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"Ammettilo dai, mi trovi simpatica almeno un po'." Lo stuzzicai guardando il panino che mi aveva offerto.
"No, non ce la faccio a mangiarlo tutto." Dissi mettendo una faccia molto schifata.
"Che c'è? Non ti piace?" Chiese Tsukishima vedendo la mia espressione.
"Ah no no anzi, è buonissimo."
"E perché hai fatto quella faccia?"
Io non dissi nulla e appoggiai la testa sulle mie ginocchia.
"È per colpa di Oikawa, vero?" Mi domandò, io annuii nervosamente sentendo il suo nome.
"Non puoi continuare così T/n."
"Hai ragione, hai sempre ragione." Risposi arrabbiata alzandomi e andandomene verso la fermata del bus. Il ragazzo mi rincorse dicendomi di tornare indietro ma io cercai di non ascoltarlo, finché non me lo ritrovai davanti. Cercavo di cambiare direzione per evitarlo, ma lui continuava a mettersi in mezzo.
"Menomale che odi quelli che insistono." Sbottai cercando di spingerlo via, ma la mia mano venne presa dalla sua.
Mise entrambe le mani sulle mie spalle fer tenermi ferma.
"T/n ascoltami." Disse guardandomi negli occhi. Io abbassai la testa cercando di non piangere.
"È solo che non so cosa fare."
"Devi chiedere aiuto, questo è quello che devi fare."
Alzai lo sguardo con le lacrime che quasi strabordavano dagli occhi per rimandarle giù. Tsukishima notò i miei occhi gonfi ed il mio naso che spiccava rispetto al colore della mia pelle, essendo così rosso in quel momento.
Una mano spinse la mia schiena verso il petto del ragazzo, era quella del biondo.
"Mi sta abbracciando?"
"Non emozionarti troppo, potrei non far questa cosa mai più." Sbottò appoggiando la sua testa sulla mia. Ricambiai l'abbraccio.
"Grazie." Borbottai staccandomi e asciugando le poche lacrime scese dal mio viso.
"Ti serve un fazzoletto?" Chiese frugando nella tasca, risposi di sì ringraziandolo di nuovo. Ci sedemmo sul marciapiede per calmarmi un po' e iniziammo a parlare di cose a caso.
"Te come vai in letteratura?" Domandai al ragazzo.
"Bene, tu?"
"Malissimo, sono solo le prime lezioni e già non capisco nulla, mi sa che i miei dovranno pagar qualcuno per farmi ripetizioni." Sbottai passando le mani tra i capelli.
"Hai detto che i tuoi pagherebbero chiunque ti faccia ripetizioni?" Io annuii.
"Stavo pensando di prendere un nuovo paio di cuffie." Bisbigliò Tsukishima tra sé e sé.
"Vuoi dire che ti offriresti per farmi ripetizioni?" Chiesi sentendo il suo farfugliare. Lui disse di sì.
"Sì ti prego fammi tu ripetizioni, non voglio avere un vecchio noioso, anche se non cambia molto con te dalla tua personalità."
Il ragazzo mi diede uno schiaffetto sul ginocchio accennando un piccolo sorriso.
"Comunque affinché i tuoi mi pagano son disponibile per farti ripetizioni."
Ringraziai il ragazzo, poi mi accorsi che il mio bus stava per arrivare e mi alzai.
"Devo andare alla fermata, ci vediamo domani."
"No, ti accompagno." Disse freddo alzandosi anche lui. Gli chiesi il perché.
"Hai idea di quanti maniaci si aggirino a quest'ora? Dai, fai strada."
"Tsukki! Eccoti, ti stavo cercando." Esclamò il suo amico, Yamaguchi, correndo verso di noi.
"Io devo andare a casa, vieni con me?" Chiese sorridente. Lui si girò verso di me, poi verso il ragazzo di nuovo, poi verso di me ancora.
"Se vuoi andare con lui vai, non ti obbliga nessuno ad accompagnarmi." Dissi iniziando a camminare salutando poi entrambi i ragazzi. Alla fine mi ritrovai da sola a camminare verso mia sorella, non che mi dispiacesse. Tirai fuori il telefono per vedere se Kenma avesse risposto ai messaggi.
-"purtroppo mi vedrai giocare."
-"Tranquillo, non ti prenderò in giro, piuttosto, sei ancora in squadra con quel Kuroo? Quello con cui sono uscita un paio di volte anche con te?"
-"Sì, e se te lo chiedi è sempre sui miei nervi."
Risi guardando il telefono e finalmente raggiunsi mia sorella proprio poco prima dell'arrivo dell'autobus.
"Pensavo non arrivassi più T/n."
"Scusami ho avuto un problemino."
"Hai pianto?" Chiese lei. Spalancai gli occhi.
"Come fai a saperlo?"
"No, non lo sapevo, ho tirato a indovinare." Rispose ridendo.

