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Me ne andai dallo Shiratorizawa verso la fermata del bus per tornare a casa, approfittandone per prendere un caffè e un dolcetto da mangiare appena tornata. Mi guardai un po' intorno.
"Questa è la fermata vicino a casa di Tsukishima." Pensai notando la casa del ragazzo. Sentii delle voci in lontananza, una femminile ed una maschile, molto familiare. Scrutai meglio le due figure davanti a me, la ragazza stava guardando il tipo negli occhi, sembrava stesse sorridendo, il ragazzo no. Se non mi sbagliavo, avrei creduto che quella ci stava provando con lui. La sua mano stava sempre accarezzando il suo braccio, o almeno, era sempre sulla sua spalla o da altre parti lì vicino.
"La fermata è poco dopo di questi due." Pensai avvicinandomi, solo per realizzare che quel ragazzo era Tsukishima, che ci faceva assieme ad una ragazza, una ragazza che ci stava provando con lui? Continuando a camminare lentamente feci per bere un sorso dal mio bicchiere di carta, sputai il caffè e lo rovesciai sulla maglietta quando quella ragazza diede un bacio sulla guancia al biondino. Lui si allontanò subito dopo quasi schifato, ma non me ne accorsi più di tanto, ero più concentrata sulla mia maglietta sporca di caffè e sul mio petto che si stava ustionando.
"Merda." Borbottai ad alta voce senza volerlo, lasciai cadere a terra il bicchiere di carta infastidita ed il sacchetto dove era contenuto il dolcetto mi scivolò dalle mani, atterrando vicino al caffè rimasto nella tazza. Sbuffai cercando di pulire la mia maglietta, mi chinai per prendere le mie cose.
"Aspetta, ti aiuto." Mi disse Tsukishima.
La quantità di rabbia che avevo dentro di me era indescrivibile, forse era per quella ragazza che ci stava provando con il mio ragazzo o forse per il fatto che Tsukishima l'aveva lasciata lì in piedi per aiutare me.
Aspetta, ragazzo? Ci siamo lasciati.
"Non mi serve una mano. Vai dalla tua nuova ragazza." Sbottai alzandomi e andando verso un cestino per buttare tutto quello che avevo preso. Feci per andarmene, ma venni fermata dal biondino che mi aveva presa per mano.
"Non hai visto che mi sono allontanato da lei appena mi ha baciato la guancia?" Mi chiese mentre mi liberavo e cercavo di andarmene, la figura del ragazzo si mise davanti alla mia faccia.
"T/n, ascoltami."
"No, vai via." Provai a cambiare strada, ma venendo di nuovo bloccata.
"Senti, non voglio parlarti e lo sai bene, fammi tornare a casa e basta, poi fai quello che vuoi." Continuai sbuffando, mi stava davvero dando sui nervi.
"Quello che voglio fare è parlarti." Rispose poggiando le sue mani sulle mie spalle.
"La tua nuova ragazza ti sta aspettando dietro di te, parla con lei." Sbottai spingendolo via. La testa non mi stava dicendo più nulla, mi sedei sulla panchina della fermata, ma Tsukishima si mise vicino a me. Sbuffai di nuovo ed iniziai a guardare il telefono.
"Sai, ieri ti ho vista con Hinata. L'ho visto che ti teneva per mano e lì mi sono un po' innervosito. Ma quando ti ho vista sorridergli così serenamente non mi sono ingelosito. Mi sono detto 'T/n è contenta in questo modo, perché dovrei rovinare un momento così alla ragazza che amo?'. Mi sono sentito bene con me stesso." Disse dal nulla.
"Non riesco a odiarlo, ma non riesco neanche ad aprirmi con lui, non volevo più parlargli e così doveva essere."
Il bus arrivò e mi alzai.
"Domani ho la finale dei campionati primaverili, se vuoi saperlo." Borbottai a testa bassa.
"Verrò certamente." Disse alle mie spalle. Salii velocemente sul bus e tornai a casa. Cenai e andai a dormire con l'ansia che saliva sempre di più ad ogni ora che passava prima di quel momento dove mi sarei trovata in quell'enorme palestra, durante la mia ultima partita che avrebbe segnato la mia squadra ai nazionali o meno. Non riuscii a dormire così bene, data la mia ansia.
Eccomi lì, tornata in quel posto. Sulle tribune c'erano Kenma e Kuroo. Un po' più lontano da loro c'era Tsukishima. Ushijima e Tendō non c'erano, avevano una partita da vincere.
Eccolo, il fischio iniziale.
Feci un bel po' di punti, ma la mia concentrazione non era al massimo. Mi sentivo debole. Sì, non avevo mangiato quel giorno, ma era perché avevo un nodo allo stomaco, non riuscivo a mangiare. Mi preparai per fare un'altra schiacciata, saltai e colpii la palla con tutta la forza che avevo, ovvero le ultime energie nel mio corpo. Caddi sul mio sedere mentre il pallone toccava terra. Il mio respiro si appesantì, restai seduta sul campo con tutto il corpo lasciato andare, come un peso morto.
"Dovevo mangiare." Pensai strofinandomi gli occhi violentemente.
"Stai bene T/n?" Mi chiese il capitano. Cercai di alzarmi ma caddi su di lei. Pensavo di stare per svenire, ma era impossibile che succedesse. Le ragazze mi portarono in infermeria, ero troppo debole per continuare. Seduta sul lettino aspettai la gentile signora che era andata a prendermi qualcosa da mangiare. Sentii Tsukishima entrare.
"Perché non hai mangiato?" Sbottò chiudendo la porta, un rumore assordante. Restai zitta a testa bassa.
"Cosa te ne dovrebbe importare?" Ribattei timidamente.
"Cosa mi dovrebbe importare? Cosa mi dovrebbe importare? Buongiorno? Ti ho già detto mille volte che ti amo e che mi preoccupo per te e anche se non stiamo più insieme io sono comunque innamorato di te e mi chiedi che cosa dovrebbe importarmi del fatto che tu non mangi?" Mi urlò arrabbiato. Delle lacrime mi riempirono gli occhi.
"È passato troppo tempo dall'ultima volta che me l'hai detto." Mi stavo riferendo ai 'ti amo' che il ragazzo diceva.
La porta si aprì bruscamente, era Kenma.
"Cosa ci fai tu qui?" Urlò a Tsukishima.
"Volevo vedere come stava."
"No, non volevi vedere come stava, volevi farla stare ancora più male facendoti vedere."
"Smettetela di litigare, mi fate venire il mal di testa." Bisbigliai massaggiandomi le tempie. Quanto stavo odiando quel momento. Non volevo vedere il mio migliore amico così arrabbiato, né il mio ragazzo essere sgridato dal medesimo.
No, non è più il mio ragazzo, smettila di pensarlo, idiota.

La tua felicità -Tsukishima x Reader-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora