38. Coffee

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Anno nuovo, posto nuovo, vita nuova. Magari fosse così semplice..

Sono già passati due mesi da quando abbiamo lasciato l'Australia, e ogni giorno che passa la mancanza di Luke si fa sentire sempre meno.

'Ti piacerebbe, Jay... Peccato che in realtà lui ti manchi da morire' quanto hai ragione, dannata coscienza.

E' così strano svegliarsi la mattina senza sentire le voci dei ragazzi provenire dalla cucina, oppure tornare a casa da scuola e non vederli sul divano mentre giocano a fifa...

Certo, ci sentiamo praticamente ogni giorno, ma non è la stessa cosa.

Ma nonostante i ragazzi ci manchino, io e Sam ci stiamo dando da fare: io sono in piena attività con la mia scuola di moda, mentre lei si è trovata un lavoro, anzi, si è creata un lavoro. Oggi inaugureremo il suo bar, il MaryJane Cookie, ovvero un "caffè letterario", cioè una posto in cui libri e dolci si uniscono, dando vita ad un luogo magico.

E' per questo motivo che ora sto attraversando velocemente l'atrio della scuola, dirigendomi in fretta verso l'uscita, con le mani piene di progetti, borse e stecche. Meno male che dopo due mesi conosco la strada a memoria, oppure rischierei decisamente di cadere. Sto pregando intensamente di non andare a sbattere contro nessuno, ma a quanto pare oggi non è la mia giornata, perché un ragazzo mi viene addosso e rovescia il suo caffè bollente sopra i miei disegni.

"Ma guarda dove cammini, brutto idiota!" sbotto seccata, prima di chinarmi a raccogliere i miei disegni, ormai bagnati fradici.

"Qualcuno ha avuto una giornata difficile, a quanto pare" dice lui, e con la coda dell'occhio lo vedo chinarsi ad aiutarmi.

"Sai com'è, un'idiota ha appena rovinato tutto il mio lavoro, e questo significa che dovrò stare sveglia tutta la notte per rimediare al suo disastro" dico nervosa, e lui ridacchia. Ma cosa cavolo ha da ridere? Alzo di scatto la testa, letteralmente scioccata, e rimango ancora più scioccata quando vedo il ragazzo davanti a me.

E' alto, con i capelli scuri e una mascella prominente. Le spalle sono larghe, le braccia abbastanza muscolose e ha due tenerissime fossette, che si intravedono appena sotto la sua leggera barba scura. E quando i suoi occhi si posano su di me, rimango incantata dal loro colore: non avevo mai visto degli occhi verdi di quella tonalità.

"Ti offrirei il mio aiuto, ma purtroppo non sono bravo a disegnare. Cosa posso fare per farmi perdonare?" chiede, e al suono della sua voce mi risveglio dal mio stato di trance.

"Niente, lascia stare" rispondo, prendendo dalle sue mani i miei disegni fradici, prima di alzarmi.

"Mi dispiace moltissimo di aver rovinato il tuo lavoro, dico sul serio" dice dispiaciuto.

"Beh, ormai il danno è fatto... Fai più attenzione la prossima volta, però" dico dura, e lui annuisce. Mi incammino di nuovo verso l'uscita, ma lui mi segue.

"Sai, mi è venuto in mente un modo per farmi perdonare. Cosa ne dici di uscire con me stasera?" chiede sorridendo, e io scoppio a ridere. Ma è impazzito?

"Assolutamente no. Innanzitutto, ci siamo conosciuti da nemmeno cinque minuti e per quello che ne so potresti essere un serial killer. E poi, non so nemmeno come ti chiami, ragazzo del caffè" rispondo quando finalmente riesco a smettere di ridere, e lui mi guarda pensieroso.

"Mi chiamo Finn" dice solamente, e io scuoto la testa.

"Sapere il tuo nome non cambia le cose. La mia risposta è comunque no" ribatto, e lui sorride.

"Sappi che non sono un tipo che si arrende facilmente" dice senza perdere il suo sorriso, prima di farmi un cenno con la mano e uscire dall'edificio.

Fantastico! Come se non avessi già abbastanza cose a cui pensare, ora si aggiunge anche un ragazzo ostinato.

'Hai dimenticato il fatto che è carino' beh, non è male, ma non è Luke.

Dio, ora mi metto anche a discutere con la mia coscienza...

Ad interrompere i miei pensieri è la suoneria del mio cellulare, che mi avvisa che Sam mi sta chiamando.

"Si può sapere dove accidenti sei? Qui stiamo per aprire e tu sei tremendamente in ritardo!" dice lei dall'altro capo del telefono.

"Sam calmati. Sono stata trattenuta a scuola, sto arrivando" dico, mentre esco dall'edificio e alzo una mano per chiamare un taxi.

"Ok, ma ti prego sbrigati!" dice agitata, prima di chiudere la chiamata.

Finalmente riesco a fermare un taxi e, dopo avergli dato l'indirizzo, il tassista parte. E proprio in quel momento, il mio cellulare squilla di nuovo, e quando vedo sullo schermo la faccia di Mike, un sorriso nasce sul mio viso.

"Pronto?"

"CIAO JAY" urla lui dall'altro capo del telefono.

"Ti ringrazio per avermi assordata Mike" ridacchio, e lui fa lo stesso.

"Cosa mi racconti di bello?" chiede lui.

"Beh, in questo momento sto tornando a casa da scuola. Ho avuto una giornata intensa, sto preparando la mia collezione per il concorso di cui ti avevo parlato"

"Mi ricordo del concorso... Come procede? In quanti siete rimasti?"

"Siamo rimasti in quattro, e ormai siamo quasi alla fine" rispondo.

"Tu invece cosa mi racconti?" chiedo poi.

"Beh, ecco..."

"Michael, cosa devi dirmi?" chiedo preoccupata, e lui sospira.

"Siamo appena atterrati a Los Angeles, e tra una settimana arriveremo a New York" confessa, e io sono combattuta: da un lato sono felicissima di rivederli, dall'altro l'idea che ci sarà anche Luke mi fa stare davvero male. Ma non voglio rovinare l'entusiasmo di Mike, così scelgo l'opzione migliore tra le due.

"E' fantastico Mikey... Non vedo l'ora di rivedervi"

"Anche noi siamo impazienti di rivedervi. Cal sta letteralmente cancellando i giorni che mancano prima di rivedere la sua Sam, e noi stiamo cercando di tenerlo concentrato sul tour ma è davvero difficile" ridacchia Michael, e io mi immagino Cal mentre saltella per la stanza, entusiasta all'idea che tra pochi giorni riabbraccerà la sua ragazza, e sorrido.

In quel momento il taxi si ferma, e io rimango scioccata a vedere la marea di gente che sta aspettando fuori dal MaryJane Cookie, e capisco perché Sam era così agitata prima al telefono.

"Mikey, adesso ti devo lasciare, sono arrivata a casa. Ci sentiamo domani,ok?" dico.

"Certamente. A domani, ti voglio bene Jay" dice Michael.

"Te ne voglio anch'io. Saluta tutti, e dai un bacio a Katy da parte mia" dico sorridendo.

"Contaci" dice ridacchiando, prima di chiudere la chiamata.

Io pago e scendo, dopodiché mi dirigo velocemente verso l'entrata sul retro.

"Sam, sono arrivata" urlo appena metto piede nel negozio, e vedo la sua testa riccia sbucare fuori dalla cucina.

"Finalmente! Ora però muoviti e vieni ad aiutarmi, io e tua madre non possiamo mica fare tutto da sole" dice lei, mentre trasporta un contenitore pieno di muffin fino alla vetrina, dove lo espone.

"Hai visto quanta gente c'è qui fuori?" mi chiede scioccata, e io annuisco.

"Sono tutti impazienti di entrare" rispondo.

"Jay, sto seriamente per vomitare" dice lei agitata, e io mi avvicino e le poggio le mani sulle spalle.

"Ascoltami bene: tutto è pronto, i ruoli sono stabiliti, e tu stai per coronare il tuo sogno. Perciò ora prendi un respiro profondo e diamo inizio alle danze, ok?" dico sorridendo, e lei annuisce, prima di andare ad aprire la porta.

"IL MARYJANE COOKIE E' UFFICIALMENTE APERTO" grida Sam, e tutta quella gente esulta, prima di cominciare a spintonarsi per entrare.

Si prospetta una giornata davvero frenetica...


Lost in reality - 5SOSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora