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Attenzione, sono descritte scene esplicite. Se non vuoi leggere, scorri fino a FINE.

Lo chiamai, ma la mia voce risultò debole. Con le mie mani sulla sua schiena riuscii a sentire una leggera scossa percorrergli la spina dorsale fino a fermarsi nel basso ventre. Guidato dal sui istinto spinse allargandomi e riempendomi con forza.
<piano> mugugnai trasalendo e stringendo i denti. Posai una mano al suo ventre per rallentarlo e sentii le sue unghie graffiare la pelle, ma fu scattante e afferrò il mio braccio, sbattendolo contro la testiera del letto. Gemetti e mi contrassi e lo sentii ansimare più profondamente.
Posò i suoi palmi sui miei fianchi e mi tirò, su di lui, che restò seduto sui talloni. Cercai di abbracciare il suo collo, ma lui fu più svelto e mi prese i polsi, costringendoli poi dietro la mia schiena. Non so per quale motivo, ma non voleva che lo toccassi e che lo baciassi.

Si chinò e prese tra i denti il mio capezzolo, e lo strinse quando mi sentì gemere. Emise un grido lino per la sorpresa, ma poi il suo jorso si fece più spietato e cercai di divincolarmi.
<lascia> mi lamentai. Lui allentò la presa, poi lo succhiò e lo lasciò. Mossi i fianchi per pregarlo di continuare ma non mi ascoltò, piuttosto pizzicò la mia pelle. Mi liberai le braccia e le posai sulle sue spalle. Poi gli crollai addosso per cercare conforto. Rimasi così per un po, ad abbracciarlo, ma ricominciai a muovermi, più lentamente. Mi lasciò libera e in breve io aumentai il ritmo, prendendo a montarlo selvaggia, conficcando le mie unghie nella sua carne. Mi assecondò lasciandomi il comando, quando all'improvviso mi catturò dai fianchi e mi gettò su un fianco e aderendo con il torace alla mia schiena riprese a possedere imponendomi il proprio dominio.
Io urlai incitandolo a continuare, lo pregai di non smettere e lui mi ascoltò. Volevo muovermi sotto si lui, assecondando la nostra brama, ma in quella posizione non ci riuscivo ed ero in completa balia di lui.
Quando lui colpì il mio punto, non ebbi controllo del mio orgasmo e i suoi affondi, intensi e profondi, ne dettaglio l'intensità.
Emise un basso grugnito sentendo le contrazioni della mia vagina che gli stringevano il pene mentre i miei gemiti si quietavano e il mio corpo tornava morbido. Accarezzò il profilo del mio fianco e risalì fino al seno.

Io, ansimante, trattenni il respiro mentre prendeva tra le dita il capezzolo che aveva morsato poco prima.
<fa male?> domandò stringendolo.
<sì> gemetti muovendomi. Non era l'unica parte a dolermi, ma comunque sia amavo il suo tocco anche quando causava in me un certo dolore. Lui strinse ancora un pochino di più mentre si sfilava delicatamente da me. Fece scivolare due dita dentro di me, entrando velocemente, e mi contrassi gemendo. Poi le fece uscire e risalì tra il solco delle mie natiche, fino sopra il mio buco e esercitando un po' di pressione. Con l'altra mano mi prese per i capelli in modo da non farmi allontanare. Si piegò su di me e portò le sue labbra al lobo delle mie orecchie ed esercitò una pressione maggiore.
<no> lo interruppi portando avanti il bacino e indietro la schiena. Capendo, lui tolse le dita e io mi divincolai dalla sua presa. Una volta che mi fui girata impugnai il suo membro e lo spinsi piano sulla spalla per farlo stendere. Lui gemette e mi sentii appagata. Sorrisi e scesi con l'altra mano e con le labbra sul suo petto, mi soffermai su qualche vecchia cicatrice e passai poi alle cenette degli addominali.
Mi feci guidare dall'istinto e con una mano scesi sul suo ventre, mentre con l'altra percorsi tutta la sua asta fermandomi in cima. Mi chinai e usai la lingua su tutta la sua lunghezza e finii con l'accoglierlo tra le mie labbra.
Lui lanciò un grutturale gemito mormorando poi il mio nome è qualche complimento. La mia mano e la mia bocca si muovevano sulla sua lunghezza in modo coordinati e senza dargli tregua, mentre con la lingua battevo insistentemente sulla parte più sensibile.
Quando alzai lo sguardo su di lui sentii che venne infiammato dalla bramosia che ci accendeva. Mi fermò per potersi alzare in piedi e io lo seguii, correndo a cercarlo e inginocchiandomi davanti a lui. Ma questa volta mi afferrò la testa e mi guidò secondo un ritmo ben scandito da lui. Quando lui si ritrasse io mi aggrappai ai suoi fianchi.
<apri> ordinò con tono dominante tenendomi la testa, riferendosi alla bocca. Io dischiusi nuovamente le labbra e lui rientrò, affondando ancora, e di nuovo, scendendo sempre più giù, sempre più in profondità. Il mio cuore batteva più velocemente, la mia mascella si tese e la mia gola accoglieva tutti quei dure affondi. Le sue grandi mani mi costringevano a reclinare la testa all'indietro mentre mi riempiva oltre il limite, tanto che ogni tanto sentivo i conati salire. Avevo già fatto più volte qualche fellatio a Gabriel, ma mi ero sempre aiutata con la mano per la sua eccessiva grandezza. Temevo di soffocare quella volta e cercai di spostarmi, ma lui ignorò tutti i miei tentativi di allontanarmi e allora lo morsi, disperatamente. Il piacere di quel momento e il dolore del gesto che avevo appena compiuto si sovrapposero, creando altro piacere che lo fece cedere e inondarmi la bocca con il suo orgasmo mentre i miei occhi lo imploravano sgranati e i miei polpastrelli affondando sulle sue cosce e le mie unghie nella sua carne. Rilasciò un lungo gemito, estasiato, e riversò nella mia gola altri fiotti caldi.
FINE

Dal tramonto all'albaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora