56. Heartbreak Girl

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Non può essere successo davvero, Calum non può averlo fatto, e per telefono poi. Tutto questo non ha senso...

Sam sta piangendo disperata tra le mie braccia, mentre Finn sta preparando un tè caldo per cercare di farla calmare. Vedere la mia migliore amica così fragile mi spezza il cuore, io devo fare qualcosa. La prendo delicatamente per le spalle e la allontano da me, prima di guardarla in faccia. Ha gli occhi gonfi e rossi, così come il naso, e calde lacrime le scivolano sulle guance.

"Tesoro, cos'è successo?" le chiedo dolcemente, e lei tira su col naso e sospira profondamente, cercando di parlare senza scoppiare di nuovo a piangere.

"Lui mi ha chiamata prima... ha detto che è stufo di questa situazione, che è stato divertente finora... ma non vuole più continuare perché lui... ha detto che non mi ama...." dice, prima di scoppiare di nuovo in lacrime, e io la abbraccio subito, cullandola piano.

"Mi dispiace così tanto Sam" sussurro, ma continuo a pensare che tutto questo non abbia il minimo senso. Calum non avrebbe mai fatto una cosa simile, lui ama Sam alla follia. Devo scoprire assolutamente cosa sta succedendo.

Finn si avvicina a noi con due tazze di tè fumante, e le poggia sul tavolo, prima di sedersi accanto a Sam, e passarle la mano sulla schiena, cercando di confortarla. Lei si volta a guardarlo, e lui le sorride, prima di stringerla tra le sue braccia.

"Non lo conosco bene, ma sono più che sicuro che se si è lasciato sfuggire una ragazza fantastica come te è un idiota gigantesco" dice Finn serio, e Sam lo guarda, scuotendo la testa.

"L'unica idiota qui sono io" dice sconsolata, mentre le lacrime continuano a scendere sulle sue guance.

"Sam, non sei un'idiota" la rassicuro, e un sorriso triste le compare sulle labbra.

"Io lo amo così tanto... perché mi ha preso in giro così?" chiede a nessuno in particolare, e io e Finn ci scambiamo un'occhiata, prima di stringerla tra le nostre braccia, lasciandola sfogare.

*****

"Si è addormentata?" chiede mia madre quando mi vede entrare in cucina, e io annuisco. Non avevo mai visto Sam così devastata in vita mia.

"Mamma, io devo andare da lui. Devo scoprire cosa sta succedendo" dico, e lei mi guarda seria.

"Tu non andrai proprio da nessuna parte. Non puoi lasciare Sam da sola, e poi non ho intenzione di lasciarti andare fino a San Francisco" ribatte lei.

"Mamma, ho diciannove anni, sono perfettamente in grado di badare a me stessa. E poi non lascerei Sam da sola, ci saresti tu con lei. Io devo partire, devo farlo per lei." spiego, ma mia madre è irremovibile.

"Scordatelo, non ti muoverai da qui. E la discussione è finita" dice seria, prima di andare in camera sua a dormire.

Mi dispiace mamma, ma io non resterò qui con le mani in mano a guardare la mia migliore amica soffrire. L'unica cosa che può farla stare meglio è la verità, e sono sicurissima che quello che le ha detto Calum non è la verità.

Prendo il cellulare e chiamo l'unica persona che mi può aiutare.

"Pronto?" chiede Finn con voce assonnata.

"Scusa se ti ho svegliato, ma ho bisogno del tuo aiuto" dico seria.

"Dammi dieci minuti e sono lì" risponde lui.

"Ti aspetto al MaryJane" dico, prima di riattaccare e andare di corsa in camera mia. Prendo il borsone da sotto il letto e ci infilo dentro un paio di vestiti e i documenti, dopodiché esco e torno in salotto, per lasciare un biglietto a mia madre, per non farla preoccupare.

Do un bacio a Moe ed esco dall'appartamento, avviandomi verso il MaryJane. E quando scendo le scale, trovo già Finn ad aspettarmi, e gli basta un'occhiata per capire le mie intenzioni.

"Vengo con te" dice serio, e io scuoto la testa.

"No, ho bisogno che tu stia qui con Sam e mia madre, loro hanno più bisogno di un sostegno adesso. Io me la caverò" ribatto, e lui si passa una mano tra i capelli, frustrato.

"Non credo sia una buona idea che tu vada da sola" dice.

"Finn, se tu venissi con me le cose sarebbero ancora più tese, e ora è l'ultima cosa di cui ho bisogno. Mi servi qui, non a San Francisco" ribatto, e lui non è affatto d'accordo, ma annuisce.

"Ti accompagno all'aeroporto" dice serio, prima di chiamare il taxi. Il viaggio in auto è silenzioso, e solo quando arriviamo al JFK, Finn apre bocca.

"Ne hai parlato con Luke?" mi chiede.

"Nessuno dei ragazzi sa niente, oppure avrebbero già chiamato" spiego, e lui annuisce serio.

"Chiamami quando arrivi, ok? E promettimi che non lo picchierai... almeno non prima di esserti fatta spiegare il vero motivo per cui ha lasciato Sam" dice, e io annuisco, prima di abbracciarlo.

"Grazie di tutto, e ti prego, stai vicino a Sam" dico, prima di staccarmi da lui.

"Contaci" dice, e proprio in quel momento una voce metallica chiama il mio volo. Gli sorrido, prima di avviarmi oltre il gate, pronta ad affrontare questa avventura, o meglio, questa missione.

*****

"Pronto?"

"Ciao Paul, sono Jay" dico.

"Va tutto bene? E' successo qualcosa?" chiede preoccupato.

"Paul, tranquillo, è tutto ok. Ho solo bisogno dell'indirizzo dell'hotel dei ragazzi qui a San Francisco" dico seria.

"Sei qui?" chiede sorpreso.

"Si Paul, e ho urgente bisogno di vedere i ragazzi, quindi ti prego, dimmi dove posso trovarli." Lui mi accontenta e mi dice l'indirizzo, ma sento dalla sua voce che è preoccupato.

"Al momento stanno tenendo un concerto, credo che dovrai aspettarli un po'" dice poi.

"Grazie Paul. E ti prego, non dirgli che sono qui, dev'essere una sorpresa" dico.

"Certamente. A più tardi" risponde lui, prima di riattaccare.

Chiamo un taxi e, dopo avergli dato l'indirizzo dell'hotel, lui parte, e io sento l'agitazione crescere dentro di me. Mando un messaggio a Finn, per dirgli che sono arrivata, ma considerato il fatto che a New York sono le due del mattino, dubito che mi risponderà. Finalmente arrivo a destinazione, e Paul deve aver avvisato la reception del mio arrivo, perché mi consegnano la chiave dell'appartamento dei ragazzi senza farmi domande.

Appena apro la porta, mi sento a casa: vestiti sparsi ovunque, sacchetti vuoti di patatine e lattine di redbull sono sparse per la stanza, e niente mi è mai sembrato più rilassante di tutto questo caos. Mi chiudo la porta alle spalle e mi siedo sul divano, ad aspettare. E non passa molto tempo prima che senta delle voci familiari provenire dal corridoio, e quando la porta si spalanca, i ragazzi rimangono sbalorditi di trovarmi lì.

"Oh porca miseria" dice Calum serio, e io mi alzo e incrocio le braccia al petto, pronta a combattere per ottenere quello che voglio.

"Jay, cosa ci fai qui?" chiede Luke sorpreso.

"Sono qui per delle risposte" dico seria, e loro mi guardano confusi.

"Vuoi dirglielo tu o ci penso io?" chiedo a Calum, e lui sospira.

"E' qui per me" dice piano, e i ragazzi lo guardano ancora più confusi. Sarà una lunga notte...

Lost in reality - 5SOSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora