Gabriel p.o.v.
La prima cosa che notai appena rientrai in quella casa fu l'assenza di Eryn. Jefferson era seduto sul divano con il computer sulle gambe.
<Dunn> mi salutò
<Jesse> ricambiai il saluto mentre slacciavo Coraline.
<e il piccolo Gabriel?>
<si chiama Cole. Ed è da mio padre> non ne volevo parlare, ma sapevo perché me lo chiedeva.
<quando lo potrò vedere?>
<Jesse> lo ammonii
<mamma ogni tanto mi chiama. Mi chiede di te e di tuo figlio> ma io non gli diedi risposta <avanti, Gabriel, se hai perdonato tuo padre puoi anche perdonare nostra madre> ebbene si, eravamo fratelli, ma di padre diverso.
<dov'è Eryn?>
<di sopra, in camera di suo figlio. Ha litigato con Brandon ieri>
<ha alzato le mani?> mi interessai.
<si. Le ha rotto un labbro e le ha lasciato parecchi lividi. L'ho trovata rannicchiata mentre proteggeva il figlio, Brandon stava sbraitando e la cucina era in soqquadro>
<lo andrò a trovare prima di ripartire>
Sentii i passi di Eryn per le scale, e quando varcò la soglia del soggiorno non potevo sentirmi più arrabbiato.
<ciao Gabe> mise su un finto e triste sorriso e strinse Mason più a sé.
<Eryn> strinsi I pugni. Mi avvicinai e la abbracciai. Quando mi spostai le sfiorai i lividi e il labbro gonfio. Poi mi voltai verso mio fratello. <tu dov'eri?> mi fiondai sopra di lui e lo bloccai al divano, con il mio volto a un centimetro dal suo.
<mi fidavo di Brandon, dato i suoi trascorsi nelle forze armate>
<tu. Dove. Eri?>
<a fare la spesa>
<dammi il computer. Ora> volevo vedere le riprese.Eryn p.o.v.
Mentre Gabriel fissava lo schermo del computer, Jesse andò ad aprire la porta quando bussarono.
<papà> lo salutai.
<cosa è successo?> si affrettò ad avvicinarsi a me. Mi diede un bacio sulla fronte e mi accarezzò.
<stiamo bene, papà>
<dov'è Brandon?>
<non è qui. Abbiamo litigato ieri e->
<è stato lui, non è vero?> iniziava ad agitarsi e innervosirsi.
<non importa. Vieni> lo portai in cucina. Gli lasciai Mason tra le braccia mentre gli preparavo il caffè. <so dov'è il carillon> gli dissi poi. Mi guardò <ci deve aiutare Rude. Lui lavora ancora a casa di mia madre. Lo potrà prendere lui>
<se non sbaglio, non è un vero e proprio carillon>
<non sbagli> versai il caffè in due tazzine <fa parte delle Uova Fabergé. Ma l'ho sempre chiamato carillon perché suona> gli misi la tazzina di fronte e sistemai il vasetto di zucchero a fianco.
<mi ricordo quando lo trovai. Ancora non si sa come si apre. O almeno io. Ma ho dei contatti. Facciamo arrivare qui l'uovo e farò le mie chiamate>Rimase per circa un'ora, poi se ne andò. Non avevamo molto tempo a disposizione, e da ciò che avevo capito era in un programma testimoni. Quando uscì, io mi diressi al divano e mi sedetti vicino a Gabriel che mi guardò, poi passò lo sguardo al fratello e quando si assicurò fosse impegnato, passò il suo braccio dietro le mie spalle. Accarezzò Mason che era tra le mie braccia e sorrise. Il bimbo lo guardò e ricambiò la smorfia, allungò le sue manine verso di lui che lo prese in braccio. Il bimbo lo fissava negli occhi e lo accarezzava nel mento. Al bambino sembrava piacere più Gabriel dello stesso padre.
<sta mangiando, Eryn?>
<si, perché?> Jesse si girò a guardare Gabriel.
<troppo piccolo. Secondo me non mangia abbastanza. Dorme?>
<dorme, ma fa fatica ad addormentarsi. Non sempre riesco a farlo dormire. Preferisce dormire sulle tue braccia che sulle mie> ridacchiai nervosamente alla fine.
<si, beh, perché non sei tranquilla. Ti devi rilassare quando sei con May, lui può sentire ciò che tu provi. Sei la sua mamma e lui si preoccupa per te. Avete dormito stanotte?>
<poco> gli risposi.
<si, in effetti è stanco. Lo si vede dagli occhi> lo avvicinò a sé e lo osservò bene <è un bambino molto silenzioso, non piange. Di solito loro comunicano piangendo. Mason non lo fa. O almeno in questo momento. Lo devi cambiare, Eryn>
<uhm, a proposito, gli volevo fare il bagnetto, ma ho bisogno di una mano. Ho paura di non farlo bene. Finché c'eri tu lo facevamo insieme>
<si, certo. Andiamo> si alzò prima di me, tenendo Mason mentre interagiva con lui. Lo seguii su per le scale, dove mi aspettava nel corridoio appena dopo l'angolo. Non feci in tempo ad accorgermene che ero attaccata al muro con le nostre labbra unite e May tra di noi.
<Gabriel> mormorai tra un bacio e l'altro <il bambino>
<e lascialo dov'è, il bambino> altro bacio <almeno lui potrà così essere testimone del nostro amore> e con una mano mi accarezzò la guancia livida, attento però a non farmi male.
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Dal tramonto all'alba
RomanceAvere Gabriel al mio fianco era una cosa ovvia, una certezza per me. Era buono, gentile, comprensivo ed eseguiva perfettamente il suo lavoro. ma nonostante tutto ciò io non lo amavo, eppure lui mi dimostrava i suoi sentimenti riguardo me e li accett...