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Quando aprii gli occhi il letto era occupato da una sola persona. Toccai il materasso e lo sentii freddo, segno che se n'era andato già da un po. Prima di alzarmi controllai l'orario e vi erano segnate le 7 meno 10. Allora mi alzai, andai in bagno a lavarmi e mi vestii. Indossai un paio di leggins neri e una camicetta corta fin sopra l'ombelico e un po scollata. Ai piedi calzai delle converse basse. Arrivata in cucina presi un bicchiere d'acqua e un'aspirina per il mal di testa, dopo di che mi resi conto che sarebbe stato il caso di andare a fare la spesa. Mi diressi verso la stanza di Mason e lo trovai già sveglio al mio arrivo.
<buongiorno> gli dissi prendendolo in braccio. Lo portai in bagno, lo cambiai e lo lavai, poi tornammo in camera e lo vestii.
<che dici, possiamo andare?> gli domandai come se potesse rispondermi. Scrollai le spalle e andai a prendere il passeggino, sotto il quale infilai la borsa con le cose per il bambino, come pannolini, cibo e acqua.
<ok, ora siamo pronti> allora lo infilai dentro il passeggino e uscimmo di casa.

<dove vai?> sentii alle mie spalle. Non aspettandomelo sobbalzai e mi misi una mano sul cuore per lo spavento. Mi girai e vidi Gabriel
<a fare colazione, poi la spesa>
<d'accordo, andiamo>
Camminò silenziosamente dietro di me, prendemmo l'ascensore e arrivammo al parcheggio sotterraneo, dove ad aspettarmi c'era la mia auto.
<sali con me?> gli chiesi
<no, ti seguo>
<d'accordo> lui si diresse fuori, dove ad aspettarlo vi era l'auto della sera prima, mentre io sistemai il bambino e il passeggino. Salii e misi in moto, sentendo il suono che tanto mi era mancato. Con calma uscii dal parcheggio e quando fui fuori vidi Gabriel attendermi. Mi fece cenno di passare e così feci. Mi misi davanti a lui facendo strada. Poco dopo l'auto mi avvisò di una chiamata in arrivo, allora senza guardare chi chiamava risposi.

"Pronto?"
"Eryn" era Gabriel
"Dimmi"
"Non pensi sia meglio rallentare?"
"Cos'è, non mi stai dietro?" Ridacchiai
"Stai andando troppo veloce, rallenta"
Feci come mi disse perché in fondo aveva ragione e io non me n'ero accorta di star correndo così veloce.
"Dove pensi di andare a fare colazione?" Mi chiese
"Tra poco sulla destra c'è un incrocio, e poco più in là c'è un posticino carino carino. Volevo andare li"
"D'accordo"

Infatti, poco dopo svoltai, lui dietro di me, e quando arrivai al parcheggio mi infilai nel primo posto vuoto, sentendo subito un clacson suonare.
<ops> mi dissi. Forse gli avevo tagliato la strada.
Per scendere attesi di vederlo poco distante dalla mia auto, poi presi la borsa, uscii, presi il passeggino dal baule e ci sistemai il bambino.
<sei fottutamente pazza> mi disse Gabriel dietro di me. Arrivati all'ingresso fu gentile e mi aprii la porta, così passai prima io. Lui si tenne a distanza e non mi parlò. Mi accolse una cameriera che mi fece sedere a un tavolo mentre Gabriel si sedette al bancone, mentre mi teneva d'occhio attraverso la parete specchiata di fronte a lui.
Appena un uomo entrò di fretta lui si girò e lo tenne d'occhio e quando notò che quella persona si stava avvicinando a me lui fu più svelto e si frappose.
<Signorina Morgan?> mi chiamò quell'uomo mentre spingeva gli occhiali ancora più attaccati al naso. Io guardai Gabriel allarmata.
<faccia un passo indietro, prego>
<oh, si, scusatemi> e indietreggiò alzò la valigetta stracolma di scartoffie che teneva in mano e la appoggiò sulla poltroncina di fronte a me <sono venuto a parlare con lei, Signorina>

<ci conosciamo?> gli chiesi mentre feci cenno a Gabriel di mollarlo. Lui lo fece ma comunque ci restò vicino.
<oh, mi scusi di nuovo> mi porse la mano e si presentò mentre io la strinsi <sono Ian Sanchez della Models&Company. Mi hanno mandato a cercarla>
<beh, mi ha trovata> sorrisi e alzai la mano per chiamare la cameriera e intanto gli domandai cosa potessi offrirgli <due pancake con sciroppo d'acero e due caffè, per cortesia> sorrisi alla ragazza, poi tornai alla conversazione con l'uomo di fronte a me <mi dica, signor Sanchez>

Dal tramonto all'albaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora