Gli sembrava davvero impossibile stare calmo in quella cucina. Starelì fermo a far finta che non fosse successo niente, mentre i suoi occhi azzurri si muovevano freneticamente per perlustrare la stanza e le sue mani cercavano di consumare il jeans scuro.
Era ormai passata un'oretta e Jimmy non poteva più ascoltare i discorsi di suo padre e dei suoi amici quando Kim era al piano di sopra in camera sua con un ragazzo a "studiare".
"Ma sono tutti scemi o cosa?" si ritrovò a pensare mentre li guardava contenti. Non poteva permettere che Kim facesse sciocchezze, non se lui era presente in qualche modo.
"Hey Jimmy" un sorriso solare lo riportò alla realta, ma lui non ricambiò con lo stesso entusiasmo.
"Ciao Michael" questo si stava infilando la giacca seguito dal suo amico biondo che già l'aveva addosso con le mani nelle tasche e il labbro fra i denti. Lui non aveva certo un buon rapporto con Jimmy, l'unica cosa di cui potevano parlare era la sera prima ma non era davvero il caso.
"Billie noi usciamo, mangiamo fuori con Calum e Ashton, buona serata ragazzi" i due avvisarono il padrone di casa e Jimmy davvero li invidiava.
"Va bene, divertitevi" rispose cordiale il cantante.
"Pa' stavo pensando che dovevo vedere una persona, me ne ero completamente scordato, vi secca se io me ne vado? Torno per cena, okay?" Jimmy inventò la prima scusa per scappare da quella finzione che lo avrebbe soffocato piano piano.
"E va bene, ma cerca di non fare troppo tardi" rispose il padre.
"Okaaay" lo pronunciò quasi come una lagna mentre stava aprendo la porta e uscendo.
Una volta fuori si passò le mani sul viso e poi riprese a respirare pesantemente. Decise di incamminarsi verso un posto più tranquillo, magari un parchetto o qualcosa così. Allora si mostrò a lui una stradina stretta e piena di graffiti che lo affascinava terribilmente, c'era rabbia sfogata coi colori su quelle pareti e Jimmy si sentiva vicino a quegli autori sconosciuti più di quanto si possa ipotizzare. Era il primo ad imbrattare le pareti ma era un po' che non lo faceva. Si sentiva ancora nervoso e, in assenza di una bomboletta, prese una sigaretta dalla tasca interna al giubbotto e l'accese. Gli piaceva da morire giocare col fumo, era qualcosa di esistente e percepibile ma che non si poteva acchiappare. Lui voleva essere come il fumo, irraggiungibile. Ma sapeva benissimo che non era possibile, anche se non gli piaceva ammettrelo, aveva dei sentimenti e forti a volte. Si sentiva così legato a Kim ed Emily, eppure queste due era riuscito benissimo ad allontanarle. Jane? Era davvero troppo complicato e non sapeva ben classificarla, era una scopamica? La sua ragazza? Non lo sapeva, beh di certo non qualcuno con cui fare una chiacchierata cuore a cuore. Will invece era sempre stato disponibile per Jimmy nonostante non fosse una bella persona, e anche Roxy a dirla tutta si preoccupava per lui, solo non lo conoscevano in quel senso, per loro era solo Jesus of Suburbia, il ragazzaccio di strada, con il cattivo umore e una birra con sè.
Quindi con chi poteva essere solo Jimmy?
Prese il cellulare e lo guardò qualche secondo mentre ancora fumava, poi partì la chiamata.
"Hey Estelle, ciao sorellina"
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"Sei stata davvero brava Kim, ammetto che non è facile farmi capire certi argomenti" Dan rideva di sè stesso e della sua incompetenza in materia.
"Stai zitto che sei bravo.." Kim si avvicinò alle sue labbra per poi baciarlo dolcemente.
"Si certo" disse scherzando il ragazzo "ad ogni modo, volevo chiederti se questa settimana vieni alla partita di football"
La ragazza indietreggiò emettendo un verso di dissenzo.
"Andiamo Kim, so che non ti piacciono certe cose, ma potresti almeno farlo per me?" come poteva dire di no agli occhi dolci di Dan?
"Vedremo" fece la vaga.
"E va bene, mi accontento" disse rassegnato e lei rise.
"Ci vediamo a scuola" disse lei per poi ritrovarsi con un delicato bacio che sfiorava le labbra.
"Ciao rockettara"
Si chiuse la porta alle spalle e ci si appoggiò contro con quel sorriso ebete sul viso che non riusciva a mandare via. Era davvero cotta e fregata.
"Il tuo ragazzo non cena con noi?" chiese la madre.
"No, è andato via, domani deve svegliarsi presto"
"Peccato, sembra un così bravo ragazzo" ammise Brittney mentre aiutava Adrienne con la cena "ed è anche molto bello Kim" le fece un occhiolino che la fece ridacchiare.
"Già" rispose lei con la testa fra le nuvole quando poi si ricordò di quello che era successo prima.
"Jimmy è andato via?" chiese alle due con lo sguardo basso, mentre giocava con le maniche del maglione.
"Dovrebbe tornare a momenti tesoro" rispose Mike che era appena entrato in cucina e che aveva dato un bacio alla moglie.
Lei andò poi in salotto avendo notato che il padre era rimasto solo, infatti era immerso nei suoi pensieri, seduto sulla vecchia poltrona di pelle. La figlia si sedette sulle sue ginocchia come quando era piccola, pensandoci bene avevano tanto tempo da recuperare.
"Che succede?" chiese Kim.
"Pensavo a Jimmy" scosse la testa per poi incontrare lo sguardo di Kim, uguale al suo "e a quanto mi ricordi me da giovane"
Kim non rispose, semplicemente abbassò lo sguardo. Era consapevole del passato di Billie Joe Armstrong e delle sue brutte storie, ma sapeva anche che questo padre che si trovava davanti era un uomo maturo che aveva imparato dai suoi sbagli e che cercava di non farli commettere ai suoi figli.
"Kim" la richiamò "stagli accanto, sii forte"
Che bella richiesta, stare accanto ad un ragazzo che non ne vuole sentire di farsi comandare, che ti risponde a tono anche nel torto, che ti lascia indietro senza importarsene e che in questo momento Kim avrebbe voluto strozzare. E poi chi sarebbe stato forte per lei?
"Ci provo sempre papà, ma non posso fare miracoli, lo conosci"
"Lo so che non è facile"
Impprovvisamente suonò il campanello.
"Vado io" disse la ragazza.
Era convinta di trovarci Jimmy ed era anche pronta a mostrargli un qualche sorriso che avrebbe faticato a costruire e che lui avrebbe riconosciuto come una maschera, quando si trovò davanti i 5 Seconds of Summer.
"Oh beh, ci siete tutti" disse forse un po' delusa. Ognuno di loro la salutò anche se si erano già visti la mattina al lago e a pranzo.
"E' andato via?" Le chiese Michael mente gli altri si allontanavano e lei sapeva che si riferisse a Jimmy così annuì semplicemente.
"Arriverà presto, tranquilla" Kim avrebbe voluto pensare lo stesso ma lei, a differenza di Michael, sapeva della sua dipendenza e perfino i posti dove andava a farlo quando era incazzato.
Evitò la combriccola andando verso le scale e provò con tutte le sue forze a non piangere ma non ci riuscì, così le venne più facile accasciarsi sugli scalini, mantenendosi alla ringhiera, immersa nel buio del corridoio.
"E' ok piangere ogni tanto, Kim" la voce di Luke era così diversa, così dolce.
"Vaffanculo" si asciugò veloce le lacrime "no che non lo è!"
"Non devi avercela con me" lui sapeva che piangeva per Jimmy ma sapeva anche che era perché lui era stato cattivo con Dan.
"E io vorrei davvero non avercela con te, ma tu lo rendi impossibile, continui a fare così" gesticolò nervosamente.
"Così come?"
"Lo stronzo!" quasi gridò lei facendolo rimanere di sasso.
Si fissarono seri per qualche secondo quando Kim decise di rifugirasi in camera sua ed esplodere del tutto. Luke si sentì impotente, era pietrificato, non sapeva cosa dirle.
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Rage and Love
FanfictionKimberly Mary Armstrong, 17 anni e un carattere decisamente forte. Carattere ereditato dal padre, il famoso cantante/chitarrista dei Green Day, Billie Joe Armstrong. Ne va fiera, ma odia chi lo loda davanti a lei. E se a lodarlo fossero quattro rag...