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Seduta sul divano sentii un buonissimo odore di curry dalla cucina.
"Prima tutto quel casino nella mia testa del fatto che ci siamo lasciati però succedevano delle cose molto strane e ora anche questo." Pensai aprendo i messaggi del mio telefono, Kenma mi aveva scritto.
-"Se quello lì ti fa stare male chiamami subito che vado a dirgliene due."
-"Non riusciresti neanche ad iniziare una conversazione con lui XD"
-"Ci riuscirei eccome. In caso chiamo Kuroo, ma lui farebbe più lo psicologo di coppia perché sta male che vi siete lasciati."
Risi all'ultimo messaggio del mio migliore amico. Mi piaceva quando si preoccupava così tanto per me. Di solito lui era molto indifferente, ma con i suoi veri amici si apriva un po' di più, adoravo questa cosa.
"Ho quasi finito, tra poco ti porto il piatto. Che ne dici se metti un po' di musica?" Disse Tsukishima dalla cucina. Misi la mia playlist sulla televisione da Spotify in riproduzione casuale.
Tum, cha. Tum, cha. Tum-
"No!" Urlai ricordandomi quei momenti con il biondino accompagnati da quella canzone in sottofondo. Sentii il ragazzo ridere. Saltai la canzone.
'You're wearing my old clothes but you, you wear it better...' partì un'altra canzone, era TIMEZONE.
"Assolutamente no." Bisbigliai a me stessa saltando di nuovo la canzone. L'intro di Arabella degli Arctic Monkeys si espanse per tutta la casa.
"Arabella's got some interstellar gator skin boots..." sentii Tsukishima canticchiare dalla cucina. Nascosi il mio mezzo sorriso vedendo il ragazzo entrare in salotto con un piatto di riso col curry, aveva un profumo buonissimo. Poggiò il mio cibo sul tavolino davanti al divano.
"Onestamente, sembra buonissimo ma non so se riesco a mangiarlo." Dissi prendendo in mano le bacchette.
"Provaci almeno, basta anche che tu mangi metà del cibo, sarei comunque contento di vederti avere un pasto caldo come si deve dopo non so quanto." Rispose sedendosi vicino a me. Restai a guardare il piatto per qualche secondo un po' esitante.
"Ti devo imboccare o cosa?" Sbottò il biondino prendendomi in giro. Scossi la testa sbuffando e presi il piatto per prendere i primi bocconi, il cibo era davvero buono e riuscii a finirlo tutto.
"Sei stata molto brava." Disse alzandosi per portare via il piatto sporco.
"No, dai. Porto via io le cose. Hai già fatto abbastanza per oggi." Mi alzai anch'io finalmente senza barcollare.
"No no no." Mi fece risedere spingendomi delicatamente sul divano. Voleva fare tutto lui e non potevo fermarlo. Rimasi lì seduta ad aspettare il ragazzo.
Un tuono si sentì fuori da casa.
"Sta per arrivare il diluvio." Pensai sporgendo la testa verso la finestra, già stava piovendo abbastanza. Però avevo ragione, il diluvio arrivò e per Tsukishima era troppo pericoloso uscire di casa e tornare verso Miyagi. C'erano anche fulmini ogni tanto che si potevano vedere vicino casa mia. Speravo che non arrivasse un blackout, mi sarei spaventata molto.
"Se continua a piovere così tanto ho paura che tu debba rimanere a dormire." Borbottai guardando la TV.
"Già, non so come i tuoi possano prenderla che un ragazzo che conoscono a malapena dorma in casa loro."
Improvvisamente tutto diventò buio e la TV si spense.
"Oh no."
"No... dove sei Tsukishima?" Chiesi guardandomi in giro. Un tuono fortissimo rimbombò in casa, mi spaventai molto, così tanto da urlare.
"Hey, hey. Sono qua, vieni qui, stringimi forte se hai paura." Sentii le mani del ragazzo sulle mie spalle. Abbracciai Tsukishima più forte che potessi per sentirmi al sicuro, le sue braccia dietro la mia schiena mi sentivano sentire bene, al sicuro. Il mio respiro si appesantì, i temporali così mi facevano cagare sotto.
"Shh, shh. Tranquilla, va tutto bene. Sono qui per te." Mi bisbigliò appoggiando la sua testa sulla mia.
"È qui per me... Non avrei mai voluto che succedesse una cosa del genere, avrei dovuto odiarlo e invece sono in questa situazione." Pensai calmandomi un po'.
"Perché se non stiamo più insieme allora siamo abbracciati così, come se non ci fossimo mai lasciati?" Chiesi con il viso attaccato al suo petto.
"So che non stiamo insieme come prima, ma io ti amo, fidanzati o meno. Io sono pronto a rimettermi con te, ma non voglio che questa cosa sia troppo veloce per te. Hai passato davvero un brutto momento da quando non stiamo più insieme, voglio lasciare che tu ti prenda il tuo tempo, senza che io ti obblighi a rimetterti con me. Anche perché ho notato quanto io abbia perso la tua fiducia." Mi spiegò accarezzandomi la schiena.
"In che senso?"
"Prima, mi hai chiamato per cognome quando mi stavi cercando nel buio."
"Vero, aveva perso quasi tutta la mia fiducia. Non volevo star male per un'altra rottura col ragazzo."
"Vero. Aspetterai un po' prima che io ti chiami per nome di nuovo."
Calò un silenzio al quanto imbarazzante. Stavo pensando bene a cosa dire per rompere quella quiete.
"Però io... ti amo comunque Tsukishima." Farfugliai ancora con il viso nascosto nel suo petto.
"Non voglio farti del male T/n... voglio che io sia davvero la tua felicità."
Delle lacrime iniziarono a scendermi in quel buio, nessuno poteva vedermi piangere in quel momento, penso sia l'unica cosa che mi piace di un blackout, nessuno può vederti bene. Davvero non capivo, perché Tsukishima stava dicendo quelle cose? Anche se con qualche litigata, lui sarebbe sempre stato la fonte della mia felicità. Stavo odiando il ragazzo in quel momento, odiavo quello che diceva, sul non voler farmi del male e sulla sua gelosia. Non l'ho mai odiato dopo una litigata, anche se questa era una discussione pesante. So che lui stava male a vedermi così triste per 'causa sua', ma per me non era un peccato se poi ne parlavamo con calma e chiedevamo scusa.
"Forse sono un po' troppo abituata a Tōru?"
Forse era vero. Ogni volta che mi arrabbiavo per qualcosa che faceva il ragazzo del Seijoh lui mi diceva di smetterla di essere 'isterica' e piantarla con le mie 'fantasie'. Guarda un po' invece, avevo ragione a pensare sul fatto che mi tradisse. Io non ero isterica e non mi facevo alcuna fantasia, però forse ero troppo abituata al fatto che ero troppo gentile se Tsukishima mi chiedeva scusa, probabilmente per colpa di quello scemo narcisista che non si scusava mai. Dovevo sempre essere io quella perdonata, mai lui. Ero sempre io quella nel torto o quella pazza che si faceva strane idee di lui che mi tradiva. E questo qui ora torna da me dicendo che avevo ragione, che si scusava e cazzi mazzi quello che voleva lui.
Almeno Tsukishima si scusava e riconosceva i suoi errori sempre, anche se a volte ero io quella a non aver ragione.

La tua felicità -Tsukishima x Reader-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora