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Kim abbracciò di nuovo Michael sotto l'uscio, i due erano diventati anche più uniti di quanto lo fossero in America, in qualche modo Michael era l'unica cosa che gli ricordava lontanamente il suo migliore amico.

"Andiamo Kim, perderemo l'aereo" Luke la richiamò nuovamente ad entrare nel taxi.

La ragazza salutò con un cenno i ragazzi e raggiunse il suo fidanzato.

Il viaggio durò ore, Kim non riusciva mai a dormire negli aerei, forse stava scomoda sui sedili, forse era perché c'erano troppe persone con cui condividere quello spazio.

Luke al contrario era in un sonno profondo, con le labbra schiuse e le braccia incrociate al petto. Era adorabile, non si sarebbe mai abituata alla tenerezza di quel ragazzo.

Quando le hostess fecero allacciare le cinture di sicurezza Kim per poco non saltò dal sedile per la gioia, svegliò Luke scuotendolo con energia.

All'aeroporto c'era tantissima gente che salutava i parenti e bambini che correvano su e giù, non si capiva niente. Luke e Kim molto spaesati riuscirono ad uscire da lì e a prendere un taxi. Kim disse l'indirizzo con sicurezza, era casa sua...

Luke le stringeva la mano sinistra dove l'anello di fidanzamento luccicava. Era impossibile provare a calmare la sua eccitazione, stava bene a Londra ma amava la sua casa e la sua famiglia.

Una volta che il tassista svoltò nel viale di casa la ragazza quasi si fece lasciare all'angolo. Scese con fretta e corse verso la porta di casa Armstrong che era identica a mesi fa, neve a parte. Luke la raggiunse dopo pochi secondi con le valige e lei ne prese una per aiutarlo.

"Che fai non suoni?" Kim era ferma lì davanti alla porta ma era come fosse immobilizzata, non riusciva a muovere il braccio verso il campanello così lo fece Luke per lei.

Il vociferare che si sentiva da dentro cessò, eppure viste le macchine che c'erano, non mancava proprio nessuno.

Qualcuno si diresse verso la porta e Kim prese l'ultima boccata di aria fredda prima di entrare in casa sua.

La porta si aprì mostrando Jimmy.

Rimasero entrambi a guardarsi negli occhi per un momento, era come sempre il blu tempestoso di Jimmy contro il verde tossico di Kim. Fu quando alla ragazza si inumidirono gli occhi che si abbracciarono forte, Jimmy fece un passo indietro per il forte impatto. Teneva stretta la sua migliore amica ed era piccola come la ricordava.

Kim si staccò per prima guardandolo.

"Mi sei mancato" disse semplicemente.

"Anche tu" rispose Jimmy col sorriso migliore che potesse fare.

Emily li raggiunse.

"Heeyyy" gridò Kim prima di saltarle addosso.

Emily cominciò a piangere e poi a ridere, vide dietro la sua amica Jimmy e Luke in imbarazzo.

"Dai, vai dal tuo futuro marito prima che Jimmy gli faccia un interrogatorio" le sussurrò mentre erano ancora strette "e, a proposito, congratulazioni"

"Grazie, e ti trovo bene" notò Kim mentre le teneva il polso con una mano, era il suo modo per vedere se Emily stesse mangiando o no.

"Dai Luke, andiamo di là" prese il ragazzo per una mano dopo che salutò Emily e andarono in salotto dove c'erano tutti gli altri.

Davvero tutti. La sua famiglia, padre, madre, entrambi i fratelli, zio Mike, zio Trè con rispettive donne e bambini, anche Estelle era lì.

Kim andò spedita verso i genitori e i fratelli, si strinsero nel loro classico abbraccio di famiglia, poi insieme a Luke salutò tutti gli altri.

Il ragazzo si sedette fra Kim e Emily sul divano, non si era mai sentito così tanto gli occhi addosso. Quelli di Jimmy erano quelli che disapprovavano di più, poi c'era Billie Joe e anche Mike. Jakob e Joey guardavano divertiti la scena. Loro tre erano i leoni e il ragazzo biondo la preda. Sorseggiò il tè che gli aveva servito Adrienne.

"Allora, vediamo l'anello Kim" disse la moglie di Mike il quale nome sfuggiva al ragazzo.

"Ecco" Estelle e Adrienne si affacciarono per guardare il gioiello, Luke guardò Emily cercando uno sguardo amichevole ma aveva un sorriso divertito sulle labbra che non lo tranquillizzò molto.

"Voi siete davvero convinti quindi?" Billie guardava negli occhi Luke al quale per poco non cadde la tazza.

Erano gli occhi di Kim. Si insomma, era evidente avesse preso gli occhi del padre ma cavolo, erano la stessa identica tonalità della figlia, lo stesso sguardo che Kim metteva su quando era arrabbiata. Lo sguardo che gli ricordava la vecchia Kim.

"Papà per favore, ne abbiamo parlato..." Kim lo supplicò di smetterla.

"Si, è vero, a telefono, a chilometri di distanza, non potevo guardarti negli occhi Kimberly" Kim sbuffò. Sapeva che di lì a poco la stanza si sarebbe divisa a metà e sarebbe diventato un dibattito morto per i due ragazzi innamorati.

"Papà mettitelo in testa, tu così come chiunque altro in questa stanza creda sia una stronzata" Kim si alzò in piedi per farsi sentire meglio.

"Io e Luke ci amiamo, siamo responsabili e non siamo stupidi, se abbiamo deciso di sposarci è perché in un qualche modo crediamo in certi valori, crediamo nell'amore" la ragazza si fece sentire da tutti che rimasero in silenzio. Poi a Jakob venne un dubbio.

"Kim" richiamò sua sorella "dimmi, non è che tu aspetti... Cioè non è che sei rimasta.."

"Cosa? Jakob, cavolo no! Non sono incinta! Oh mio Dio pensavate fossi incinta" la ragazza scosse la testa e i suoi fratelli evitarono il suo sguardo.

"Io ho bisogno di un minuto per riprendermi..." Sussurrò Luke che si lasciò andare sul divano, ancora sconvolta dal discorso affrontato.

Emily gli accarezzava la spalla per tirarlo su. Soffocava una risata. 

"Dai, sei di famiglia ormai..."

Rage and LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora