Capitolo 49

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Camminava con fatica per la stanchezza. Jimmy l'aveva salutata alla fine del strada, anche lui stremato. Erano stati tutta la notte fuori e ora Kim vedeva il sole sorgere da dietro casa sua. Sapeva che era lo stesso sole rosso che ogni mattina entrava nella vecchia stanza di Joey, lo stesso che bruciava sul viso di Luke rendendo i suoi capelli ancora più splendenti. Lo sapeva bene, diverse volte si era intrufolata in camera sua mentre lui e Michael dormivano, quando lei si svegliava troppo presto.

Ogni scalino della veranda sembrava una montagna da scalare e la porta d'ingresso un enorme portone che la divideva da Luke. Non riusciva a immaginare come sarebbe stato quando sarebbe arrivato dall'altra parte del mondo.

Entrò in casa in punta di piedi, come quando stava fino a tarda notte fuori con Jimmy per fare solo i casini che loro facevano.

"Kim" sentì un sussurro provenire dal salone. Non veniva dal divano, veniva dalla vecchia e amata poltrona di pelle.

"Ciao papà" disse senza neanche guardarlo. Immaginava perfino la sua posizione e la bibita nella sua mano destra.

"Non riuscivo a dormire sapendoti chissà dove ma posso capire, non ti sto rimproverando" Billie Joe sorrideva rigirando la bottiglia di vetro fra le mani. Una coca cola in bottiglia. Vintage e con la giusta dose di caffeina.

"Ero con Jimmy" Kim rigirava le chiavi di casa fra le mani provocando un tintinnio.

"Immaginavo..." l'uomo stringeva le labbra in un'espressione di difficoltà. Era raro che gli mancassero le parole.
"Lo sapevate tutti. In fondo lo sapevamo anche noi, stavamo solo aspettando che arrivasse il momento"

Kim si sedette sul bracciolo del divano e la sua gamba penzolava da una parte. La calza maglia aveva dei buchi e gli anfibi erano rovinati.

"Dov'è?" Chiese a suo padre.

"Dorme. È rimasto sveglio ad aspettarti qui in salone fino ad una mezz'ora fa circa. L'ho mandato su di forza"

Kim si sentì immediatamente in colpa per aver passato la notte in giro con Jimmy a sfogarsi invece che passarla con Luke a casa. Anche perché di tempo non ne avevano molto.

"Vai a dormire, vi sveglierò fra qualche ora, per questi ultimi due giorni niente scuola e niente prove. Voi ragazzi dovete passare più tempo possibile insieme. So che anche agli altri dispiacerà della partenza in fondo."

Kim gli sorrise e andò a dargli un bacio sulla guancia. Notò un block notes sul tavolino. Lo guardò scettica.

"Luke ce l'aveva fra le mani, credo sia una canzone" Billie rispose alla sua domanda muta.

Kim con un sorriso tenero salì le scale e andò verso la camera dei ragazzi.

Michael dormiva con la faccia schiacciata contro il cuscino e i capelli per aria. Un braccio gli penzolava fuori.

Luke era sempre il solito angioletto quando dormiva. Aveva ragione, la luce dell'alba gli illuminava il volto.

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"Mi dispiace per ieri, è stato tutto un casino, credo che fossi così ferita da non vederci chiaro" Kim parlava da sotto il braccio di Luke.

Le piaceva camminare così, abbracciati. Non l'avevano mai fatto ma era bello, Luke era così alto rispetto a lei e riusciva a stringerla forte.

Queste cose non le aveva mai fatte con Dan. Non lo aveva mai fatto prima. Le dimostrazioni d'affetto erano rarissime per chi non fosse Emily o Jimmy. Luke era il primo in tutti i sensi. O quasi... c'era solo una cosa che mancava a dire il vero. E Kim non sapeva come affrontare la situazione.

"Kim che c'è?" Luke si era accorto si quanto fosse pensierosa.

"Oh, niente" gli sorrise e poi gli lasciò un bacio.

"Dove sei stata ieri notte?"

"Non vuoi davvero saperlo, dammi retta" rispose lei sorridendo.

Erano i luoghi che frequentavano lei e Jimmy, neanche Emily lo sapeva, era dove loro erano i figli della collera e basta.

Niente collera e amore come si narrava di Jesus of Suburbia. Lì solo collera.

"Sono quasi spaventato" rispose Luke.

"Dovresti esserlo" Kim alzò un sopracciglio scherzosa. Luke rise.

"Pensandoci ci sono ancora tante cose che non sappiamo l'uno dell'altro" si sedettero su bordo di un muretto, il vento era freddo ed erano stretti fra di loro. Kim aveva sempre odiato il freddo pungente di gennaio.

"Lo so ma so anche che più ti conosco più mi piaci, e poi una persona non ti piace per la sua storia, certo puoi esserne affascinato, ma una persona la ami per i modi di fare, per come si comporta con te" quelle parole lasciarono stupefatto Luke che la guardava orgoglioso.

Era orgoglioso di chiamarla la sua ragazza.

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Era l'ultimo giorno per Kim e Luke. I ragazzi sarebbero partiti la sera stessa. Non potevano fare altro che starsene stretti, stesi sul letto di Kim dove le coperte morbide avevano il suo profumo.

"Stavo pensando una cosa..." Luke si mise seduto con ancora la testa di Kim sul petto.

"Cioè?"

"Voglio qualcosa da portare via che sappia di te. Voglio dire non una semplice foto o un bracciale col tuo nome. Ma qualcosa che sappia proprio di te, che abbia il tuo profumo"

Kim sorrise strofinando il naso sulla felpa di Luke. Lui le accarezzò la schiena. Poi Kim si alzò. Si avvicinò all'armadio, prese lo zaino che di solito si portava dietro e poi dal mobile dove teneva alcune cose prese il profumo che usava. Si sedette davanti a Luke sul letto e lui la lasciò fare senza dire niente.

Dalla bretella dello zaino sciolse la bandana nera dove aveva puntato due spillette, una dei Rolling Stones e l'altra dei Guns n Roses. Prese il profumo e spruzzò due volte. Guardò con malinconia l'oggetto.

"La tengo legata allo zaino da due anni e quello zaino lo porto sempre con me. Adesso mi sentirò ancora più vuota senza" sorrise triste.

Luke allungò la mano e la prese delicatamente. Era serissimo.

"Sa abbastanza di me?" Kim rise asciugando una lacrima.

"Direi di si" sussurrò lui.

"La legherò al mio di zaino e ogni volta che viaggerò per cambiare città mi ricorderò di quanto sia lontano da te" anche Kim tornò seria.

Luke posò la bandana sul comodino, si fece più vicino a Kim che era con lo sguardo basso.

Lui la baciò per condividere quello che entrambi provavano. Per Luke partire era una delle cose più dolorose che avesse mai fatto e allo stesso tempo Kim veniva lasciata da qualcuno che amava per l'ennesima volta.

Mentre le loro labbra era in contatto, Luke aveva una mano sulla guancia umida di lacrime di Kim. Lei si aggrappava alla sua felpa per tirarlo più vicino. Scivolarono all'indietro sul letto. Kim era sopra di Luke e il bacio triste mutò in un bacio affannato, dove le loro lingue si cercavano e la rispettiva eccitazione era evidente. Dovevano passare più tempo possibile insieme e fare tutte le cose che avevano progettato di fare. Compreso fare l'amore.

Per la prima volta Luke sentì quanto Kim fosse debole. Non era mai così vulnerabile, così innocente. Kim invece per la prima volta si fidava ciecamente di qualcuno ed era bello sentirsi appartenere a Luke anche fisicamente.

Forse stavano sbagliando, in quanto questo non avrebbe fatto che peggiorare le cose. La mancanza sarebbe stata di più ma in quel momento nessuno dei due si sentiva lontano. Erano vicini ed erano insieme.

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Sapevate che vi adoro? :))

Ultimamente scrivo capitoli assurdi, non so se questo sia triste, tenero oppure argh. Hahahahah (il caldo fa certi effetti).

Ad ogni modo grazie mille per il vostro supporto. Vi adoro.

Mar

Rage and LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora