Capitolo 5

1.4K 83 5
                                    

Non rispondo. Rimango al mio posto sentendo la respirazione di Justin diventare irregolare e piena di impazienza.

"Cassidy?"

"No." Dico e i muscoli del mio viso si contraggono. "L'ho perso."

So che in questo momento mentire è necessario. Se gli dicessi che mia madre ha strappato il foglietto prima che potessi vederlo, Justin si arrabbierebbe.

"Mi sembra impressionante che non ti sia importato nulla di quello che ci fosse scritto."

"Era qualcosa di importante?"

"Sì."

Un brivido mi percorre la schiena quando provo a immaginare cosa sarebbe potuto esserci scritto. Magari era un invito per il giorno seguente, come in quei film romantici e Justin ha pensato che io gli abbia dato buca.

"Non volevo perderlo, davvero. L'ho messo in tasca e poi non l'ho trovato più . Può essere che sia sotto il letto oppur-"

Diventa pallido all'improvviso e mi interrompe. "Quindi è ancora a casa tua?"

"Può essere."

"Cassidy, se i tuoi genitori lo vedono...ci saranno dei problemi."

"Perché?" La curiosità è ogni volta di più. Perdo anch'io colorito al pensiero che mia madre è stata l'unica a leggerlo. "Cosa c'era scritto?"

"Era qualcosa che solo i tuoi occhi e i miei avrebbero dovuto vedere." Grugnisce.

"Mi riempi sempre di domande senza senso ma non rispondi mai alle mie."

"Cassidy saresti disposta a scappare?"

"Ti rendi conto, Justin? Sto parlando esattamente di questo, mi riempi di domande stupide che mi riempiono solo di confusione."

"Dimmi solo sì o no." Dice serio.

"Dove? Con chi? Quando? Non si può scappare senza sapere queste cose."

Lo sapevo già. La mia mente aveva programmato tante volte di fuggire da questo carcere ma il mio sogno non si avvererà mai.

"Sospetto che tu lo abbia già pensato prima..."

"I tuoi sospetti sono fondati."

"Allora...se ti chiedessi di scappare con me accetteresti?"

Sono più che sicura che la mia faccia abbia assunto un'espressione strana; le sopracciglia inarcate, la bocca aperta e gli occhi spalancati. Ero in shock. Stava parlando seriamente?

"Ti ripeto quello che ti ho detto poco fa: ti conosco da quattro giorni." Sussurro.

"Lo so" Si passa la mano destra tra i capelli pieno di disperazione. "Se solo avessi letto il biglietto sarebbe tutto più facile!"

"Sarebbe tutto più facile se mi dicessi per una buona volta quello che c'era scritto su quel fottuto foglio!"

Una ragazza perfetta non impreca.

Justin non sembra stupito dal mio modo di fare. Sembra piuttosto che stia scegliendo le parole da dire, contendosi da dire tutto quello che pensa.

"Non posso. Non adesso. Ho progettato quel biglietto per molto tempo, Cassidy e se non sei riuscita a leggerla è perché non è ancora il momento che tu sappia certe cose."

"Allora non mi dirai quello che c'era scritto?" Grano gli occhi e alzo un sopracciglio.

"Non adesso." Dice soltanto.

"Allora quando?" Chiedo impaziente.

"Non lo so, Cassidy!" Urla.

"Non urlarmi contro!" Replico a mia volta.

"Sai cosa? Per essere una persona perfetta sei molto impertinente." Mi guarda divertito.

"È colpa tua!"

"Mia?" Ride. "Di che stai parlando?"

"Mi fai impazzire e questo provoca che io dimentichi le lezioni."

"Mi accusi perché non capisci le mie domande ma neanche tu sei molto chiara quando parli, Cassidy. A che lezioni ti riferisci?"

"Basta Justin! Hai detto che te ne saresti andato."

Si avvicinò prendendomi per il braccio con forza e avvicinandomi a lui. "Parla."

"Mia madre mi insegna come essere perfetta. Mi dice tutto quello che una ragazza perfetta farebbe o no. Sono il suo prototipo, il suo progetto, la sua alunna... chiamami come vuoi, però devo essere perfetta. A questo mi riferisco con le mie lezioni. Adesso vattene." Spiego lentamente e in tono sicuro.

"Alicia è pazza." Le sue mani inziano ad accarezzare le mie spalle. "Cassidy, non posso permettere che tua madre continui a farti il lavaggio del cervello. Sei un essere umano, non sei nata per essere perfetta. Gli errori sono parte della vita."

"Chi è perfetto non commette errori." Mormoro persa nel suo sguardo. I suoi occhi color miele sono bellissimi, hanno un luccichio strano, caldo e dolce.

"Quando smetti di commettere errori, smetti di imparare."

"Justin, mi hai promesso che te ne saresti andato. Sei venuto qui a interrompere il mio allenamento e a farmi proposte incoerenti."

Sospira prendendo il suo zaino da terra. "Pensaci Cassidy. Credo di poterti insegnare molte più cose di quelle che ti sta insegnando tua madre."

"Non posso lasciare la mia famiglia..."

"Dimenticali. Dimentica tutto. Non hai bisogno di loro...loro ti stanno solo usando Cassidy."

"E tu? Tu perché mi vuoi? Devi avere per forza un motivo per fare tutto questo. Nessuno che io conosca chiede ad uno sconosciuto che scappi con lui."

Fa spallucce e sorride in modo galante.

"Io non sono come le altre persone, piccola. Pensaci e basta. Scappare non è brutto. Se vuoi una prova...cercami prima di venerdì. Se non lo farai...saprò che la tua risposta è un no e la rispetterò."

Dopo di ciò chiuse la porta portando con se una piccola parte di me perché all'improvviso mi sento vuota. Devo sforzarmi tantissimo per mantenere i piedi per terra e non correre tra le sue braccia pregandolo di portarmi via da questo inferno.

Teach me how to be imperfectDove le storie prendono vita. Scoprilo ora