Tsukishima's Pov:
"Come si permette a toccare il culo alla mia ragazza e accarezzare i suoi fianchi?
Non è la tua ragazza.
Ma è comunque mia."
La rabbia salì e prese possesso di tutto il mio corpo. Una cosa così a T/n non doveva succedere mai più, non dopo quella volta che quel ragazzo l'ha approcciata alla fermata del bus. Non c'era nessuno in quella parte del museo, dov'erano tutti i turisti? Nessuno aveva notato la ragazza così impanicata, aveva storto il naso molte volte.
Mi decisi. Marciai verso i due e presi da dietro al colletto del maglione quel ragazzo che stava importunando T/n. Lo allontanai da lei.
Quello lì mi guardò molto innervosito.
"Non sai farti i cazzi tuoi ragazzino?"
"Non se stai palpando una ragazza. E si dà il caso che lei sia la mia ragazza. È meglio che ti levi dai piedi se non vuoi farti male."
La rabbia che provavo in quel momento era infrenabile, volevo davvero mettere le mani addosso a quel ragazzo, anche se probabilmente mi avrebbe conciato peggio di quanto avrei fatto io con lui.
Quello là provò ad avvicinarsi a T/n, ma io separai i due mettendo il mio braccio davanti alla ragazza.
Sporsi la testa verso l'altra stanza, dove era appena entrato un uomo della sicurezza.
"Vieni qui se hai il coraggio." Mi disse quel maniaco pronto a menarmi. Mi avvicinai di poco a lui, ero molto più alto e lo osservai dall'alto con uno sguardo che ognuno avrebbe capito che ero infuriato.
"Che c'è? Per caso hai paura? Sa cosa sei, eh? Sei solo un ragazzino che vuole fare il poliziotto della questione e proteggere questa puttana." Urlò ghignando prima che gli tirassi un pugno sulla guancia appena sentii la parola 'puttana'. Il ragazzo cadde a terra, sembrava molto arrabbiato. La mano con cui l'avevo colpito faceva male, le nocche si stavano già arrossando e mi pulsavano violentemente, tirare un pugno a qualcuno faceva più male di quanto pensassi. La voce acuta e spaventata di T/n mi distrasse da quel brutto ceffo che si stava rialzando molto arrabbiato. Improvvisamente un colpo mi arrivò sul braccio destro, causandomi un male atroce. Un altro pugno, stavolta sulla pancia, arrivò velocemente. Mi piegai in preda ad un dolore estremamente pungente.
"Come puoi pensare di proteggere T/n da maniaci come questi se cadi subito dopo due menate?" Mi disse la mia mente interferendo nella mia testa e distraendomi di nuovo. Sentii i miei capelli essere tirati molto violentemente.
La voce della ragazza che implorava quel ragazzo di smetterla, cercai di spingerlo via. Alzai lo sguardo e T/n stava provando a proteggermi tirando dei deboli pugni sulla schiena di quell'animale, continuando a sbraitargli di lasciarmi stare.
"Nonostante la situazione lei è corsa in mio aiuto... potrebbe farsi malissimo eppure si è preoccupata più di me che di sé stessa." Pensai mentre vedevo l'altro alzarsi e tirare un forte schiaffo alla mia ragazza.
Le urla dell'uomo della sicurezza che era nell'altra stanza rimbombarono per tutta la sala espositiva del museo, venimmo separati e portati in un piccolo ufficio, assieme a T/n.
Dopo aver spiegato la situazione chiamarono la polizia per arrestare quel maniaco che aveva importunato la ragazza e noi uscimmo dal museo.
"Stai bene?" Le chiesi sistemandomi gli occhiali nervosamente. Inclinai la testa per osservarla, la sua testa era fissa sul cemento e sentivo tirar su col naso, stava piangendo. Prestai più attenzione al suo corpo, arrivato alle mani notai che stavano tremando. Diedi un'ultima occhiata alla figura di T/n. Mi avvicinai a lei preoccupato.
"Hey, hey. T/n, stai tremando. Stai tranquilla, è tutto finito ora." Borbottai. Non volevo abbracciarla, avevo il sentimento che lei ora avesse paura ad essere anche solo sfiorata, pensai fosse meglio evitare.
"Ti prego, abbracciami Kei." La sua voce era tremante, come le sue mani. Odiavo vederla così. Perché l'avevo persa? Perché non avevo controllato se lei fosse con me fin dall'inizio?
Strinsi la ragazza più forte che potevo, non volevo lasciarla andare mai più. Le sue gambe collassarono.
"Hey, attenta a non cadere T/n."
Si scusò, ma la zittii subito. Non aveva motivo di chiedere scusa dopo quell'accaduto.
"Andiamo via da qui." Bisbigliai lanciando un'occhiataccia disgustata alla porta d'ingresso. Ci sedemmo su una panchina, eravamo abbastanza lontani da quel posto.
Presi le mani della ragazza delicatamente, stavano ancora tremando. Cercai di fare contatto visivo con lei, ma il suo sguardo era puntato in basso.
"Hey." Schioccai le dita. Cercai di rimanere con un'espressione indifferente, non volevo sembrare così tanto allarmato. "Guardami bene."
T/n alzò lo sguardo, aveva gli occhi gonfi e lucidi, c'era solo ansia dentro alle sue pupille.
Appoggiai le mani sulle sue guance.
"Cosa le devo dire?" Pensai guardandola bene.
"Respira profondamente, le tue mani tremano come se ci fossero meno venti gradi qui fuori. So che è una situazione orribile ma voglio che tu ti calmi." Le dissi mentre lei iniziava a prendere respiri profondi per calmare il panico che quel maniaco le aveva causato.
"Perché a te, T/n? Perché proprio a te?"
"Ti amo, non dimenticarlo." Continuai, sentivo che si stava calmando un po'. T/n distolse lo sguardo.
"Hey. No. Tieni gli occhi su di me, non pensare a quel momento. Concentrati su di me e nient'altro." La mia voce suonava severa e ferma, ma ero davvero preoccupato per la ragazza.
"Sto bene, voglio solo andarmene il più lontano possibile da quel museo." Si alzò a testa bassa.
Il suo continuo guardare il ghiaino della strada dov'eravamo mi innervosiva. Volevo vedere i suoi occhi, le mie due stelle preferite, e invece me li stava nascondendo per colpa di quel maniaco.
Suggerii di andare a casa mia e così facemmo, eravamo abbastanza vicini quindi ci mettemmo poco ad arrivare. Appena entrati non c'era nessuno in casa, mia madre era a lavoro, non era lì pronta a salutarmi con un bacio sulla guancia come al solito. Akiteru invece non era venuto a trovarci in questi giorni. Casa mia era diventato un posto tranquillo e silenzioso, come piaceva a me. Feci sedere T/n sul divano e le preparai un the per aiutarla a rilassarsi.
"Non avrei mai dovuto portarti in quel museo." Dissi avvicinandomi a lei. Lei scosse la testa, incredula a quello che le avevo appena detto.
"Non è affatto colpa tua, non mi sarei mai dovuta allontanare da te."
"Hey, non è neanche colpa tua." Ribattei allarmato. Non doveva nemmeno permettersi di pensare che quell'accaduto fosse colpa sua, perché non lo sarebbe mai stato.⚠️NOTA AUTORE:⚠️
By the way...
Voglio solo dirvi che ci stiamo avvicinando alla fine della storia :(
Da una piccola parte magari direi finalmente per voi che state nella suspence più totale stanchi di avere così tanti capitoli, ma per la maggior parte sto cadendo in una depressione immensa, non voglio che questa fanfiction finisca perché penso sia la mia preferita finora. Ma purtroppo tutto ha un termine ragazzi.
(Mancano tipo altri 6 capitoli circa e poi la storia è finita, quindi non vi preoccupate)
Volevo dirvi che vi amo per tutte queste letture che ha questa storia. 3.83k letture... davvero ragazzi, grazie mille <3
Non mi sono mai aperta molto su wattpad perché all'inizio pensavo fosse solo una piattaforma dove leggere e basta, poi ho realizzato che anch'io potevo scrivere e da lì iniziai con la mia prima fanfiction con Kirishima Eijirō di My Hero Academia (vi prego non la leggete è ultra cringe) e quella storia era scritta tanto per.
Mi ero detta:"Ma sì dai, non mi interessa se la leggono o no." Però poi ho lentamente realizzato che scrivere per me è una grandissima valvola di sfogo e mi fa così felice vedere che così tante persone leggono le mie poche storie cringe su wattpad.
Quando la mia prima fanfiction di Deku ha raggiunto le 1k letture ero al settimo cielo, anche solo avere 800 letture su una mia storia mi riempiva il cuore di gioia. Proprio dalla storia 'Compagni di bullo' ho capito che scrivere mi piaceva più di quanto pensassi.
Grazie mille 💜
STAI LEGGENDO
La tua felicità -Tsukishima x Reader-
Fanfiction🧡COMPLETATA🧡 T/n, la sorella di Kiyoko Shimizu, inizia il suo primo anno al liceo Karasuno. Anche se residente a Tokyo i suoi genitori hanno deciso di non mandarla al liceo Nekoma, perché causa del bullismo verso la sua sorella maggiore durante il...