"Michael perché mi tocca sempre metterti a letto?" Luke si lamentava dell'amico dal gomito alto.
"Perché mi vuoi bene Lukeyyyy e io ne voglio a te" Michael spiaccicò una mano sulla faccia del biondo.
"Hey io sono invisibile?" Disse quasi offeso Ashton.
"Beh sei più basso di Luke" constatò Michael.
"E che cazzo c'entra?" Sì mise a ridere il batterista.
"Non lo so." Il ragazzo poi si buttò a peso morto sul letto sfinito.
"Siamo sicuri che qui sarà più tranquillo vero Ash?" Luke era preoccupato, era davvero una brutta sbronza.
"Sì stai tranquillo, Trè capirà mentre Billie è un pò più severo lo sai..."
"Ok allora, io torno a casa, buonanotte e buona fortuna amico" si mise a ridere guardando l'amico dai capelli blu sdraiato supino sul letto di Ashton.
"Fanculo! Adesso vai..."
Luke si incamminò verso casa a piedi anche se non era ben sicuro della strada che aveva preso. Comunque casa Armstrong non era molto lontana.
Era una bellissima serata e con i ragazzi si era davvero divertito in quel locale giapponese col karaoke.
Si chiedeva se anche Kim si stesse divertendo alla partita e se anche Emily era con lei e se Jimmy avesse messo in scena un altro dei suoi drammi.Alzò il viso verso il cielo, il naso puntato verso le stelle. Quanto gli piaceva perdersi in quell'immensa quantità di punti e puntini.
Le mani erano ben perse nelle tasche al caldo e le spalle di solito molto larghe strette nel cappotto. Il suo respiro si condensava in nuvolette e faceva appannare il cerchietto che adornava il suo labbro. Era quasi natale e nel vicinato comparivano le prime luci natalizie.
"Domani convinco Jakob a metterle insieme" pensò fra sé e sé.
Stava ancora sorridendo quando il suo cuore si strinse sentendo quella che doveva essere una ragazza piangere con tanto di singhiozzi.
Ebbe quasi paura di avvicinarsi agli scalini d'ingresso per constatare che fosse lei.
"Kim..." si sedette affianco a lei e subito si strinse al suo petto intensificando il pianto.
"Hey hey shh... ci sono io con te Kim, stai tranquilla ok?" Provava ad accarezzarle i capelli ma gli risultava difficile visto che si muoveva. Era agitata anche mentre piangeva.
"No Luke, non posso calmarmi." Disse fra i singhiozzi.
"Ti va di raccontarmi cosa è successo?" Le chiese una volta che si staccò da lui e asciugò le lacrime miste al trucco nero.
Più che rispondere socchiuse gli occhi e si appoggiò alla superficie liscia dietro di sé con la testa.
"Di nuovo Jimmy?"
Lei scosse la testa "non c'era neanche" spiegò.
A Luke allora cominciò ad illuminarsi qualcosa nel suo intelletto. Doveva essere per forza colpa di Dan.
"Cos'ha fatto Dan?" Chiese con un tono duro.
"Buffo" sorrise lei "è la prima volta che lo chiami col suo nome"
"Kim sono terribilmente serio..." la rimproverò lui.
"Era con una fottutissima cheerleader negli spogliatoi, con la sua lingua nella gola." Disse atona. Aveva già pianto abbastanza per i suoi gusti.
Luke non riuscì a dire niente.
"Sì è anche messo a rincorrermi... che falso!" Era amareggiata e lui disgustato.
"È un idiota" disse Luke "ma io anche"
Kim scattò verso di lui, con gli occhi ben aperti e un cipiglio sul volto.
"Ti ho detto io di andare alla partita..." le spiegò.
"Se non l'avessi fatto sarebbe successo comunque e io non l'avrei mai saputo." Gli sorrise.
Rimasero pochi secondi in silenzio, lui era imbarazzato e lei aveva un tremendo mal di testa dovuto all'eccessivo pianto.
Lo guardò mentre giocava sullo strappo sul suo ginocchio, come un bambino, erano lì seduti eppure in qualche modo Luke sapeva che Kim aveva solo bisogno della sua presenza non di discorsi da film, tanto meno della sua compassione.
Kim improvvisamente lo abbracciò forte, gli si gettò completamente addosso, Luke era molto più grande di stazza.
"Che cosa-"
"Grazie" soffiò nel suo orecchio.
"Ci sono per te, lo sai" cominciò ad accarezzargli la schiena con dolcezza.
"Luke sei meraviglioso."
"No Kim, tu lo sei..."
"Non dire stronzate" voleva ridere.
"Sono serio, quell'idiota non doveva farlo, non so come fa a pensare alle altre ragazze quando ha te, davvero non lo capisco..." questa volta riuscì a guardarla negli occhi. Quegli stessi occhi da cui a volte era ipnotizzato ma per il quale impazziva.
"Io un po' lo capisco" disse poi lei sorridendo.
"Che?"
"Perché anche se stavo con lui e mi piaceva mi sono comunque innamorata di te"
Luke diventò più rosso di un pomodoro, non prima di essere sbiancato per la sorpresa però.
Sentiva il cuore andare a 2000 e la forza di gravità sparire pian piano.
"Dici sul serio?"
"Certo che si"
Lei si allungò piano piano verso le labbra di Luke relativamente lontane ma incredibilmente vicine ai suoi desideri. Lo baciò lentamente in modo da potersi ritirare all'ultimo momento se non avesse voluto. Ma non accadde.
Lui intensificò quel bacio muovendo le labbra e premendo una mano sulla guancia di Kim che aveva stranamente caldo nonostante la temperatura bassa.
"Dio Kim, aspettavo di baciarti dal primo momento che ti ho vista" ammise ridendo, mentre congiungeva la fronte con quella della ragazza.
"Credevo mi odiassi..." disse lei.
"Odiarti? Io? Ma se sono subito impazzito per te, sei tutto quello che ho sempre cercato."
"Neanche io ti ho mai odiato per davvero comunque, ero solo troppo cieca, troppo stupida per capire che sei la persona giusta per me"
Oookk sono le 11 passate e io sono tornata da poco ma avevo promesso di aggiornare quindi si, ecco il capitolo.
Spero vi piaccia e scusate l'orario♥
Mar.

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Rage and Love
FanfictionKimberly Mary Armstrong, 17 anni e un carattere decisamente forte. Carattere ereditato dal padre, il famoso cantante/chitarrista dei Green Day, Billie Joe Armstrong. Ne va fiera, ma odia chi lo loda davanti a lei. E se a lodarlo fossero quattro rag...