Il giorno dopo...

Dopo le lezioni, come al solito, mi diressi verso il club, ma davanti all'entrata della palestra c'era un tizio familiare.
"Lei era quello di ieri che fumava alla cassa del negozio Sakanoshita, vero?" Gli chiesi entrando in palestra. Lui mi disse di sì e allora gli domandai perché fosse qui.
"Quel Takeda non te l'ha detto? Vi allenerò io per l'amichevole contro il Nekoma, essendo il nipote del famoso Ukai, il vostro responsabile mi ha pregato di farvi da coach almeno per questa partita."
"Ukai? Mi spiace ma non l'ho mai sentito."
"Ukai, Ukai... non l'ho mai sentito, sto provando a ricordare ma non penso proprio di conoscere qualcuno di quel nome, eppure è famoso." Pensai iniziando a montare la rete.
"Davvero non lo conosci?" Chiese il signore biondo, io scossi la testa imbarazzata. Lui andò a cercar il professor Takeda e restai sola in palestra.
"Dov'è andata Kiyoko? Sarebbe già arrivata a quest'ora..." pensai portando fuori dal magazzino il cesto coi palloni da pallavolo. Improvvisamente Hinata entrò di corsa insieme a Kageyama.
"Sono arrivato prima io!" Esclamò il ragazzo bruno. L'altro ribatté e iniziarono a litigare come al solito.
"Ragazzi non litigate, sapete poi che il capitano si arrabbia." Dissi avvicinandomi ai due.
"T/n, sei già qui! Ecco perché dopo le lezioni non ti trovavo." Esclamò Shoyo. I due ragazzi mi chiesero di alzargli dei palloni, fui costretta ad accettare. Finalmente arrivò quella che mi sembrava Kiyoko, ma mi sbagliavo, erano Tsukishima e Yamaguchi.
"Buongiorno." Disse il biondino guardandomi.
"Strano che tu dica buongiorno proprio quando c'è T/n." Borbottò Kageyama con un'espressione corrucciata.
"Solitamente saluto chiunque sia più intelligente di voi due." Rispose a tono ridacchiando accompagnato dal suo amico. Cercai di nascondere il leggero sorriso che mi si era formato, ma venni sgridata da Hinata dicendo di non ridere alle battute del ragazzo.
"Ah comunque T/n, mi serve il tuo numero di telefono per quella questione delle ripetizioni." Disse Tsukishima avvicinandosi a me. Io tirai fuori il mio telefono e gli diedi il mio numero.
"Wow! Che telefono moderno!" Urlò Hinata con gli occhi che gli luccicavano. Era un semplicissimo telefono cellulare, ma scoprii che i telefoni qui erano quello che si aprivano e non avevano la tastiera touch.
"Bhe vivendo in provincia di Tokyo la tecnologia è più recente."
"Abiti a Tokyo?" Esclamò Yamaguchi stupito. Io dissi di sì, era per questo che in classe ero sempre la prima ad arrivare.
"Però anche se è in provincia è abbastanza vicino a Miyagi, quindi non devo alzarmi così presto."
Finalmente arrivò Kiyoko in palestra, pensavo si fosse persa per strada.

La tua felicità -Tsukishima x Reader-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora