Capitolo 2

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Wake me up when september ends...

Le note erano famose, le parole anche di più. Il significato della canzone forse non a tutti e il significato che aveva per Kim forse era noto solo a Jimmy.

Aveva 10 anni, era agosto, i Green Day erano in giro per il mondo a promuovere 21st Century Breakdown, lei era nella casa sull'albero dove ci nascondeva le bambole e gli altri giocattoli per non farli rompere a Jakob Danger (secondo nome azzeccato direi), a 9 anni aveva la passione di far saltare la testa a Barbie.

Billie era lontano, non poteva vedere le sue lacrime e sentire i suoi singhiozzi, Adrienne, sua madre era dentro casa mentre Jimmy la cercava.

Piangeva. Piangeva perché le mancava da morire un papà, lo stesso che aveva costruito la casetta come tutti i bravi papà americani.

Quella canzone rimbombava nella sua testa, non capiva perché Billie volesse svegliarsi a Settembre finito e saltare l'estate. Ma lei lo voleva, voleva che l'estate finisse per essere abbracciata dalle sue braccia piene di tatuaggi. Anche a Jimmy mancava Mike ma lui non aveva il rapporto magico che Kim aveva con suo padre.

Così, come 7 anni prima, Kim prese il suo cellulare, salì sulla casetta ormai piccola per lei e mise play su Wake me up when September ends.

E piano si lasciò cullare dalla poesia e melodia dei Green Day fino a cadere in un leggero e tranquillo sonno.

Il rumore di un clacson la svegliò. Era insistente. Continuava a suonarlo.

"Chi cazzo è questo idiota?" si ritrovò a dire fra sé e sé appena sveglia.

"Sono a casaaaaaaa!" Gridò una voce troppo famigliare e conosciuta in tutto il mondo.

"Papà" disse in un sussurro appena uscì dalla casetta ma Billie la vide, i suoi occhi erano commossi, gli era mancato più del solito.

Si guardarono, Billie le sorrise e fece illuminare i suoi occhi chiari identici a quelli della figlia.

"Ciao piccola peste!" Disse prima di chiuderla in un abbraccio.

"Papà mi sei mancato da morire" singhiozzava e così lui le accarezzava i suoi capelli lisci e neri sula nuca.

Dalla porta di casa già erano usciti Jakob e Adrienne sentendo tutto il frastuono che solo Armstrong Senior sapeva fare.

I quattro si unirono in un abbraccio di famiglia e risero quando videro la faccia non troppo contenta dei vicini, i genitori di Emily, che bisbigliarono fra loro "è tornata la rockstar" con cattiveria.

"Bentornato signor Armstrong" una voce dolce e leggera veniva dal marciapiede. Emily era sempre stata educata e riservata.

"Emily sei come una sorella per Kim, direi che dopo anni ancora non ti è entrato in testa che mi devi chiamare Billie vero? Mi fai sentire vecchio così..." Risero tutti di gusto, Emily era troppo ben educata per intromettersi in quella calorosa situazione di famiglia così rientrò in casa e lo stesso fecero loro.

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"Kim ti ho detto un centinaio di volte che devi andare bene a scuola" aveva cominciato a rimproverarla dopo un'oretta passata a parlare di come avevano passato l'estate.

"Dai papà lo sai che non è lo studio il problema... È che lì odio tutti, mi fanno tutti schifo! Sono così perfetti e impeccabili, mi danno i nervi!" Kim aveva ragione, nelle materie non aveva grosse difficoltà ma il suo comportamento da ribelle la penalizzava sempre. Di che si stupivano? Era la figlia di un rocker o no?

"Non è una giustificazione ragazzina! Questo è il tuo ultimo anno e vedi di prendere il diploma o ti mando a lavorare e questo posto non lo vedi per un pò!" Billie sapeva essere il suo migliore amico a volte ma sapeva anche essere un padre davvero severo, non voleva che i suoi figli facessero la sua fine, voleva che avessero una buona istruzione.

"Va bene papà, vedrò di starmene buona" disse sorridendo falsa e fece ridere il fratello minore che si beccò una frecciatina dall'uomo con gli occhi dalle mille sfumature.

"Poi dobbiamo parlare di quest'estate signorina. " a quelle parole l'espressione di Kim si tramutò in terrore.

"Mi devi raccontare qualcosa?" Chiese con uno sguardo penetrante lui, lo sapeva.

"Tipo?" Fece l'ingenua

"Oh, non so... Sei andata a mare? Come sono andati i corsi estivi a scuola? Oh, già ecco cosa volevo chiederti..." alzo lo sguardo dal suo bicchiere di soda e arrabbiato guardò la ragazza "COME CAZZO TI È VENUTO IN MENTE DI ANDARE CHISSÀ DOVE CON QUELL'ALTRO IDIOTA DI JIMMY!?" Jakob e Adrienne fecero un piccolo salto dal divano mentre Kim, che era seduta sul tappeto davanti a lui, si limitò a strizzare gli occhi per i numerosi decibel usati da Billie.

"Su Billie, non ti agitare" cercò di calmarlo sua moglie.

"Papà mi dispiace" fu tutto quello che riuscì a dire.

"Guarda che Mike mi ha raccontato tutto, non sarà mica successo qualcosa fra voi due.." La guardò con un briciolo di paura o ansia. Voleva bene a Jimmy ma non lo avrebbe sopportato come genero, sapeva che anche lui era una testa calda, ecco perché lui e Kim andavano tanto d'accordo.

"Papà che cosa vorresti insinuare? Io e Jimmy siamo amici da una vita sai che non mi toccherebbe" si difese lei

"Va bene lui magari no, ma io non posso sapere con chi siete stati per un mese."

Proprio mentre stava per rispondere il campanello suonò e una voce molto ma mooolto conosciuta a casa Armstrong si sentì.

"Zio Tré!" gridarono Kim e Jakob andando ad aprire al batterista che per loro era come uno zio visto che per Billie era un fratello.

"Ciao ragazzi, Adrienne, come va?" Tré Cool passava più tempo a casa loro che alla sua, sua figlia la vedeva poco perché abitava in un'altra città con la madre.

"Ne riparliamo dopo cena" Billie disse serio a Kim che aveva già salutato il quinto inquilino della casa.

"Ooohhh andiamo vecchio Bill, come se tu io e Mike non avessimo fatto cazzate peggiori alla sua età" disse con tono innocente Tré Cool avendo saputo anche lui della scappatella dei figli dei suoi amici.

"Oh, sta' zitto Frank.." disse cercando di nascondere una risata nel suo bicchiere.

"Sai tu e Jimmy me li ricordate molto. Cerca di fare il papà cattivo quando io potrei raccontare su di lui certe sto-" Tré venne interrotto da uno schiaffo sulla nuca da parte del suo amico.

"Sei proprio un pettegolo" lo rimproverò Billie e tutti si misero a ridere.

Con i Green Day era tornato il buon umore.

Rage and LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora