3 settimane dopo
<buongiorno> sentii al mio orecchio. Aprii lentamente gli occhi e vidi Gabe ancora steso a letto, al mio fianco, mentre teneva la testa sollevata appoggiata sulla mano, il gomito puntato bene al materasso. Sentivo le sue dita scorrere delicatamente sulla mia pelle nuda facendomi così venire i brividi.
Sorrisi e mi stiracchiai.
<buongiorno> risposi e mi avvicinai a lui. Il mio seno si schiacciò al suo petto quando mi tirò stesa sopra di lui.
<come stai?> mi accarezzò i capelli, la schiena, e finì poi sui glutei.
<sto bene> mi accoccolai <grazie> e posai le mie labbra sul suo torace.<papà?> sentimmo il bambino chiamare da fuori la porta.
<su, vestiti> mi spostò veloce Gabriel <arrivo, Cole> si mise velocemente un pantalone della tuta e corse ad aprire la porta. Feci appena in tempo a mettere una sua maglietta e delle mutandine che era gia dentro con il figlio in braccio.
<buongiorno angelo> gli disse con un bacio sulla tempia. Si avvicinarono al letto e poi Gabriel si accomodò con il bambino sulle sue gambe,che coprì.
<papà, cosa facciamo oggi?> chiese il bimbo lasciandosi coccolare dal padre.
<tra poco andiamo a fare colazione, poi facciamo i compiti compiti tra poco inizia la scuola> e gli diede un bacio tra i capelli. Sentii Cole lamentarsi e il padre ridacchiò. Poi avvertii una mano che mi accarezzava la testa. Mi voltai lentamente e osservai il bambino.
<ciao tesoro> lo salutai. Scese dalle gambe del papà e si avvicinò di più a me, mi abbracciò e si lasciò stringere.
Quando Mason iniziò a piangere ci alziamo tutti e tre dal letto. I due si lavorano e poi scesero fino al piano terra, andarono in cucina e iniziarono a preparare la colazione, io invece mi occupai di mio figlio lasciando me per ultima a sistemarmi.
...
Era mezz'ora che Gabriel insisteva con Cole e stava ormai perdendo le staffe.
<Gabri?> lo richiamai dal divano. Lui si girò verso di me e mi trafisse con lo sguardo.
<che c'è?>
<non pensi che sia ora di andargli un po incontro?> mi alzai dal divano.
<Eryn, non ti ci mettere anche tu> ringhiò per poi continuare a riprendere suo figlio. Lo vedevo stanco e disperato, così mi avvicinai, lo invitai a sedersi e gli appoggiai una mano sulla spalla.
<Cole, mi stai stancando. Muoviti>
<no> si impuntò il bambino incrociando le braccia.
<Cole, io non mi ripeto più. Datti. Una. Mossa> parlò con tono duro.
<no> si alzò dalla sedia.
<tu ti rimetti seduto qui e non ti alzi finché non avrai finito>
<e invece mi alzo> insistette il bambino. Gabe mi spostò, si alzò, lo prese dalle braccia e lo rimise seduto. Gli avvicinò la sedia al tavolo in modo da non farlo scendere e rimase dietro per bloccarla. Il bambino ripetè un categorico "no" alzando la voce e vidi Gabriel lottare contro se stesso per non tirargli uno scapaccione. Il bambino chiuse i libri e mise il broncio, ma il padre fu subito pronto per riaprirli. Al che, Cole li afferrò e li lanciò via, lontano. Peccato che mi colpirono in viso e mi fecero un taglietto vicino l'occhio.
Gabriel si infuriò e iniziò così a sbraitare.<Gabri, non è nulla> gli accarezzai un braccio per cercare di calmarlo, ma mi afferrò il gomito e mi allontanò.
<che diavolo succede?> intervenne Jesse. Si avvicinò, parlò con il biondo e prese la mano del nipote <forza principino. Dato che non ne hai proprio, andiamo a fare un giro io e te al parco così mi dici cosa c'è che non va> lo sollevò e lo portò a prepararsi.<Gabe?> lo chiamai. Si sedette, rilasciò il respiro, e appoggiò la testa alle mani. Lo accarezzai e sentii come la sua testa, pian piano, si appoggiava al mio ventre.
<sono stanco> si lamentò
<ho visto> dissi dolcemente
<non so perché faccia così. Io mi arrabbio, ma è inutile. Devo capire il motivo dei suoi capricci, ma non ci arrivo>
<non è che forse è il cambiamento? Insomma, prima era abituato ad averti tutto per se, a casa vostra. Ora ti deve condividere con me e Mason, in una nuova casa quando già prima si era dovuto ambientare in un nuovo posto. E in più ora c'è anche Jay, suo zio, di cui lui prima non ne sapeva l'esistenza>
<si, può essere> disse dopo aver riflettuto un po.
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Dal tramonto all'alba
RomanceAvere Gabriel al mio fianco era una cosa ovvia, una certezza per me. Era buono, gentile, comprensivo ed eseguiva perfettamente il suo lavoro. ma nonostante tutto ciò io non lo amavo, eppure lui mi dimostrava i suoi sentimenti riguardo me e li accett...