capitolo 14 la pergamena segreta

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Anna entrò tenendo gli occhi chiusi e pregando che all'interno non ci fosse nessuno.

Nel tempio regnava un'innaturale silenzio e Anna si decise a riaprire gli occhi e a guardarsi intorno.

Stranamente non c'era nessuno, a quell'ora di solito gli arcangeli si riunivano tutti insieme per pregare l'Altissimo,  ma di loro e delle loro cantilene religiose nessuna traccia.

Si guardò intorno circospetta,  temendo che qualcuno di loro la cogliesse sul fatto.

Lentamente e silenziosamente cominciò a fare qualche passo in avanti,  raggiungendo il centro del tempio.

Nella grande sala si diramavano tre corridoi che intraprendevano tutti direzioni diverse.

Anna era indecisa,  non sapeva da che parte andare. I suoi occhi continuarono a saltare da un corridoio all'altro sperando che qualche illuminazione gli rivelasse la strada giusta.

Guardò dritta davanti a sé,  dove in un candido bagliore si innalzava un altare dedicato esclusivamente all'altassimo. Non era la prima volta  che lo vedeva eppure quel giorno la attraeva come una calamita.

Si avvicinò e istintivamente si inchinò, fu proprio in quel momento che le vide,  delle strettissime fessure sul muro,  quasi invisibili,  quello era un passaggio nascosto.

Si alzò immediatamente e si avvicinò alle fessure che poco prima aveva notato.

Cominciò a far scorrere le mani su quelle incanalature,  cercando di capire come aprire la porta nascosta.

Ci provò e ci riprovò,  ma niente,  quella benedetta porta non voleva decidersi ad aprirsi.

Sbuffo' lievemente,  portandosi le mani, strette in due pugni,  sui fianchi continuando a fissare la porta.

Vagando con gli occhi verso il pavimento, anna notò che sul fondo della porta c'era un piccolissima rientranza, appena visibile, ci passava a malapena un dito.

Si mise in ginocchio e infilò un dito in quella stretta rientranza, affidandosi al tatto per cervare qualsiasi cosa che le permettesse di aprire la pota. Tastò piu' volte l'interno, finche ad uncerto punto urtò una piccole leva, che si affrettò a premere.

La porta cominciò ad aprirsi lentamente ed emettendo un lieve rumore.

Guardò all'interno, ma nella stanza di fronte a se l'oscurità copriva ogni cosa, solo delle piccole candele lasciavano appena intravedere dove mettere i piedi.

Sentiva dell'aria fredda provenire dall'interno che la fece rabbrividire, non pensava che all'interno del tempio dell'altissimo potesse nascondersi una stanza tanto macabra.

Si sfrego le braccia con le mani per riscaldarsi ed entrò. Fece dei piccoli passi, portando le mani stese davanti al suo corpo, cercando a tentoni qualche ostacolo.

La stanza sembrava infinita, piu' si addentrava piu' sembrava non avere mai fine. Continuò ad avanzare finche ad un certo punto, una fioca luce comparve a pochi metri da lei. La luce illuminava una teca di vetro. Si avvicinò e guardò cosa era custodito al suo interno, l'aveva trovata, dentro la teca era posizionata la pergamena contenente la seconda parte della maledizione.

Cercò di alzare il vetro, ma questo opponeva resistenza e non si spostava di un solo millimetro, propabilmente c'era un'altro modo per aprirla.

Gli girò attorno, cercando di trovare qualche anomalia che le permettesse di aprire quella teca.

Mentre girva però una voce la fece bloccare di colpo - Anna- la chiamò questa voce.

Anna pietrificò all'istante riconoscendo il proprietario di quella voce, era uriel il capo degli arcangeli.

la prima demone del paradiso ( In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora