Brandon mi abbracciò
<grazie> mi disse baciandomi la fronte. Notai Gabriel girarsi di fianco e asciugarsi velocemente una lacrima quando gli chiesi di tagliare il cordone ombelicale.
Il dolore sparì dopo che uscì il bambino, che non pianse. Io e il moro ci guardammo preoccupati e io ero quasi sul punto di piangere ancora. Ma l'ostetrica ce lo fece vedere, e Mason respirava perfettamente.
<un bimbo sano e molto forte, direi> ci sorrise lei. Lo lavò, lo vestì e me lo porse.
<com'è piccolo> disse Brandon accarezzandolo. Lo attaccai al seno e lo allattai. Aveva ancora gli occhi chiusi, la pelle violacea e le manine strette in un pugno. Le ostetriche se ne andarono ed entrò Noah.
<ragazzi, non ho sentito piangere, è tutto ok?> chiese preoccupato. Noi mostrammo il bambino e lui sorrise dicendo che era bellissimo. Accertatosi che andasse tutto bene uscì e si mise davanti alla porta.
<Gabriel?> lo chiamai. Lui mi osservò e si avvicinò <vai a casa, sei stanco>
<no, Eryn. È il mio lavoro>
<Gabe, sul serio. Starò bene. C'è Brandon qui con me e fuori Noah. Tra poco arriverà anche mio padre. Puoi stare tranquillo>
<no. Starò con voi tutto il tempo>
<va bene, ma almeno siediti. Sono ore che te ne stai lì in piedi fermo. Sul serio, Gabriel>
<d'accordo> mi sorrise e poi guardò il bambino. <è grande per essere un neonato> in effetti il bambino pesava 3 chili e 800 grammi circa, con una lunghezza di quasi 50 cm. <Cole era molto più piccolo rispetto a lui. Bel lavoro, Eryn> e mi accarezzò una spalla. Gli sorrisi e lui si allontanò per andarsi a sedere come gli avevo offerto. Brandon appoggiò la testa sulla mia spalla e sbadigliò.
<vai a casa, Bry> gli sussurrai
<assolutamente no, Eryn> e accarezzò Mason
<ti vuoi stendere vicino a noi?> non gli diedi il tempo di rispondere che mi spostai lasciandogli lo spazio necessario per stendersi. Si sistemò con la schiena rialzata appoggiata sui cuscini e aprì il braccio nel quale mi sistemai appoggiandomi. Si addormentò tenendoci abbracciati e con il mento appoggiato sulla mia testa.I tre giorni seguenti rimasi in ospedale, Brandon e Gabriel facevano avanti e indietro, da casa a dove ero io, mentre Noah rimaneva quando l'agente si assentava per fare una doccia. Quando invece tornammo alla nostra abitazione ci raggiunse la famiglia del padre e Elija e Rude. Mio padre appena vide il bambino si commosse, specialmente notando gli occhi del neonato, azzurri come i nostri. Rude invece mi abbracciò e si congratulò con me. Mason fece il giro di tutte le paia di braccia dei parenti, era ben voluto e amato da tutti, inoltre con i suoi occhioni e la sua espressione dolce conquistava i cuori delle persone. David e Jane ammisero che erano davvero molto emozionati per il primo nipotino e affittarono una camera d'albergo per stare vicino a noi. Jasmine era più che entusiasta e nella settimana dopo si mostrò molto responsabile e giocosa con il piccolo. La nonna mi aiutava e mi dava consigli, ogni tanto mi raccontava come faceva con i suoi figli in modo di dare un buon esempio. Ma non le andava giù il fatto che non volessi battezzare Mason.
<Brandon> chiamai il ragazzo che giaceva al mio fianco
<dimmi>
<tua madre sta insistendo sul fatto di battezzare Mason. Io le ho spiegato come la penso ma non fa altro che dirmi che stiamo sbagliando e che le nostre idee non sono corrette. È un momento nuovo e delicato per me, e non ho bisogno di sentirmi dire che sto sbagliando. Le sue parole mi fanno sentire in difetto>
<lo so, tesoro. Ma pensa che lei è di vecchio stampo, è cresciuta in una famiglia molto religiosa ed è difficile per lei capire la nostra opinione>
<lo so, ma mi pesa questa cosa. Poi sento che mi stiano mancando i miei spazi. Insomma, io voglio un mondo di bene a Jane e tu questo lo sai, ma il fatto che sia sempre qui, dalla mattina presto fino la sera tardi, mi sembra un po' eccessivo. Capisco che lo faccia con il solo scopo di aiutare, e lo apprezzo, ma abbiamo bisogno dei nostri spazi. Mi voglio concentrare su di noi,. Capisci?>
<si> e non aggiunse altro. Non sapevo se fosse per la stanchezza o per la nuova situazione, ma piano piano Brandon stava tornando a chiudersi nel suo guscio che aveva all'inizio quando ci eravamo appena conosciuti. era taciturno e rispondeva quasi sempre a monosillabi, si faceva fatica ad avere una conversazione con lui. Ma decisi di ignorare la sua risposta e mettermi a dormire. La notte non fu semplice, come del resto tutte le altre. Mason si svegliava e piangeva, io mi alzavo, lo prendevo e lo attaccavo al seno mentre lo cullavo, poi andavo di sotto per non dare fastidio al padre e mi preparavo una camomilla. Gabriel si svegliava tutte le volte che ci sentiva scendere e si alzava dal divano, ci raggiungeva in cucina e dopo avermi preparato la bevanda raggiungevamo il tavolino in salotto. Mi faceva accomodare di fianco a lui sul divano, dove dormiva la notte da ormai una settimana e parlavamo sottovoce. Mi fece accorgere anche che non cullavo Mason nel modo giusto, ogni bambino aveva un ritmo e un movimento che preferiva, allora dopo averlo fatto mangiare Gli facemmo fare il ruttino, poi lo prese con cautela e se lo stese sul braccio, a faccia in giù e muoveva il braccio finché il piccolo non si addormentò.
<anche Cole si addormentava così. Fino i due anni e mezzo mi chiedeva di venire tra le mie braccia e si addormentava tute le volte>
<sarà per il senso di sicurezza che trasmetti> pensi ad alta voce. Lui mi guardò e mi sorrise.
<a Cole lo devo spiegare di Mason. Non vorrei che sia geloso. A volte succede, passiamo insieme poco tempo e quando rivolgo attenzione ai miei nipoti più del dovuto lui si ingelosisce>
<fallo venire qua, glielo spiegheremo. La stanza c'è, abbiamo due stanze per gli ospiti e mi piacerebbe davvero molto rivederlo>
<prima di farlo venire glielo devo spiegare. Domani lo chiamerò> allungò il braccio con sopra Mason verso di me senza smetterlo di cullarlo. Io afferrai il bambino e lo posizionai come aveva fatto lui e cercavo di imitare il suo movimento, ma non riuscendoci subito il neonato si svegliò e iniziò a piangere. Provai a calmarlo ma non ci riuscii. Gabriel mi lasciò provare da sola, per poi decidere di aiutarmi. Passò le sue braccia sulle mie e mi aiutò nei movimenti. Come previsto, il bimbo tornò a dormire.
<cavolo, che faticaccia> borbottai
<non sarà così sempre, tranquilla. Appena ti sarai abituata lui sarà già grande. Funziona così, non ti accorgi del tempo che passa. Un attimo prima sono piccoli, e quello dopo fanno già 4 anni> sospirò. Lasciò le mie braccia e rimasi a muoverle da sola. Mason continuò a dormire.
<Brandon si lamenta> iniziai a confidarmi <non lo sopporta quando si sveglia e piange. Dice che poi non riesce a dormire. Allora quando Mason si sveglia veniamo di sotto per questo> sospirai <non so che fare, Gabe. Pensavo che sarebbe andato tutto bene con lui, mi sentivo al sicuro. Ma da qualche giorno non è più così. Parla a stento e sembra perennemente innervosito, infastidito> poi lo guardai <se io volessi... i miei spazi, insomma... tu potresti... non so->
<si, Eryn. Te lo posso tenere lontano. È il mio lavoro, d'altronde> mi sorrise alla fine per rassicurarmi <dirò qualche scusa senza entrare troppo nei dettagli, tranquilla> mi diede un bacetto veloce tra i capelli. <su, ora andate a dormire> io lo ringraziai e, tenendo stretto a me Mason, tornai a letto, di fianco a Brandon.
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Dal tramonto all'alba
RomanceAvere Gabriel al mio fianco era una cosa ovvia, una certezza per me. Era buono, gentile, comprensivo ed eseguiva perfettamente il suo lavoro. ma nonostante tutto ciò io non lo amavo, eppure lui mi dimostrava i suoi sentimenti riguardo me e li accett...