Dopo qualche settimana iniziarono i campionati primaverili ed io mi ero sempre allenata fino a quel fatidico giorno, finalmente mi avevano dato il posto da schiacciatrice laterale vedendo il mio veloce miglioramento. Appena arrivati in quella palestra mi stupii di quanto fosse grande. C'erano un sacco di squadre. I primi giorni vincemmo tutte le partite, le ragazze dicevano che era grazie a me, ma a me piaceva pensare che tutte avevamo fatto il nostro meglio, alla fine era la verità. Arrivammo ai quarti di finale e incontrammo il club maschile della nostra scuola. Daichi promise che sarebbero venuti a vederci tra qualche minuto, dato che avevamo una partita a breve. L'ansia mi stava salendo sempre di più.
Andai verso il campo per riscaldarmi. Mi guardai attorno, era pieno di persone. Cercai la faccia dei membri del club maschile di pallavolo del Karasuno, eccoli lì. Tsukishima mi stava guardando. Il sudore mi scorreva velocemente per tutto il viso. Mi girai cercando di calmarmi. Presi l'estremità della maglietta per asciugarmi il viso. Il numero sulla divisa sportiva: 11, il numero che aveva anche il mio ex ragazzo, non Tōru. Saltellai sul posto per scaricare la troppa adrenalina.
"Ho troppa ansia." Pensai senza neanche accorgermi che avevo iniziato a graffiarmi le cosce violentemente.
Mi allenai assieme alle ragazze per quei pochi minuti.
La partita iniziò. L'adrenalina di quando mandai a segno una decina di punti tutti di seguito salì a mille. L'ansia ancora di più. Le mani mi tremavano, eravamo in vantaggio, dovevamo vincere. Le avversarie chiamarono il primo time out.
Andai a bere e diedi un'altra occhiata alle tribune. Sotto di me vidi due persone che non mi sarei mai aspettata di incontrare durante una mia partita.
"Satori e Ushiwaka." Pensai salutandoli con un sorriso.
"Non lasciarti prendere dall'ansia!" Mi incoraggiò Tendō sorridendo. Mi rigirai e alla mia destra incontrai gli occhi di Kuroo che si sporgeva in fuori per farsi notare da me. C'era anche Kenma. Salutai entrambi sollevata nel vederli. Fine time out. Si ritorna in campo. I miei occhi sfrecciavano seguendo il pallone. Campo avversario, ricezione perfetta da parte nostra, alzata ancora più perfetta. Il mio campo visivo si allargò. La palla davanti alla mia mano sinistra.
Sbam.
Il fischio assordante dell'arbitro suonò, il punto andò a noi.
I batti cinque delle mie compagne di squadra mi irritarono la mano ancora più di quella schiacciata violenta. Sentivo tutto tremare, l'adrenalina era troppa. Andai dal capitano.
"Sono troppo ansiosa, dovete calmarmi o mi perderò." Le bisbigliai prima di tornare alla mia posizione.
Campo avversario, ricezione sporca da parte loro, alzata comunque perfetta, iniziai a correre verso l'attaccante.
"Aspetta."
Data la mia piccola statura, saltare in contemporanea con la mia compagna di squadra per murare quella schiacciata non avrebbe avuto senso. Io sarei caduta prima del previsto e il muro sarebbe fallito.
"Aspetta..."
Spalancai gli occhi.
"Ora."
Sbam. Campo avversario. Un muro perfetto, l'attacco non l'avevo bloccato con le mani, ma con il naso. Caddi sul mio sedere. L'arbitro fischiò il punto a noi.
"Ahia."
Mi toccai il naso, controllai le mie dita. Sangue.
Il flashback di quello che ricordavo dalla volta in cui mi avevano investita mi tornò in mente. Mi alzai barcollando.
"Questa non ci voleva." Mi guardò il capitano preoccupata.
"Sto bene." Borbottai preparandomi di nuovo.
"No, T/n. Devi andare a farti medicare."
"No, non serve." Sbottai nervosa.
"Dobbiamo vincere. Non posso uscire dal campo ora."
Guardai le tribune. Incontrai lo sguardo di Tsukishima, sembrava preoccupato. Mi girai verso Kenma e Kuroo, anche loro erano allarmati, e pure Tendō e Ushiwaka, anche se quest'ultimo lo nascondeva molto bene, sembrava comunque sorpreso nel vedermi col naso sanguinante.
Mi feci accompagnare in infermeria e mi sedei sul lettino. Mi feci medicare.
"Devo tornare sul campo, ora." Pensai tamburellando nervosamente le dita sulle mie cosce. La porta si aprì.
"Stai bene?"
Tsukishima.
Sbuffai nel vedere il ragazzo. Cosa voleva da me?
"Voglio solo tornare in campo." Risposi guardando il pavimento.
"Perché hai lasciato il posto da manager?" Mi chiese sedendosi vicino a me. Non l'aveva capito?
"Il motivo è scontato." Lo indicai. "Piuttosto cosa fai qui? Pensavo di averti detto di non provare più a parlarmi." Continuai ricordandomi quello che gli avevo detto.
"...non provare neanche a parlarmi." Mi risuonò la mia voce rauca e disperata di quella volta.
"Sto lavorando su me stesso. Sono migliorato, abbastanza." Rispose in sua difesa. L'infermiera tornò da me dicendomi che potevo tornare in campo. Mi alzai velocemente, scostai Tsukishima dalla mia vista e iniziai a correre. Corsi e corsi sempre più veloce verso le mie compagne di squadra. Andai alla panchina aspettando di tornare dentro, le avversarie erano quasi a pari merito con noi. Era il secondo set. Dovevamo vincere la partita a mani basse. Non volevo un terzo set. L'arbitro suonò il fischio del mio cambio, corsi in campo, pronta a ripartire.
"Che rabbia, per fortuna che sono tornata in campo, ma l'ansia mi sta uccidendo." Pensai concentrandomi sulla palla. Campo avversario, ricezione da parte nostra, alzata sporca. Schiacciata da parte mia, avevo trapassato il muro. L'adrenalina mi stava rendendo ancora più nervosa. Stavamo vincendo, ma perché ero così rigida?
Il fischio finale che chiamò il matchpoint suonò.
"Abbiamo vinto."
Mi sdraiai per terra dalla stanchezza. Dopo quello che era successo in infermeria non riuscivo più a pensare, anche con la vittoria e tutto il resto. Incontrai i miei amici dello Shiratorizawa e del Nekoma fuori dalla palestra. Si congratularono con me, felici di avermi visto vincere.
Mi cambiai, per oggi avevamo finito. Kenma e Kuroo mi aspettavano per portarmi fuori a mangiare.
"Oggi hai mangiato T/n?" Mi chiese il mio migliore amico.
"Assolutamente no." Risposi secca massaggiandomi le tempie seduta sul pavimento mentre facevo un po' di stretching. Il mio sguardo si posò su Tsukishima, che era con la squadra maschile del Karasuno. Ma lui mi stava guardando, mi stava lanciando un'occhiataccia, ritornai in me quando sentii Kenma sgridarmi per non aver mangiato. Andammo lì in giro a Tokyo per prendere qualcosa per cena. Sentire il cibo scendere giù lentamente per la mia gola secca mi faceva sentire strana. Quasi mi veniva da sputarlo nel piatto, o di addirittura vomitarlo.
STAI LEGGENDO
La tua felicità -Tsukishima x Reader-
Hayran Kurgu🧡COMPLETATA🧡 T/n, la sorella di Kiyoko Shimizu, inizia il suo primo anno al liceo Karasuno. Anche se residente a Tokyo i suoi genitori hanno deciso di non mandarla al liceo Nekoma, perché causa del bullismo verso la sua sorella maggiore durante il...