4. My story

701 34 3
                                        

Sono davvero in ansia all'idea di dover raccontare ai ragazzi la mia storia. Non si può esattamente dire che io abbia avuto una vita facile, ma in fondo sapevo dall'inizio che mi avrebbero fatto domande sulla mia storia. E' ora è il momento di dare loro le risposte che si meritano.

'Respira Jay, tanto peggio di così non può andare' penso tra me e me, e ora sono ancora più agitata di prima. 'Basta farsi tante paranoie, prima cominci e prima finisce questa tortura' wow, la mia coscienza in questo momento è davvero un faro che illumina il buio... Si, come no.

"Prima di tutto risponderò alla domanda di Luke" comincio, e non appena sente il suo nome, il biondo alza lo sguardo dal suo cellulare, e io per un attimo mi perdo nei suoi meravigliosi occhi e poso lo sguardo sulle sue labbra che sembrano così morbide... 'Jay, riprenditi! Questo non è il momento di viaggiare con la fantasia!' mi ricorda la mia coscienza, e io scuoto la testa per scacciare questi pensieri, e ritorno al mio racconto. "Beh io... ecco... Sonomalatadaquattroanni" dico tutto d'un fiato, sperando che i ragazzi non abbiano capito, ma le loro espressioni stupite e un po' dispiaciute mi fanno capire che il mio tentativo non ha funzionato.

"Malata?" chiede Ashton, quasi sperando di aver capito male.

"Esatto" sussurro io, cercando di ingoiare quel fastidiosissimo groppo che mi si è formato in gola.

"In che senso malata?" domanda invece ingenuamente Michael, e mi sembra quasi di dover spiegare la situazione ad un bambino di 4 anni, piuttosto che ad un ragazzo di 20.

"Ma quanti sensi conosci della parola malata, amico? Che razza di domanda è questa?" gli chiede scioccato Calum, e io capisco che dovrò raccontare tutto dall'inizio, ormai non posso più rimandare.

"Ho una strana malattia, che mi causa dei fortissimi dolori alle gambe, e che non mi permette di fare un sacco di cose." continuo io, ma vengo di nuovo interrotta.

"Oh mio Dio" sussurra Michael, e forse mi sbaglio, ma mi sembra che abbia gli occhi lucidi.

"E' cominciato tutto quattro anni fa, all'improvviso. Ho passato sei mesi completamente a letto, senza potermi muovere, e poi pian piano le cose sono leggermente migliorate. I miei dolori ci sono sempre, e sono sempre molto forti, ma ora riesco a stare in piedi e camminare un po' di più" racconto, e quando poggio lo sguardo su mia madre, la vedo mentre si asciuga le guance, e questo manda a farsi benedire il mio tentativo di non piangere.

"Scusa la domanda, ma non c'è una cura per questa tua malattia?" mi chiede dolcemente Ashton.

"Non esiste una cura, o perlomeno, non qui in Europa" gli rispondo, mentre lacrime salate mi solcano le guance.

"Mi dispiace"

Lo ha detto così piano che credo quasi di essermelo immaginato, ma quando vedo che mi sta guardando coi i suoi limpidissimi occhi azzurri, capisco che l'ha detto davvero, e la cosa mi sorprende non poco. Questo ragazzo è davvero strano: un momento è antipatico, e l'attimo dopo è la persona più dolce del pianeta.

"Non è possibile! Vuoi veramente dirmi che sei condannata a passare la tua vita così? Non posso assolutamente accettarlo, dobbiamo fare qualcosa ragazzi!" grida Michael mentre si alza dal divano e comincia a camminare avanti e indietro per il soggiorno, e vedere come ha preso a cuore la mia situazione mi riempie il cuore di gioia.

"Michael, tu non sai cosa significhi per me vedere quanto sei preoccupato, ma purtroppo non c'è niente da fare" gli dico io dolcemente, e lui si ferma improvvisamente, mi guarda e mi attira a sé, circondando colle sue braccia la mia vita.

"Non sai quanto mi dispiace, vorrei davvero fare qualcosa per aiutarti" mi sussurra mentre inizia a cullarmi dolcemente tra le sue braccia.

"E' per questo che stavate piangendo prima?" chiede Ashton a mia madre, e lei scuote la testa e poi dice:

"No, Ash... Stavamo piangendo perché dopo il concerto è successa una cosa sconvolgente" e poi mi guarda, come per implorarmi di continuare al suo posto. Così, ancora con il braccio di Michael attorno alle mie spalle, cerco le parole giuste.

"Mio padre ci ha accompagnato al concerto, e non appena siamo uscite l'ho chiamato per dirgli di venire a prenderci, e lui è partito. Sarebbe dovuto arrivare in quindici minuti, ma invece dopo mezz'ora ancora non arrivava e noi eravamo parecchio preoccupate. Poi il cellulare di mamma ha squillato, lei ha risposto pensando fosse mio padre, e invece era la polizia, un tizio era ubriaco ed è passato col rosso, e mio padre è..." ma non riesco a terminare la frase, perché il dolore è troppo forte, e scoppio in un pianto disperato, mentre Michael mi sostiene. Sento che anche mia madre sta piangendo, e tra le lacrime riesco a vedere che Calum la sta abbracciando, tentando di consolarla, mentre Ashton e Luke hanno uno sguardo dispiaciuto e perso. Michael continua a cullarmi, e io cerco di concentrarmi solo sul fatto che sono insieme a loro, ma questo dolore è insopportabile e non riesco a smettere di piangere. Ad un certo punto, sento altre 2 braccia circondarmi le spalle, e un profumo intenso e rassicurante mi invade le narici. Alzo lo sguardo per vedere a chi appartiene, e lo spettacolo che mi si presenta davanti mi infonde una pace incredibile: Luke mi sta abbracciando, e mi guarda con dolcezza e allo stesso tempo con intensità. E come se questo non fosse già sufficiente, mi attira contro il suo petto e posa le sue labbra sulla mia fronte, facendo letteralmente perdere un battito al mio povero cuore.

"Tesoro, dobbiamo andare alla centrale per i documenti, e poi in obitorio per..." tenta di dirmi mia madre, ma i singhiozzi glielo impediscono, e si stringe ancora di più a Calum, che le passa dolcemente la mano sulla schiena cercando di confortarla.

"Cynthia, non credo che in questo momento nessuna delle due sia in grado di fare qualsiasi cosa. Quindi propongo di farvi una bella dormita, e di riparlarne domattina, quando sarete un po' più lucide" dice Ashton, ma mia madre scuote la testa e riprende la parola:

"No, è meglio che ci vada subito. Non riuscirei a dormire in nessun caso, quindi è meglio che mi tenga impegnata" gli risponde lei, e io sto per dirle che è meglio che vada con lei, ma Michael mi precede.

"Non credo che Jay riuscirà ad affrontare anche questo, è stata un giornata faticosa per lei. Cynthia, credo che sarebbe meglio se Jay restasse qui con noi" dice, e io lo guardo stranita. Ma è impazzito? Da quanto mi conosce, 3 ore? e vuole già invitarmi da lui? Sono certa che mia madre gli riderà in faccia per questa proposta, e invece lei annuisce e li ringrazia. Questa giornata diventa ogni momento più surreale.

"Mamma, non puoi andarci da sola. Non puoi affrontare questa cosa da sola, e se pensi che me ne starò qui buona mentre tu vai a identificare il cadavere di papà ti sbagli di grosso" le dico io, ma Calum mi interrompe.

"Non ci andrà da sola. La accompagnerà il nostro manager, Paul, la sta già aspettando nella hall" ci informa, e poi guarda mia madre come per incitarla ad andare.

"Non ti preoccupare Cynthia, Jay starà benone qui con noi." dice Ashton "Ci prenderemo cura di lei come se fosse la nostra sorellina" e poi sorride a mia madre, ma lei non mi sembra molto convinta.

"Mamma, sei sicura che non vuoi che venga con te?" le chiedo per l'ultima volta, mentre si appresta ad aprire la porta.

"Stai tranquilla tesoro, posso farcela. Se hai bisogno di qualcosa, chiamami, ok?" mi rassicura, prima di baciarmi un guancia e lasciarmi li insieme ai 5SOS, come se l'avesse già fatto un sacco di volte.

'Respira, Jay, sei solo in una camera d'albergo insieme a Michael Clifford, Calum Hood, Ashton Irwin e Luke Hemmings, niente di strano. E' una serata come tutte le altre, non ha niente di speciale' è ufficiale, la mia coscienza è del tutto inutile quando si tratta di cercare di rassicurarmi.


SPAZIO ME

Ciao ragazze, questo capitolo è stato davvero difficile da scrivere, troppe emozioni!

Spero che vi sia piaciuto, alla prossima

Bacini

Jay


Lost in reality - 5SOSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora