Quel giorno Luke avrebbe preferito non aver mai risposto al cellulare o che magari qualcun altro avesse avuto il coraggio di dirglielo ma magari con delicatezza. Ashton ci sarebbe riuscito di sicuro.
Adesso il problema era dirlo a Kim.
Erano due tre giorni che era su di giri per essere tornata come prima con Emily e che quest'ultima è Jimmy si stessero frequentando. Era tutto così perfetto, troppo perfetto. Luke aveva trovato qualcosa che non andasse. Lui non era a casa sua. Lui e i ragazzi non appartenevano a quel posto.
Tornò a quella che era stata casa sua nei precedenti due mesi. La casa dove aveva imparato tanto. La casa nella quale si era innamorato.
Sbadatamente salutò chi c'era in cucina e salì le scale senza farsi notare troppo.
Kim rimase stranita da quel comportamento. Non era da Luke e qualcosa non andava.
Decise di seguirlo nella camera che Joey aveva di nuovo lasciato vuota. Le pareti erano chiare come gli occhi di Luke e il profumo era misto fra suo fratello e il suo ragazzo. Luke era seduto sul letto, la schiena dritta contro la testata e la testa appoggiata al muro. Kim guardava lo strappo sul ginocchio che teneva piegato. Stava giocando con il cellulare il che non era mai un buon segno quando Luke non riusciva a tenere ferme le mani.
"Hey" cercò di essere il più dolce possibile.
"Ciao" la voce di Luke era profonda e oscura. Lo sguardo opaco ed era in direzione diversa rispetto a Kim.
"Che c'è? Qualcosa non va?" Lei si sedette sul letto e mise una mano sulla gamba che teneva stesa.
"Niente lascia stare, è solo un brutto momento" non gli credeva affatto. Aveva imparato quanto Luke potesse essere lunatico ma c'era altro.
"Perché non ci credo?" Lei provò a guardarlo negli occhi sorridendo ma lui la evitava in ogni modo possibile.
"Luke..." Kim era delusa da questo suo comportamento.
"Kim per favore" lui sbuffò e si mosse sul materasso sotto lo sguardo confuso di lei.
"Puoi lasciarmi solo? Ora sono davvero di cattivo umore e non voglio vedere nessuno. Per piacere..." era più una supplica che faceva mentre schiacciava la testa sotto il cuscino.
"Ok" disse lei sconfitta uscendo dalla stanza.
Tornò al piano di sotto dove gli altri ragazzi stavano suonando qualcosa nella stanza della musica.
"Che ha?" Chiese ai tre.
"Non saprei" Ashton fece spallucce e l'espressione facciale di Michael e Calum non era migliore.
Kim sospirò appoggiandosi allo stipite della porta. Guardava i ragazzi senza forze.
"Luke è sempre così?" Chiese poi.
"Anche peggio" Calum quasi rideva.
"Allora quando il signorino ha finito con il suo ciclo mestruale mi potreste avvisare? Io esco"
I tre risero e Kim uscì di casa accompagnata dal suo cappotto caldo e lo zainetto con le bombolette.
Pochi minuti dopo Michael era seduto sul letto dove Luke aveva ancora la testa nascosta dal cuscino. Stava piangendo.
"Lukey che succede?" Michael era seriamente preoccupato, non era facile che Luke piangesse.
Il biondo si asciugò un paio di lacrime col dorso della mano e inspirò profondamente prima di rispondere. Michael lo trovava adorabile, come un bambino.
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Rage and Love
FanfictionKimberly Mary Armstrong, 17 anni e un carattere decisamente forte. Carattere ereditato dal padre, il famoso cantante/chitarrista dei Green Day, Billie Joe Armstrong. Ne va fiera, ma odia chi lo loda davanti a lei. E se a lodarlo fossero quattro rag...