26- Pranzo di Natale e Travor

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A pranzo si decise di andare fuori, in un ristorante.

<come ti vesti, Eryn?> mi chiese Brandon. 

<penso di mettermi una tuta jumpsuite bianca, elegante. Con i tacchi che mi ha regalato tua sorella> eravamo in camera a cambiarci e Brandon stava andando in paranoia perché non sapeva cosa mettersi. <Brandon smetti di rompere> gli dissi io dopo un po' mentre mi infilavo la tuta.

 <Brandon smetti di rompere> gli dissi io dopo un po' mentre mi infilavo la tuta

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<se mi dai una mano ad allacciare dietro ti prendo io i vestiti, Bry> sbuffai. <sai dove si trova questo ristorante?> chiesi mentre mi allacciava la cerniera

<sì. È un pochino distante da qui, ci metteremo circa una ventina di minuti. Io e te faremo una macchina a parte e non siederò al tavolo con voi. Sarò solo ed esclusivamente la tua guardia del corpo.>

<se qualcuno mi si avvicina cosa devo fare?> chiesi non sapendo come comportarmi.

<ci penserò io, non ti preoccupare. Tu dimmi solo: vuoi essere lasciata in pace o se chiedono una foto la vuoi fare?>mi domandò. Io risposi che andava bene una foto, basta che non chiedevano di più. <io e mio padre avremo un'auricolare. Se c'è qualcosa che non va faccelo notare. Se vuoi andare via di' giallo. Se vedi qualcosa di molto strano, di' rosso e indica le ore dalla tua prospettiva> appena finì di chiudere la zip andai nel suo armadio. Presi una camicia bianca, i pantaloni li prese da solo sapendo lui quale fossero meglio. Poi aggiunsi un gilè grigio scuro perlato, abbinato con la cravatta. E la giacca elegante nera.  Io presi una pochette e misi dentro una bella somma di denaro, insieme a qualche trucco nel caso ci sarebbe stato il bisogno di perfezionare qualcosa. <hai dei capelli lunghissimi> sussurrò Brandon. In effetti era da molto che non andavo dalla parrucchiera e mi erano cresciuti molto velocemente e ormai mi arrivavano sotto al sedere. Gli sorrisi dolcemente, lui si sistemò un'auricolare che prese da un borsello, e aggiunse una custodia per una pistola nella cintura, che venne nascosta dalla giacca e presto riempita. Andammo verso la porta, la aprì per me e mi fece passare, poi a braccetto scendemmo le scale. Ci stavano già aspettando tutti, ovviamente, e uscimmo di casa tutti insieme. C'era la neve e io avevo un freddo tremendo, tanto che il ragazzo che avrebbe dovuto proteggermi mi prestò momentaneamente la sua giacca. In macchina mi fece sedere nei sedili posteriori di un suv blindato, con i finestrini oscurati. 

Il viaggio fu noioso, ma il luogo in cui arrivammo ne valse decisamente la pena. Era un ristorante di alto livello, molto elegante, e la sala era davvero grande.  Quando entrammo lasciai la giacca all'agente e venimmo accolti in modo grandioso d aut cameriere che, secondo Brandon, fissava un po' troppo la mia persona. Brandon fu impeccabile, sempre al mio fianco e sempre attento e vigilante. 

<cosa volete ordinare?> chiese il cameriere. Prima ordinarono i signori Gray e Michael, poi Jasmine, Aaron e infine io. Il cameriere mi mandò diverse occhiate, ma ero così in ansia che non feci nulla a riguardo. 

<io penso che prenderò del tacchino, con le verdure> gli dissi guardandolo. 

<da bere cosa vi posso portare?> 

Dal tramonto all'albaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora