2- Violet e incubi

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Travor p.o.v
La signorina Morgan, o Eryn, come ci ha chiesto di chiamarla, continua a parlare mentre le ragazze e i ragazzi la ascoltano attenti. Io e Brandon le prestiamo attenzione certo, curiosi, ma non tanta quanto gli altri.
Guardo il mio collega e gli faccio cenno con la testa di alzarsi e uscire da lì. Lui che subito mi capisce, si alza e insieme ci allontaniamo, uscendo dalla stanza.
<che succede, amico?> mi chiede, premuroso
A volte vorresti solo qualcuno in grado di darti le risposte giuste, anche alle domande che non fai; qualcuno che conosca la verità assoluta, che abbia per te la forza che disperatamente cerchi e che puntualmente non trovi, che sappia come farti dimenticare quel giorno vissuto che fa male e se ne frega di passare. E sì, lo so. La stanchezza sa essere un pensiero davvero egoista.
<non lo so> gli risposi, girando lo sguardo verso la ragazza nuova
Di colpo mi accorsi che i lineamenti del suo viso somigliavano terribilmente alle strade che avevo percorso per una vita intera; la via della scuola elementare, il vialetto alberato verso casa dei nonni, la salita del maneggio le domeniche pomeriggio, l'autostrada che tutte le estati mi portava alla casa al mare. Capii che, forse, quel 'senso di famiglia' lo proviamo quando incontriamo qualcuno il cui sguardo sembra esser stato disegnato da ogni passo che abbiamo compiuto. E di colpo sentii i suoi occhi addosso, immobili, inchiodati ad osservami mentre parlavo; lo sguardo di chi sa che certe cose, per poterle udire davvero, devi guardarle con più attenzione.
E poi riporto lo sguardo su Brandon, che mi guarda a sua volta con lo sguardo di uno che è stato male.
E chi è stato male conosce l'intensità del dolore, sa cosa vuol dire cadere. Chi è stato male è spesso sa comprendere il dolore altrui, senza parlare. Perché chi è stato male sa cosa vuol dire sentirsi solo anche in mezzo alla folla, sa cosa vuol dare importanza allo sguardo, chi soffre si riconosce anche dagli occhi.
Fuggire non è mai stata una soluzione, per uno come me. Per tutta la vita ho sentito addosso, come una seconda pelle, quel genere di insoddisfazione che, inesorabilmente, consumava ogni posto, ogni desiderio, ogni persona in cui cercavo e trovavo rifugio. Eppure, ad un certo punto, ci si abitua. Ci si abitua a guardare senza vedere, a fraintendere la realtà, a riservare al vento le parole migliori, a staccarsi da un abbraccio che somiglia a riconsegnare le chiavi di una casa in cui non sai che non rientrerai mai più.
Ad un certo punto, ci si abitua.
Eryn p.o.v
Quando i due ragazzi tornano si siedono sul letto che ci ospita e scambio un'occhiata con Travor. Abbassò lo sguardo svelando un mezzo sorriso carico di insicurezza, strappo di luce, argento vivo tornato al suo antico splendore. E allora capii. Proprio come il metallo prezioso, che è stabile nell'aria pura ma scurisce quando è esposto all'ozono o all'aria contenente tracce di composti dello zolfo, anche lui finiva sempre con il confondersi tra le cose vissute, in un tempo che era riuscito a cambiarlo, ad avvolgerlo tra le ombre di esperienze che facevano male e lasciavano il segno, a nasconderlo persino da sé stesso, come un cielo cinereo che, per proteggere il sole gli volta le spalle, piovendo in solitudine tutta la sua malinconia. E, si sa, una pelle d'argento può tornare a brillare solo tra mani che non hanno paura di macchiarsi dei resti di un passato che aspetta solo di essere lavato via.

Una decina di minuti dopo torna la Tenente Jonson con il foglio dei programmi tra le dita. Sorridendo ci guarda, constatando che inizio a sentirmi a mio agio tra i ragazzi.
<vedo con piacere che si trova bene, signorina Morgan. Ora, prestate attenzione, per cortesia. Questo è il foglio con il programma della settimana e vi chiedo di stare a sentire in caso ci fossero dubbi, poi comunque il foglio ve lo lascio in camera, appiccicato alla porta> inizia a parlare la tenente. <allora, lunedì, con la signorina Morgan, rimarrà l'agente Hill Travor. Martedì Taylor Brandon. Mercoledì Sharwood Nathan. Giovedì Moore Ray e Scott Clay, insieme. Venerdì Lewis Daniele. Sabato Sephora, Bonny e America, insieme. La domenica è libera, ma se c'è qualcosa da fare rimarranno chi è libero>

<ma perché io e Clay insieme? Non è giusto> ribatte Ray
<chi è messo in coppia è perché ritengo sia più opportuno. Non tutti sono all'altezza di un compito difficile come proteggere la signorina Morgan. Melody e Holly, mi dispiace non avervi inserite, ma non penso siate all'altezza. Siete qui da poco>
<nessun problema, tenente> sorridono le ragazze

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