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Tornata a scuola mi ero allontanata di nuovo da Tsukishima, non volevo stare male, ma allo stesso tempo ero comunque in quella situazione. Stare lontana dal ragazzo mi faceva soffrire forse anche di più dopo quel bacio.
A pranzo mi nascosi in bagno, dato che il biondino eravamo tornati alla nostra solita abitudine di mangiare insieme, gli mandai un messaggio dove gli dicevo che sarei andata con delle mie amiche oggi a pranzare, ma non era vero, ero chiusa in uno degli stretti cubicoli seduta su un cesso chiuso a guardare il nulla per una buona oretta, tanto che un professore dovette intervenire, dato che le ragazze erano preoccupate e pensavano si fosse bloccata la porta.
"C'è qualcuno? Per caso sei rimasta bloccata nel bagno? La serratura funziona?"
Era la voce del professor Takeda, il coordinatore del club dove facevo la manager.
"Sto bene, la serratura non è difettosa, ora esco. Mi scusi." Borbottai aprendo timidamente la porta del bagno.
"Oh, T/n. Ciao, stai bene?" Mi chiese l'insegnante mentre mi dirigevo verso il corridoio. Inventai una scusa dicendo che mi ero sentita un po' male e venne proposto che io tornassi a casa prima, notando il mio incarnato pallido e i miei occhi rossi che mi bruciavano. Forse dovevo davvero andare a casa quel giorno, ma i miei erano a lavoro, non potevo disturbarli per nessun motivo.
"Chi posso chiamare per farmi venire a prendere da scuola?" Pensai davanti al telefono usato per emergenze o convocazioni dei genitori. Kuroo? Ha comunque diciotto anni e può legalmente venire a prendermi ma anche lui è a scuola, inoltre è a Tokyo lui a studiare, non volevo fargli fare così tanta strada.
"Satori?"
Che genio. Digitai il numero del ragazzo sul telefono e per fortuna rispose.
"Pronto?"
"Hey Satori, sono io, T/n. C'è un problema a scuola."
"Oh, T/n! Che è successo?" Chiese con un po' di preoccupazione nella sua voce. Gli spiegai la situazione e lui fu disposto a venire a prelevarmi da scuola per farmi prendere il bus. Tornai nella mia aula per racimolare le mie cose e a darmene.
"Hey, sei qui." Sentii Tsukishima appena entrai.
"Che ci fai qui?" Sbottai preparandomi il più velocemente possibile.
"Ho sentito delle ragazze parlare di una certa 'ragazza chiusa in bagno dall'inizio della pausa pranzo', hai qualcosa da dichiarare?" Chiese arrabbiato, mi aveva scoperta, ma cercai di negare il tutto dicendo che non ne sapevo nulla.
"E ora dove vai con lo zaino preparato?"
"Ehm... oggi non ci sono le attività del club da noi, quindi possiamo andare a casa!"
"Bravissima, come fanno a venirmi delle scuse così velocemente?" Mi domandai uscendo dall'aula senza salutare il ragazzo. Venni fermata dal professor Takeda, che mi chiese come stessi. Dissi che tutto andava alla grande, ma lui sembrava preoccupato per me.
"T/n, hai lasciato il club di pallavolo maschile, so che è un po' che non mangi perché si vede dal tuo aspetto, sembri sempre così triste e ho notato che non sei più così in intimità con Tsukishima... se vuoi confidarmi qualcosa sai benissimo che io ci sono." Mi poggiò una mano sulla spalla.
"Sto bene e ho mangiato, eccome se ho mangiato." Sbottai continuando a camminare.
"No T/n, tu non mangi da qualche giorno e hai anche pianto, lo posso notare benissimo dalla tua carnagione pallida e i tuoi occhi rossi e gonfi."
Strinsi i pugni, dovevo contenermi, stavo comunque parlando con un professore e non potevo mancargli di rispetto.
"Rispettosamente professor Takeda, lei non sa di cosa faccio con la mia vita e sicuramente non dovrebbe interessargli. Ora, con permesso, me ne torno a casa per riposare un po'. Arrivederci." La mia voce tremava un pochino, sembrava stessi per piangere, ma in realtà stavo per scoppiare dalla rabbia davanti all'insegnante. Uscii velocemente dall'edificio e vidi Satori assieme a Wakatoshi davanti a me.
"T/n, sei pallidissima." Sussultò il ragazzo da capelli rosso acceso. Sbuffai dicendo che lo sapevo già.
"Ti possiamo portare da qualche parte per mangiare qualcosa, sembra che tu ne abbia davvero bisogno." Intervenne Ushijima. Un po' esitante dissi che non sapevo se sarei riuscita a mandare giù per la mia gola anche solo pochi bocconi, ma i due mi confortarono e mi convinsero. Non pagai nulla. Dopo un po' avrei assolutamente dovuto ripagare quelli che mi avevano offerto cibo di questo passo. Il mio umore rimase molto malinconico, anche se Tendō provava a tirarmi su di morale con le sue battutine o il suo strano carattere io non riuscivo a mettere neanche un mezzo sorriso o nemmeno una piccola smorfia sul mio viso.
"Sono davvero preoccupato per la tua salute mentale, T/n. Dovresti davvero sistemare quella faccenda di... Tsukishima."
Ushiwaka faceva suonare il nome 'Tsukishima' come se il biondino fosse una persona orribile, ma si capiva che usava quel tono di voce quando si parlava di lui solo perché Tsukki era stato il primo a murare Wakatoshi.
"Lo so, si stava sistemando tutto, giuro. Ma ho fatto la codarda staccandomi da un bacio iniziato da me. So che è cambiato e ora non starò più male per lui, però non voglio che mi lasci di nuovo, capite? Starei solo ancora più male." Spiegai giocherellando timidamente con le bacchette usate per mangiare.
Dopo aver pranzato i due mi accompagnarono alla fermata del bus e tornai a casa. Restai tutto il pomeriggio e tutta la sera a guardare come una scema il soffitto di camera mia stravaccata sul mio letto. Stavo davvero odiando questo periodo della mia vita.
"Sono pronta a rimettermi con Tsukishima?
Bhe, lo ami?
Sì, lo amerò per sempre.
Ma sei pronta a ricominciare a baciarlo, abbracciarlo e coccolarti con lui come facevi prima?
...circa. Non sai quanto vorrei abbracciarlo o almeno stargli vicino.
Ma non sei pronta a baciarlo?
Non penso, in realtà ho il desiderio di baciarlo, ma tu, 'pensieri di merda', mi impedisci l'abilità di pensare bene quando voglio farlo.
Uffa, sei una rompiscatole, tutti sti problemi per nulla."
Ok, per oggi basta pensare.

La tua felicità -Tsukishima x Reader-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora