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T/n's Pov:
Passò circa un mese e arrivò il momento degli esami di fine periodo, mi dissero che potevo anche non svolgerli a causa di quanto avevo perso durante il mese in cui ero in coma, ma li passai a pieni voti grazie anche all'aiuto di Kei. Alla fine di questo periodo il club di pallavolo dové andare a quel ritiro con il Nekoma e altre scuole fantastiche di Tokyo.
Quindi ci preparammo e passammo qualche giorno lì, per poi tornare a casa e rivederci qualche giorno dopo. Appena tornati da Tokyo andammo tutti al Karasuno per mettere un po' di cose apposto.
Restai assieme a Yachi a parlare un po', finché non passammo per la palestra.
"Yachi! T/n!" Chiamò Hinata con le testa che spuntava.
"Una di voi die può alzarci qualche pallone?" Chiese col suo solito sorriso.
"Se vuoi fallo pure tu Yachi, io resto a guardarvi.
E così fu, guardai Hinata e Kageyama provare a far qualche schiacciata, senza neanche farne una bene. Sembravano un po' innervositi. Non ci feci caso e diedi un'occhiata al telefono. Improvvisamente sentii Kageyama urlare come un pazzo, poggiai il dispositivo e notai che stava prendendo Shoyo dal colletto della maglietta.
"Ma che cosa è successo?"
Yachi, quella poverina, era lì terrorizzata che non sapeva cosa fare.
"Ragazzi state calmi." Gli urlai riprendendo il cellulare in mano.
Pensavo che le acque si fossero calmate ma invece la situazione era peggiorata. I due si stavano per menare.
"T/n! Ti prego aiutami a farli calmare!" Mi urlò Yachi spaventata scuotendo il mio braccio.
"Tu vai a chiamare qualcuno, meglio se è Tanaka." Risposi alzandomi infastidita.
"Hey, ragazzi. Smettetela di prendervi a botte." Esclamai cercando di separarli.
"T/n stanne fuori!" Rispose Hinata tenendo lo sguardo sul suo amico. Provai di nuovo di farli smettere, ma realizzai che non dovevo mettermi in mezzo alla rissa così tanto quando uno schiaffo -forse non fatto apposta- abbastanza violento mi si posò sulla guancia sinistra. Barcollai lasciando uscire un rumoroso lamento che feco eco per tutta la palestra dopo quel colpo involontario della mano Hinata. Persi l'equilibrio e caddi a terra sul mio sedere. Non dovevo mettermi in mezzo così tanto. I due si fermarono.
"Ma state bene?" Chiesi arrabbiata.
"So che non dovevo mettermi in mezzo, ma voi non state bene se litigate fino a questo punto per la pallavolo." Continuai strofinandomi la guancia schiaffeggiata che bruciava ancora.
"T/n, mi dispiace un sacco, non volevo!" Esclamò Hinata cercando di tirarmi su. Mi allontanai leggermente, ancora sul pavimento. Mi alzai da sola. Fortunatamente arrivò Tanaka a dare una lezione ai due. Uscii ancora con la guancia che mi faceva leggermente male.
"Eccoti. Ma che è successo?" Mi apparse Kei davanti indicando il segno rosso che avevo in faccia.
"Niente di che, andiamo." Risposi cercando di trascinarlo via.
"No T/n. Che è successo? Perché Tanaka sta urlando a quei idioti e perché tu hai un segno rosso a forma di mano sulla guancia sinistra?" Chiese serio tenendomi per le spalle.
"Nulla di che, Kei. Cip e ciop stavano litigando e, cercando di separarli, PER SBAGLIO Hinata mi ha tirato uno schiaffo." Spiegai velocemente mangiandomi qualche parola. Kei impazzì.
"Adesso lo sistemo io a quel deficiente." Cercò di entrare in palestra. Lo fermai con tutte le mie forze dicendogli che non l'aveva fatto apposta.
"Ti prego, portami alla fermata del bus e basta, non ne voglio parlare." Dissi prendendolo per mano. Fortunatamente mi ascoltò e si sedé con me alla fermata del bus.
"Seriamente, se quell'idiota di Hinata ti fa un'altra cosa del genere, anche se è 'per sbaglio', tu non esitare a dirmelo, lo sistemo io poi." Mi disse ancora molto arrabbiato.
"Tranquillo, non si permetterebbe mai di colpirmi di nuovo. Ma anche se lo facesse non te lo direi e se tu lo scoprissi comunque ti prego di non menarlo." Risposi ridendo mentre il mio bus arrivava.
Salutai il biondino e tornai a casa.
Mi chiamò un numero che non avevo mai visto sul telefono.
"Pronto?" Risposi.
"T/n, sono Tōru, devo parlarti."
Chiusi velocemente la chiamata, bloccai quel numero e andai a dormire con un po' di ansia e un nodo in gola.
"Quello lì non vuole proprio arrendersi eh? Inizia quasi a farmi paura." Pensai cercando di dormire.
"T/n, non vuoi cenare?" Chiese mia madre entrando in camera mia. Scossi la testa innervosita.
"È per quel ragazzo, Tsukishima? Non pensavo che tuo padre te ne avesse già parlato."
"Cosa? No mamma. È che non ho fame. Aspetta, parlato di cosa? Perché dovreste parlarmi di Kei?" Sbottai mentre la sua mano accarezzava i miei capelli gentilmente.
"Ecco... tuo padre ha notato come parli sempre del tuo 'amico' la mattina. Inoltre quando siamo venuti a prenderti all'ospedale ha visto Tsukishima con quella rosa per te." Spiegò imbarazzata. Sentii una nota di tristezza nella sua voce.
"Quindi?"
"Penso che abbia capito che a te piace e, bhe, anche a lui piaci. Sai com'è fatto papà, non vuole che le sue piccoline crescano e abbiano i primi fidanzati. Bhe... vuole che tu cambi il club in cui sei, sapendo che quel Tsukishima è nel club di pallavolo."
"Cosa?!" Urlai arrabbiata. Kiyoko entrò in camera mia.
"Che succede?"
"Papà vuole farmi cambiare club perché non vuole che stia vicina a Kei." Mi alzai dal letto sempre più infastidita.
"Cosa? Ma non ha senso. Si possono incontrare comunque alla pausa pranzo, durante le pause." Disse mia sorella, anche lei scioccata.
"Sapete com'è vostro padre."
"Mamma, lui non capisce. Sa cosa vuol dire quando sei con qualcuno e ti senti veramente felice?" Mi sedei per terra con le lacrime agli occhi.
"Senti, proverò a parlare con tuo padre e lo farò ragionare, però ha detto che se parli di nuovo con lui ti mette in punizione."
"Non ha senso!" Urlammo io e Kiyoko in coro.
"Lo so! Sono incredula di quanto gli interessi, non vuole proprio che alcun ragazzo vi tocchi." Si aggiunse mia madre.
"È una cazzata." Borbottai andandomene in cucina per bere un bicchiere d'acqua.
"T/n non usare quel linguaggio davanti a me, sono sempre tua madre."
"Non era per te, era per papà." Sbottai con le mani tremanti.
"Chi si crede di essere?"

La tua felicità -Tsukishima x Reader-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora