51- punizione

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3 settimane dopo

<buongiorno> sentii al mio orecchio. Aprii lentamente gli occhi e vidi Gabe ancora steso a letto, al mio fianco, mentre teneva la testa sollevata appoggiata sulla mano, il gomito puntato bene al materasso. Sentivo le sue dita scorrere delicatamente sulla mia pelle nuda facendomi così venire i brividi.
Sorrisi e mi stiracchiai.
<buongiorno> risposi e mi avvicinai a lui. Il mio seno si schiacciò al suo petto quando mi tirò stesa sopra di lui.
<come stai?> mi accarezzò i capelli, la schiena, e finì poi sui glutei.
<sto bene> mi accoccolai <grazie> e posai le mie labbra sul suo torace.

<papà?> sentimmo il bambino chiamare da fuori la porta.
<su, vestiti> mi spostò veloce Gabriel <arrivo, Cole> si mise velocemente un pantalone della tuta e corse ad aprire la porta. Feci appena in tempo a mettere una sua maglietta e delle mutandine che era gia dentro con il figlio in braccio.
<buongiorno angelo> gli disse con un bacio sulla tempia. Si avvicinarono al letto e poi Gabriel si accomodò con il bambino sulle sue gambe,che coprì.
<papà, cosa facciamo oggi?> chiese il bimbo lasciandosi coccolare dal padre.
<tra poco andiamo a fare colazione, poi facciamo i compiti compiti tra poco inizia la scuola> e gli diede un bacio tra i capelli. Sentii Cole lamentarsi e il padre ridacchiò. Poi avvertii una mano che mi accarezzava la testa. Mi voltai lentamente e osservai il bambino.
<ciao tesoro> lo salutai. Scese dalle gambe del papà e si avvicinò di più a me, mi abbracciò e si lasciò stringere.
Quando Mason iniziò a piangere ci alziamo tutti e tre dal letto. I due si lavorano e poi scesero fino al piano terra, andarono in cucina e iniziarono a preparare la colazione, io invece mi occupai di mio figlio lasciando me per ultima a sistemarmi.
...
Era mezz'ora che Gabriel insisteva con Cole e stava ormai perdendo le staffe.
<Gabri?> lo richiamai dal divano. Lui si girò verso di me e mi trafisse con lo sguardo.
<che c'è?>
<non pensi che sia ora di andargli un po incontro?> mi alzai dal divano.
<Eryn, non ti ci mettere anche tu> ringhiò per poi continuare a riprendere suo figlio. Lo vedevo stanco e disperato, così mi avvicinai, lo invitai a sedersi e gli appoggiai una mano sulla spalla.
<Cole, mi stai stancando. Muoviti>
<no> si impuntò il bambino incrociando le braccia.
<Cole, io non mi ripeto più. Datti. Una. Mossa> parlò con tono duro.
<no> si alzò dalla sedia.
<tu ti rimetti seduto qui e non ti alzi finché non avrai finito>
<e invece mi alzo> insistette il bambino. Gabe mi spostò, si alzò, lo prese dalle braccia e lo rimise seduto. Gli avvicinò la sedia al tavolo in modo da non farlo scendere e rimase dietro per bloccarla. Il bambino ripetè un categorico "no" alzando la voce e vidi Gabriel lottare contro se stesso per non tirargli uno scapaccione. Il bambino chiuse i libri e mise il broncio, ma il padre fu subito pronto per riaprirli. Al che, Cole li afferrò e li lanciò via, lontano. Peccato che mi colpirono in viso e mi fecero un taglietto vicino l'occhio.
Gabriel si infuriò e iniziò così a sbraitare.

<Gabri, non è nulla> gli accarezzai un braccio per cercare di calmarlo, ma mi afferrò il gomito e mi allontanò. 
<che diavolo succede?> intervenne Jesse. Si avvicinò, parlò con il biondo e prese la mano del nipote <forza principino. Dato che non ne hai proprio, andiamo a fare un giro io e te al parco così mi dici cosa c'è che non va> lo sollevò e lo portò a prepararsi.

<Gabe?> lo chiamai. Si sedette, rilasciò il respiro, e appoggiò la testa alle mani. Lo accarezzai e sentii come la sua testa, pian piano, si appoggiava al mio ventre.
<sono stanco> si lamentò
<ho visto> dissi dolcemente
<non so perché faccia così. Io mi arrabbio, ma è inutile. Devo capire il motivo dei suoi capricci, ma non ci arrivo>
<non è che forse è il cambiamento? Insomma, prima era abituato ad averti tutto per se, a casa vostra. Ora ti deve condividere con me e Mason, in una nuova casa quando già prima si era dovuto ambientare in un nuovo posto. E in più ora c'è anche Jay, suo zio, di cui lui prima non ne sapeva l'esistenza>
<si, può essere> disse dopo aver riflettuto un po.

Dal tramonto all'albaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora