38- dipendenze

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Mi svegliai presto la mattina, sentendo il bisogno di sostanze, così le assunsi e andai in salotto a guardare la tv, con un volume basso in modo da non svegliare il ragazzo e suo figlio. Erano le 5.15 e arrivò un messaggio nel mio telefono. Era Brandon che mi chiedeva se fossi sveglia, e allora gli risposi, ma non prima di aver riflettuto su cosa fare. Mi chiese se fossi potuta uscire e risposi che non si sarebbero stati problemi. Allora mi misi le scarpe velocemente e quando mi scrisse che mi aspettava fuori uscii di casa. Entrai nella macchina che ormai conoscevo molto bene e mi allacciai la cintura.
<ciao, Eryn> mi salutò con voce sottile e un tono rammaricato, di qualcuno che si è pentito di qualcosa.
<ciao Brandon> lui partì e si allontanò da casa nostra.
<hai fatto colazione?>
<secondo te ho fatto colazione alle 5?>
<hai ragione. Come mai eri già sveglia?>
<mi era venuta un po' di nausea> mi voltai verso il finestrino nella speranza che non si accorgesse della bugia che gli avevo appena detto. Odiavo mentire, specialmente a Brandon, e odiavo anche i bugiardi.
<ti va se... andiamo a vedere l'alba da qualche parte e poi andiamo a fare colazione?>
<sì, va bene> mi rigirai un anello che avevo nel medio. Per il resto del viaggio rimanemmo in silenzio, ma non fu un silenzio imbarazzante: era pur sempre Brandon. Guidò per una ventina di minuti prima di fermarsi in una alta collinetta dalla quale potevamo ammirare tutta la città. Aspettai che il sole iniziasse a sorgere prima di parlare. <lo sento muoversi ogni tanto> sussurrai riferendomi al bambino.
<davvero?> mi guardò e per istinto mise una mano sopra la mia, fermando la tortura al povero anello.
<già> sorrisi abbassando lo sguardo sulla mia pancia lievemente sporgente
<bè, dovrebbe essere una cosa buona no? Insomma, si muove, quindi sta bene>
<penso di sì> lo guardai in faccia. Scendemmo dall'auto, io con il giubbotto suo che mi passò, e ci appoggiammo al muso dell'auto, sul quale io, che ero leggera ancora, mi sedetti. <alla prossima visita si scoprirà il sesso. Vuoi venire?>
<non so se sia il caso. Gabriel->
<non c'entra Gabriel. Sei tu il padre> lo fermai. Nonostante io e Gabriel fossimo "in prova", nulla cambiava ciò che io continuavo a provare per il ragazzo che era al mio fianco in quel momento. Io volevo Brandon vicino ma mi accontentavo di Gabriel. Volevo davvero bene a Gabe, ma Bry era più in alto, per me.
<sì, Eryn. Verrò. Tra quanto tempo hai la visita?>
<tre settimane. Non ricordo il giorno preciso, appena arriviamo a casa ci guardo così te lo puoi segnare e non lo dimentichi>
<non lo dimenticherei mai, Eryn> si fece più vicino a me e io mi appoggiai sulla sua spalla, rilassandomi sentendo il suo familiare profumo. Lui non si spostò nemmeno quando feci passare ripetutamente la mia mano sul suo braccio. E mentre lui osservava l'alba, io osservavo lui. Passò il suo braccio attorno al mio bacino e mi portò attaccata a lui. Ogni istante che passava eravamo l'uno sempre sempre più vicino all'altra, persino con le nostre anime. Tenne una mano sul mio ventre, gesto che mi fece rilassare e finalmente puntare lo sguardo sull'alba, anche se ormai era terminata.

<ti va di andare a fare colazione?> mi domandò quando erano ormai le 7.20 . Erano ormai già due ore che eravamo insieme e il tempo mi sembrò volare. Annuii e allora entrammo nella vettura. Mi tolsi la giacca quando lui accese l'aria calda e gliela posai nei sedili posteriori, poi lo ringraziai. Appoggiai la testa al vetro del finestrino; aveva una guida dolce e non la fece rimbalzare nemmeno una volta.
<Eryn?> mi chiamò per assicurarsi di avere la mia attenzione e continuò a parlare quando gli diedi una risposta attraverso un mugolio <tu sai che vi amo, vero? So di non essermi comportato per bene, di averti abbandonata nel momento sbagliato, di averti fatta soffrire. Ma come potevo supportarti se ero rotto io per primo? Sono stato un codardo, un vile, con il mio comportamento. E mi dispiace. Ma avevo bisogno di rimettere prima insieme i miei pezzi. Perdere Travor è stato tremendo per me, e nonostante il tempo passato sento ancora che qualcosa di rotto dentro di me c'è, e purtroppo una parte sarà distrutta per sempre. Mi dispiace, Eryn> posò una mano sulla mia coscia, io gliela afferrai e la strinsi
<manca molto anche a me, Brandon. Io lo amavo davvero tanto, come amo te ora. Quando l'ho visto... Dio, Brandon, io l'ho visto in faccia> iniziai a piangere, ma mi asciugai presto gli occhi. <ma ora siamo noi due, Brandon. E nonostante la nostra perdita incolmabile dobbiamo cercare di rimetterci in piedi. Per nostro figlio, o figlia. Ma lo dobbiamo fare principalmente per lui. Non siamo più da soli, io e te. Ora siamo noi tre> cercai di farmi forte per lui, di prendere il suo dolore per aiutarlo e dargli un attimo di pace.
<si, Eryn. Ci proverò. Non voglio più lasciarti da sola, e lo dobbiamo fare insieme, se no io non ce la farò>

Dal tramonto all'albaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora