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T/n's Pov:
Appena tornai a casa era sera, avevo pranzato da Kei ed ero rimasta con lui tutti il pomeriggio. Ricevei due o tre chiamate da mia madre, era un po' preoccupata per la mia salute mentale quel giorno, non voleva che mi succedesse qualcosa di brutto. Infatti, ogni volta che le dicevo di essere ancora a casa del ragazzo, chiedeva sempre che glielo passassi solo per vedere se stessi dicendo la verità.

Qualche ora prima...

Il mio telefono squillò, era di nuovo mamma che mi chiamava.
"Ciao mamma..." borbottai ridacchiando.
"T/n, ciao tesoro... Va tutto bene? Sei ancora da Kei?" la sua voce mi faceva capire che era molto allarmata. Le dissi di non preoccuparsi, ma lei volle comunque parlare con il biondino.
"Pronto signora Shimizu..." Kei era molto divertito nel fare questo avanti e indietro con il mio cellulare.
"Kei, ciao caro, come sta T/n? La stai controllando bene? Stai attento per favore... non voglio che faccia qualcosa di brutto." "Cosa intende per 'qualcosa di brutto'?" Pensai aspettando di riavere il mio telefono.
"Certo signora, T/n sta bene e non si preoccupi, sua figlia è in buone mani, manco cascasse il mondo le lascerei che le succeda qualcosa."
Appena chiusa la chiamata ci rimettemmo a guadare il film che era in pausa sulla TV.
"È stato così dolce con mia madre..."
"Sei proprio un gentiluomo eh?" lo stuzzicai con un sorrisetto. Kei ridacchiò e non disse una singola parola, continuò a guardare la televisione. Si limitò solo ad avvicinarmi a lui prendendomi per i fianchi. Abbassai la testa arrossendo, cercai di trattenere una risatina imbarazzata ma non ci riuscii.
"Oh? Sei davvero ancora così imbarazzata dopo tutti quei baci, quelle coccole e il resto che è successo tra noi due?" Mi provocò il ragazzo tutto divertito.
"Sentire uscir fuori dalla tua bocca la parola 'coccole' fa strano." Esclamai ridendo. Kei arrossì e accennò un leggero sorriso che cercò anche lui di camuffare.
Il mio cellulare squillò di nuovo, stavolta era mia sorella. Risposi un po' confusa e Kiyoko mi chiese cosa fosse successo, perché lei la sera prima era a cena da una sua amica. Le raccontai tutto e appena lei capì come andarono le cose con papà era furiosa.
"Papà deve capire che stiamo crescendo, non può continuare con questo teatrino!" Esclamò arrabbiata. Aveva ragione, stavo odiando mio padre in quegli ultimi giorni, quasi non volevo tornare a casa per colpa sua.
Appena il sole iniziò a tramontare per me era ora di tornare a casa. La madre di Kei fu così gentile da accompagnarmi fino a Tokyo in macchina, non solo per evitare di farmi prendere il bus, ma anche per avere una parola coi miei.
Scendemmo dall'auto, avevo paura che mio padre dicesse qualcosa di cattivo alla signora Tsukishima. Scoprii che papà era andato in centro con dei suoi amici, mamma era rimasta a casa ed era molto felice di vedere sia il biondino che sua madre.
Io e Kei decidemmo di restare assieme alle due signore per avere voce in capitolo, dato che tutto questo era tecnicamente stato causato da me e lui.
"Capisco che tuo marito è molto preoccupato per T/n, ma ormai i nostri figli stanno crescendo e iniziano ad avere le prime relazioni, vero Kei?" Disse la dolce signora arruffando i capelli di suo figlio.
"Ma certo sono del tutto d'accordo con te cara, anche per T/n è l'età in cui si trovano i primi fidanzatini!" Esclamò mamma ridacchiando. Quelle due sapevano già di noi, la signora Tsukishima aveva compreso che dopo la nostra rottura ci eravamo riavvicinati, mentre mia madre aveva capito che stavamo ancora insieme, ma non che ci eravamo lasciati. Era la scena più imbarazzante della mia vita e sicuramente neanche Kei era del tutto a suo agio.
Dopo un po' la porta di casa si aprii, mio padre era tornato e stava guardando male il biondino.
"Pensavo di aver detto di non volerlo più a casa mia." Bisbigliò a mia madre. La mia rabbia iniziava già a salire. La madre del ragazzo fece una smorfia infastidita, anche lei aveva sentito.
"Tesoro, ne abbiamo parlato. Smettila di farti prendere dalla rabbia e siediti." Gli bisbigliò mamma prendendolo quasi violentemente per il braccio. Dopo un po' di silenzio molto imbarazzante decisi di iniziare a parlare.
"Ho odiato il modo in cui mi hai trattata ieri, papà. Perché devi comportarti così?"
"Perché sei mia figlia e non voglio che nessuno ti faccia del male. Anch'io sono stato in diverse relazioni prima di sposare tua madre e so quanto una ragazza può soffrire. Immagina quanto un ragazzo possa farti star male, soprattutto uno di sedici anni-" rispose prima di essere interrotto da Kei.
"Mi scusi ma questa storia è ridicola. Non so se lei ha notato il cambiamento emotivo di sua figlia dall'inizio della scuola a un mese fa. Non vorrei sembrare vanitoso ma quando ho conosciuto T/n non ho visto altro che tristezza in lei, l'ho guardata diventare sempre più felice restandomi vicino negli ultimi mesi. Ha idea di quanto sono stato male a vederla in coma? Ha ragione, ho fatto piangere qualche volta sua figlia, ma ho sempre risolto tutto chiedendole scusa come un ragazzo dovrebbe fare." Disse tutto d'un fiato. Era molto nervoso, riuscivo a percepire la rabbia nei suoi occhi.
"Quanto vorrei dire ai miei tutto quello che è successo. Tōru, il mio dilemma con il cibo per colpa sua, il suo tradimento, Kei che mi sta aiutando a superare questo mio problema. Di come sono svenuta per colpa di Kei, di come lui poi si è scusato e si è preso cura di me. Di quell'uomo che mi ha molestata al museo e di come Kei mi ha salvata. Vorrei dirgli tutto." Pensai. Volevo davvero raccontare tutto, ero così nervosa del fatto che papà non capiva cosa vedevo in Kei, il perché lo amavo, il perché lui per me era la mia felicità.
"Non volevo dirvi queste cose ma penso sia il momento di farlo, dato che papà non capisce cosa vedo in Kei." Borbottai massaggiandomi le tempie. Dopo aver spiegato tutta la storia ai miei erano sconvolti, se non arrabbiati con me per non averglielo mai detto. Mio padre si era pentito di quello che aveva detto sul biondino ora che aveva saputo di tutto quello che aveva fatto per me, lo potevo vedere dalla sua faccia senza parole.
"Non ho parole..." farfugliò a bocca aperta.
"Oh. Kei, tesoro, dobbiamo tornare a casa, è tardi e Akiteru stasera veniva a trovarci." Intervenne la madre di Kei. Salutammo i due e restammo io e i miei genitori.
"Quindi..." provò a parlare papà. Lo interruppi, ero troppo stanca in quel momento per discutere ulteriormente.
"Meglio che ci prendiamo tutti quanti una pausa e ne parliamo domani, tanto è domenica." Salii le scale di camera mia per andare a dormire.

La tua felicità -Tsukishima x Reader-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora