<Dio, che mal di schiena> mi lamentai con Brandon che si sedette sul divano di fianco a me.
<vuoi che massaggi un pochettino?> si propose, e come rifiutarlo? Allora annuii con la testa, lui mi fece distendere e mi massaggiò con cura. Non era esperto, ma apprezzavo davvero molto il fatto che ci stesse provando e in più mi piaceva il suo tocco e mi dava sollievo.
<io vado su, ragazzi. Per qualsiasi cosa basta che urliate il mio nome> ci avvertì Gabriel dopo aver controllato che porte e finestre fossero ben serrate per la notte. Noi annuimmo e rimanemmo soli, tranne per la presenza di Coraline, che mi seguiva ovunque io andassi e si sedette sul tappeto, distante qualche metro da noi. Passammo la serata a guardare qualche film: volevamo provare a vedere tutti i "Pirati dei Caraibi" ma abbandonammo l'intenzione solo all'inizio del terzo film, quando io ero ormai stanca.
<dai, alzati, Eryn> si alzò Brandon e si avvicinò al mio corpo disteso, che fino prima teneva la testa appoggiata sulle sue gambe. Mi toccò le spalle accarezzandole e appena staccò le mani io mi misi dritta a sedere, poi mi alzai e camminai fino al piano di sopra. Lui mi seguiva diligentemente e sentivo i suoi sospiri quando voleva dire qualcosa ma si tratteneva. E fu mentre ci preparavamo per la notte che ebbe il coraggio di farmi quella domanda che tanto ostentava: <a cosa ti riferivi quando hai detto in macchina che sapevi che nome dare a nostro figlio?>
<avevo l'intenzione di dare a nostro figlio lo stesso nome di quell'Amore che avevamo in comune io e te, Brandon> mi avvicinai a lui e posai una mano sul suo pettorale nudo: per dormire avrebbe usato solo un paio di pantaloni di scorta di una tuta che teneva in macchina, ma le maglie non le aveva.
<non lo sopporterei Eryn. Ho passato quasi 20 anni della mia vita al suo fianco. Abbiamo condiviso moltissimi momenti, belli e brutti, altri straordinari. E non voglio attribuire al suo nome altri ricordi che però non appartengono a lui. E lui ormai non c'è più. Vedi di fartene una ragione e non se ne parla di dare il suo nome a mio figlio> borbottò alla fine. Io sospirai, ma mi andava bene, non volevo fargli del male e solo in quel momento mi resi conto del dolore che gli avrebbe provocato la mia decisione. E mi dispiacque così tanto che mi scusai. Lui mise su un sorriso forzato e disse che non faceva nulla, poi si stese a letto, sotto le lenzuola e mi attese finché non lo raggiunsi dopo essermi coperta per bene, in modo da non avere freddo quella notte.
<stai bene?> mi chiese quando mi voltai dandogli la schiena
<sì, certo>
<sei strana. Non ti fai toccare> notò dopo che mi spostai al suo tocco sui miei fianchi nudi dopo che la maglietta si alzò.
Io sospirai e poi gli diedi la risposta che non voleva <non hai la mia piena fiducia. La dovrai riconquistare se mi vuoi avere e fino ad ora non hai fatto niente se non mostrare interesse riguardo la visita di quest'oggi . Non voglio fare sesso con te anche se posso sentire sulla mia coscia stessa he tu sei di pensiero opposto, anzi, non voglio proprio fare nulla di intimo con te>
<d'accordo, Eryn. Un po' me lo immaginavo> rispose con un tono triste, per il mio rifiuto. Portai una mano sul mio fianco scoperto e tirai giù la maglia, coprendomi.Di notte mi svegliai più volte e potei sentire ogni volta il suo sguardo sul mio corpo. Mi guardava e non c'era un mio pensiero che non gli appartenesse: lo sentivo cucito fin sotto la pelle, fin dentro le ossa, in un modo così stretto da non poter essere strappato via senza farmi a pezzi. Nella mia solitudine mi prendeva per mano e scendeva con me nel buio della mia anima. Io grondavo di un dolore infernale e lui mi donava carezze di schiuma, mi addensava tra i palmi come un banco di nubi. Allora io esplodevo con un tuono e lui spariva in quel nubifragio, travolto da me, dallo stesso dolore che mi causava.
Ma piano piano iniziai a riuscire a sentirmi di nuovo. quando tutto il resto taceva, quando il caos dentro di me finalmente tornava a essere il brontolio di una bestia addormentata, quello era il momento in cui riusciva a essere me stessa. Sul ciglio del baratro, in bilico sull'orlo perfetto tra realtà e devastazione, quello era il mio costante equilibrio, la dimensione in cui riuscivo ad andare avanti.
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Dal tramonto all'alba
Любовные романыAvere Gabriel al mio fianco era una cosa ovvia, una certezza per me. Era buono, gentile, comprensivo ed eseguiva perfettamente il suo lavoro. ma nonostante tutto ciò io non lo amavo, eppure lui mi dimostrava i suoi sentimenti riguardo me e li accett...