Per le ricerche ci impegnammo come prima cosa a ricostruire la piantina della casa dove abitavo prima, in modo da poter individuare più facilmente le ipotetiche chiavi del carillon nascoste. Poi chiedemmo un piccolo favore a Rude: quello di ritrovare l'oggetto antico e ci disse che con un po' di tempo lo avrebbe trovato e ce lo avrebbe consegnato. Se c'era qualcuno che sapeva quasi tutto di quella casa era proprio lui, anche perché continuava ad abitarci rimanendo sempre al fianco di mia madre e a mio fratello per gli spostamenti.
Il giorno della visita arrivò in fretta e Brandon ci raggiunse la mattina a casa. Facemmo colazione insieme, cucinò lui per me e lui, Gabriel disse di aver già mangiato qualche ora prima siccome si alzò presto per allenarsi. Per tutto il tempo rimase scostante e mantenne le distanze da me e dal moro che rimase tutto il tempo al mio fianco.
Entrati nell'ambulatorio la dottoressa mi salutò e mi fece notare che avevo di gran lunga un aspetto migliore dalle volte precedenti. Mi fece stendere e mentre preparava per l'ecografia mi fece delle domande su come stavo passando quel periodo, se avessi avuto altre nausee o sintomi della gravidanza. Brandon mi tenne la mano e mi accarezzava dolcemente il dorso fissando lo schermo che si stava accendendo. La mia pancia venne scoperta e il gel steso, subito dopo appoggiò l'ecografo al ventre. Guardai Brandon e, ormai esperta, gli indicai una piccola figura nello schermo
<quello è nostro figlio, Bry> e osservai la sua reazione: i suoi occhi divennero lucidi e notai lo sforzo che faceva nel trattenere le lacrime.
<davvero?> chiese emozionato
<sì> gli accarezzai il braccio. La dottoressa ci guardò sorridendo e poi ci disse che ci avrebbe rivelato il sesso per poi farci sentire il battito.
<allora, volete un pochino di suspense?> chiese ironicamente creandola già con quella domanda
<oh dai, Lisa, ti prego. Siamo troppo curiosi> le dissi con confidenza. Sentii la presa del ragazzo intensificarsi sulla mia mano. <è un maschietto> ci rivelò. Io cacciai un urletto e istintivamente allacciai le mie braccia al collo del moro che si fece scappare qualche lacrima. <siete pronti per sentire il battito del vostro bambino?> ci chiese sorridendo sempre di più alla scena di me e di Brandon. Noi annuimmo staccandoci per permetterle di muoversi su di me. Allora lei procedette: attaccò due oggetti alla mia pancia che sembravano dei cerotti e poi fece partire il suono. Brandon mi abbracciò, tenendomi stretta mentre io mi lasciavo andare a un pianto di beatitudine. Mi baciò la fronte più volte e mi ringraziò. Finito con l'ecografia mi pulì dal gel e mi fece rivestire, poi io e il padre ci sedemmo nelle sedie di fronte la scrivania.<noto un miglioramento incredibile, Eryn. Sei stata davvero molto brava. Il battito del bambino è regolare e per la sua grandezza è l'ideale. Stai continuando a mangiare, tesoro?>
<sì> annuii io. Sentii lo sguardo di Brandon sulla mia figura quando Lisa mi fece quella domanda e la sua presa si alleggerì, ma gli impedii di togliere la mano dalla mia.
<molto bene. Continua così e vedrai che il bambino starà benissimo. Ti sembrerà poco ma in queste settimane si è ingrandito e ha preso più peso raggiungendo il suo giusto. Noto che è un bambino molto grande e se continua a crescere così in fretta il parto potrà essere un po' difficile. Ma tu non ti preoccupare ora perché ancora è molto presto per dirlo> mi sorrise <vi suggerisco di partecipare ai corsi pre-natali che si svolgono qui in ospedale: potranno servire sia a te che al padre, in modo da trovarsi preparati in qualsiasi circostanza> ci sorrise e ci consegnò dei fogli. <tenete, questo è il resoconto della visita, mentre qui ci sono due copie dell'ecografia, ragazzi. Ho pensato di farvene una per uno> ci osservò sorridendo. Noi ringraziammo dicendo poi che aveva fatto benissimo, poi la salutammo ed uscimmo dalla stanza, dove poi ci aspettava Gabriel. Non chiese nulla e ci accompagnò all'auto dove si sedette al posto del guidatore, mentre io e Brandon dietro che ancora guardavamo l'ecografia.
<dobbiamo pensare a un nome, ora> dissi io <ma ne parleremo a casa> e piegai leggermente la testa verso il biondo facendo capire al moro che volevo parlarne quando eravamo soli io e lui. Annuì con la testa e poi parlò
<ora lo dobbiamo dire a Elija e alla mia famiglia>
<tu non ne hai ancora parlato con i tuoi?> chiesi guardandolo torva. Scendemmo dall'auto dato che eravamo ormai arrivati a casa mia. Gabriel aprì la porta ed entrammo
<no, non gliene ho ancora parlato, non sanno nemmeno che Travor è morto> cercò di difendersi
<nessuno sa che Travor è morto tranne me, te e Gabe>
<Gabe?> alzò lui un sopracciglio
<sì, Gabriel. Non lo posso chiamare come voglio?>
<fraintendi, come sempre>
<no, non fraintendo, non ho frainteso la tua espressione>
<semplicemente mi fa strano che chiamo la tua guardia del corpo con un soprannome>
<anche tu eri la mia guardia del corpo, eppure ti ho sempre chiamato Bry>
<sì, e ora sono il padre di tuo figlio> sospirò. Io feci lo stesso e mi buttai a sedere sul divano mentre Gabriel ci osservava seduto sopra gli scalini in legno mentre fingeva di scrivere qualcosa al telefono
<non ho voglia di litigare, Bry, per favore> gli toccai il braccio. Sospirò e si scusò dicendo che fosse solo un pochino nervoso quel giorno. Gli sorrisi e gli dissi che non era nulla e che potevo capire. Ci trasferimmo in cucina dove preparai del caffè
<che intendeva la dottoressa quando ti ha chiesto se continuassi a mangiare?>
<nulla di importante, Bry. Come puoi aver capito ora il bambino sta bene> gli sorrisi mettendomi seduta dopo aver sistemato la caffettiera sui fornelli.
<sì, ok, ma vorrei capire cosa intendesse>
<io... ho solo avuto un piccolo momento di... sconforto. E mangiavo poco. Molto poco. Quasi mai> rivelai
<tu... hai messo in pericolo mio figlio?>
<tranquillo, amico, ha fatto di peggio> interruppe Gabriel con una faccia cattiva.
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Dal tramonto all'alba
RomanceAvere Gabriel al mio fianco era una cosa ovvia, una certezza per me. Era buono, gentile, comprensivo ed eseguiva perfettamente il suo lavoro. ma nonostante tutto ciò io non lo amavo, eppure lui mi dimostrava i suoi sentimenti riguardo me e li accett...