.

Sentii bussare alla porta e mio figlio corse verso essa.
<Cole, santo cielo, vatti a sedere che adesso arrivo> lo ripresi. Iniziavo già a essere stanco, Cole mi stava esasperando. Solitamente era un bambino tranquillo e ubbidiente, ma quel giorno no. Lo rincorsi e lo sollevai da terra prima che raggiunse la maniglia. Aprii la porta e vidi Brandon.
<buongiorno> lo salutai.
<salve agente. Eryn?>
<dorme ancora. Prego, entra> lo invitai e lui si accomodò. <stavamo facendo colazione, ti unisci?>
<in realtà volevo portare Eryn a fare colazione> mi informò
<solitamente non si sveglia prima delle 10> risposi e feci scendere Cole che corse in cucina. Brandon mi sorrise, per la prima volta e mi chiese se fosse mio figlio.
<gia> gli risposi
<siete identici, cavolo> ridacchiò mentre entrammo in cucina. Lo feci sedere e preparai dei waffle anche per lui, posando poi sulla tavola tutto quello che poteva usare da mettere sopra. Poi iniziai a prepararne degli altri mentre stavo vicino a Cole per farcirli come più gli piacevano. Ero tre persone contemporaneamente: una stava cucinando, una faceva da padre e un'altra puliva per terra il danno appena fatto dal bambino. Poi misi un altro piatto per me e finalmente mi sedetti.
<ma come fa?> mi chiese Brandon
<a fare cosa?> aggrottai le sopracciglia
<a sdoppiarsi. Come fa?>
<non so. Penso che ti venga naturale dopo un po di tempo. Insomma, sono degli anni che lo faccio quindi penso di aver preso ormai questo ritmo. Poi questa situazione non mi permette nemmeno di fare tutto> intanto Cole mi disse di aver finito, allora gli dissi di alzarsi e andare sul divano a vedere un po di TV, che poi saremmo andati in bagno a lavarci. Preparai del caffè e tornai a mangiare.
<quanti anni ha?> mi chiese
<cinque>
<e sono 5 anni che tu fai questo?>
<Brandon, diventare padre non ti fa rinunciare alla tua vita. Guarda me, sono padre, lavoro e riesco benissimo a prendermi cura di me, di mio figlio e delle altre persone> lo guardai e mi alzai quando il caffè iniziò a borbottare <ero giovane quando sono diventato padre ed ero spaventato, Brandon. Terribilmente spaventato. Sua mamma lo ha messo al mondo, lo ha allattato i primi mesi e poi me lo ha lasciato, come se fosse un vecchio oggetto del quale si era stancata. Io non sapevo nulla. Nemmeno come si stesse al mondo. Eppure ho imparato. Per lui l'ho fatto. E ora posso dire di avere un bellissimo figlio al quale non manca niente> versai del caffè nella sua tazza, poi nella mia. Posai la caffettiera sui fornelli e mi sedetti di nuovo al tavolo.

Dal tramonto all'albaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora