25- Notte e Natale

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Eryn p.o.v. 

Non passammo tutto il pomeriggio a dormire, tutt'altro. Ci riposammo solo qualche ora, io dormii solo una mezzoretta, per il resto rimanemmo nel letto a chiacchierare o pomiciare, a anche. Verso le tre del pomeriggio ci alzammo, David e Jane erano usciti di casa, quindi rimanemmo solo noi ragazzi decidemmo di guardare qualche film  per passare il tempo. Jasmine verso le cinque di pomeriggio si sposò in sala da pranzo chiudendo la porta e iniziando a studiare in modo da portarsi avanti per i giorni successivi. A merenda, Michael preparò per tutti della cioccolata calda e, a chi aveva fame, tipo me, diede un pezzo di ciambella che sua madre aveva preparato apposta per noi la mattina mentre eravamo fuori casa. 

Alle otto e trenta circa di sera cenammo con del tacchino arrosto buonissimo, delizioso, preparato da Jane con l'aiuto della figlia. a cena discutemmo di numerosi argomenti, e nessuno perse occasione di raccontare divertenti avvenimenti su Brandon, che il poverino aveva assunto un colorito rossastro sulle guance. Io risi e gli tenni la mano più volte, mandando qualche occhiata alla finestra di tanto in tanto per osservare la neve che cadeva. Dopo la cena aiutai Jane a sparecchiare mentre il marito e i figli si erano radunati nel salotto. 

<mi fa felice vedere mio figlio felice con te> mi disse mentre posavamo entrambe i piatti e le posate nella lavastoviglie. Io la guardai, vedendo che mi stava fissando e le sorrisi. Aveva sul volto una dolce espressione, sincera per quello che stava dicendo <sei una ragazza speciale, Eryn. Hai conquistato da subito tutti i miei figli, Jasmine compresa, ed è una cosa rara. Sei anche molto carina ed educata, sei rispettosa e sincera, qualità difficili da trovare in una ragazza. Io sono sempre stata una mamma molto appiccicosa e gelosa dei propri figli, non in senso negativo, sia chiaro. Li amo costano che spesso posso risultare una "mamma chioccia", nonostante loro sono ormai grandi, a parte la mia piccola J. Fin dalla loro nascita ho cercato di allontanarli dal marcio della società, a volte allontanandoli dalle persone e questo sicuramente non è un punto a mio favore. Ma ora che di vedo, Eryn, ora che ho modo di conoscerti, se mio figlio vuole passare il resto della vita con te, io sarei la donna più felice del mondo. Vi amate così tanto, tesoro! Non sai quanta gioia c'è nel mio cuore quando vi vedo insieme, quando capisco che tutt'ora i giovani possono provare un sentimento del genere> quando finimmo di posare le stoviglie negli appositi spazi mi accarezzò una dalla e io non potei fare a meno di darle un abbraccio, così, spontaneamente. 

<sei la mamma che ho sempre voluto, Jane> sussurrai e capii che lei mi aveva sentita quando strinse di più la presa. Dopo aver finito di sistemare la sala da pranzo, erano già le dieci, ormai. Raggiungemmo i ragazzi in salotto. Brandon era seduto tera a gambe incrociate, difronte al camino sul tappeto. Rivolsi un sorriso a tutti, piacevolmente ricambiato, e raggiunsi la mia guardia. <ehi, Brandon> mi spostai i capelli e accarezzai i suoi. Lui sollevò il volto e i suoi occhi verdi si immersero nei miei, colorati dall'amore che provavo per lui. Allungò le braccia e mi fece sedere sopra le sue gambe lunghe. Le sue braccia avvolsero il mio esile corpo e la mia schiena combaciò con il suo petto. Voltai la testa e mi misi a guardare le fiamme del fuoco. poi uno schiocco. Brandon mi aveva baciato il collo. Mi scappò un risolino per il solletico e mi mossi. <non mi fare il solletico, è fastidioso, Brandon> gli ordinai. 

<certamente, mia signora. Come desidera lei> prese in giro, ma lo ammonii con un "non viziarmi, che poi ci prendo gusto alle tue risposte" <lei ordina, Brandon esegue> parlò di sé in terza persona.

<sai che chi parla di sé in terza persona è molto spesso egocentrico? Può risultare antipatico agli occhi degli altri> sollevai la mia testa per guardarlo <ma non ai miei> sorrisi, Soffiò sulle mie labbra "chissà come mai" intervenne <perché io ti amo esattamente così come sei>

<ti ringrazio, per questo. Quando ei stanca e vuoi andare a dormire dimmelo che andiamo. Ok?>

<sì, Brandon> e tornai con la testa appoggiata alla sua spalla. 

Dal tramonto all'albaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora