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Appena finii di mangiare restai sul divano seduta vicino a Kei, non ero molto accoccolata a lui, preferivo stargli un po' più lontana del solito.
Il giorno dopo il ragazzo mi venne a trovare appena il sole tramontò, non ero andata a scuola neanche quel giorno. Cucinò per me di nuovo e restammo sul divano a parlarci di cose casuali. Quel tardo pomeriggio mi avvicinai un pochino di più al ragazzo, limitandomi a far toccare le nostre spalle.
Il giorno dopo ancora ci vedemmo di nuovo e questa volta, seduta a gambe incrociate sul divano, appoggiai la mia testa sulla sua spalla.
Così andò avanti, passando dal tenersi per mano con un fare molto imbarazzante a io che dormivo col capo appoggiato alle gambe di Kei, per poi passare a sonnecchiare sul suo petto come facevamo prima che quella cosa succedesse.
Un sabato venni svegliata da dei borbottii di mia madre e mio papà, erano abbastanza forti per essere solo dei farfugli.
Alzai la testa e mi ritrovai davanti alla faccia mezza preoccupata del biondino occhialuto.
"Oh merda, papà mi avrà visto addormentata sul petto di Kei." Pensai spalancando gli occhi.
"Mio padre ti ha detto qualcosa?" Gli chiesi alzandomi e facendomi prendere dal panico.

Tsukishima's Pov:
-Qualche minuto prima...-
Ero lì sdraiato sul divano ad accarezzare i bellissimi capelli di T/n, che era addormentata sul mio petto. Tutto andava bene, finché non sentii un tintinnio di chiavi aprire la porta di entrata. Da lì spuntarono i genitori della ragazza. Sua madre sembrava molto felice di vedermi, suo padre per nulla.
"Oh, ciao Tsukishima, è tanto che non ti vedevamo!" Esclamò sorpresa nel vedere il mio viso in casa sua.
"Quindi è lui quello di cui T/n si lamentava tanto?" Chiese il papà di T/n. Inclinai la testa confuso, la ragazza si lamentava di me?
"Mi scusi, ma cosa intende per 'lamentava'?" Domandai perplesso.
"Intendo che quella ragazza non vuole smettere di starti attaccata come una sanguisuga, mi ha fatto perdere le staffe solo perché le ho detto che doveva smettere di starti così vicina." Sbottò avvicinandosi a me. La sua voce era abbastanza bassa, non voleva svegliare sua figlia, ma si capiva comunque che era molto innervosito.
"Tesoro smettila, ne abbiamo parlato. Non puoi vietare a T/n di vedere Tsukishima, gli vuole troppo bene. Devi scusarlo caro, è un po' preoccupato per le sue figliolette." Intervenne la signora Shimizu.
"Non capisco solo cosa ci veda in te." Disse l'uomo aggrottando le sopracciglia, mi stava scrutando dall'alto in basso.
"Mi scusi?"
Mi sentivo abbastanza confuso e anche un po' innervosito. Non capivo perché il padre di T/n voleva vietarle di vedermi.
"Andiamo, cosa avresti da dare a mia figlia? Sei solo un ragazzino occhialuto che vuole prendersi la povera T/n che si è ormai troppo affezionata a te."
"Ma come si permette? T/n mi ama e ho molto da darle. Non le farei mai del male volontariamente. La amo troppo per farla stare male apposta."
"Lei non si può permettere di parlarmi così. Sì, sono solo un ragazzino, ma le sembro il tipo da far stare male una ragazza? Non penso proprio. Ho bei voti e sono il migliore della mia classe, gioco nel club maschile di pallavolo da titolare e sono stato inoltre il primo a murare quel diciottenne dello Shiratorizawa, ho sempre aiutato sua figlia non solo con le ripetizioni di letteratura, ma anche nei suoi brutti momenti e vedere anche solo un mezzo sorriso sulla sua faccia mi faceva sentire orgoglioso di averla fatta stare anche un minimo meglio di prima. Quindi, mi scusi se non si sente rispettato da me, ma questa è la verità e lo può confermare sua figlia." Dissi tutto d'un fiato. Quell'uomo, il padre di T/n, mi stava già antipatico.
La madre della ragazza trascinò in cucina suo marito e li sentii dire qualcosa su di me. La signora Shimizu mi stava difendendo, mentre il signore stava dicendo che io non ero abbastanza per la sua povera figlioletta.
Sentii la ragazza alzare la testa dal mio petto confusa nel sentire quei vociferi lontani. Mi guardò per qualche secondo, poi spalancò gli occhi.
"Mio padre ti ha detto qualcosa?" Chiese ansiosa, si alzò velocemente dal divano. Non volevo farla preoccupare, ma ormai era troppo tardi, stava ascoltando i suoi litigare di me e lei. Le dissi di sì, ma non altro, non le raccontai quello che era successo.
"Se vuoi posso andarmene, non voglio interferire troppo con la tua famiglia." Dissi cercando di andare verso la porta, ma mi disse di restare fermo. Lei corse in cucina e ora le urla di T/n si aggiunsero alla conversazione familiare. Calò un silenzio. Un rumore che sembrava quello di uno schiaffo arrivò fino in salotto. La ragazza uscii dalla cucina e mi disse di seguirla di sopra.
"Che succede?" Chiesi preoccupato nel vederla così arrabbiata.
"Per stanotte non dormo qui, ho deciso." Sbottò entrando in camera e preparando velocemente un borsone con dei vestiti e l'essenziale che le serviva.
"Ma dove dormi?"
"Non lo so, troverò un posto."
Ci pensai bene, non potevo lasciare che lei andasse in giro di notte per trovare un posto all'aperto dove dormire, fuori era pieno di maniaci.
"Vieni da me." Le risposi fermo.
"Non voglio disturbare." Borbottò imbarazzata. Le dissi di non preoccuparsi, mia madre avrebbe capito la situazione e sicuramente sarebbe stata felice di rivederla dopo quasi un mese. La ragazza tirava su col naso, stava piangendo e il suo respiro era sempre più pesante.
"T/n, guardami e calmati." La presi per le guance delicatamente. Scostai una mano, sulla parte sinistra del suo volto aveva il segno rosso di una mano. Le sue lacrime erano calde, T/n stava provando molto dolore in quel momento.
"Suo padre, le ha tirato uno schiaffo. Vorrei tirargli io indietro dieci schiaffi ora, ma non penso che la situazione migliorerebbe, meglio che mi calmo." Pensai spalancando gli occhi. Sbuffai e presi la ragazza per mano, scendemmo insieme le scale e lei aprì la porta di entrata. Suo padre le urlava dalla cucina di non tornare stanotte.
Che uomo patetico.

La tua felicità -Tsukishima x Reader-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora