Capitolo 58

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Cassidy's Point Of View*

Sento delle dita lunghe e affusolate percorrermi la spalla. Da sopra a sotto, da un lato all'altro.

Justin mormora qualcosa tra i denti. Forse sta cantando. Può essere, ma non ne sono sicura. Sono ancora molto assonata e non voglio muovermi troppo per godere ancora un po' delle dolci carezze del mio ragazzo.

Mi sfiora la spalla e poi il collo, mentre mi stringe fortissimo contro il suo petto caldo. Le mie gambe sono intrecciate alle sue e quando tento di muoverle, mi ricordo che abbiamo dormito l'uno sopra all'altro e che siamo ancora nudi.

Arrossisco improvvisamente al ricordo della notte scorsa e mi mordo il labbro. Il suo corpo nudo, le sue braccia forti e i suoi occhi color miele pieni di lussuria si fanno spazio nella mie mente. Ricordo i suoi movimenti lenti e decisi, il suo andare avanti e dietro, il suo addome muscoloso contrarsi e e il suo collo, attraversato da minuscolo gocce di sudore. Mi lascio sfuggire un gemito.

«Sei sveglia, Cassidy?»

Annuisco imbarazzata. Alzo il capo e appoggio il mento sul suo petto per guardarlo negli occhi. Quegli occhi che ho fissato per tutta la notte mentre facevamo l'amore.

«Sai che ti amo, vero?»

Un po' stupita dalla sua domanda, sorrido e gli do un bacio sul mento. «Lo so, e ti amo anch'io.»

«Bene,» ricambia il mio sorriso «non volevo pensassi che qualcosa fosse cambiato.»

Cerco di sollevarmi per essere più comoda e tiro leggermente la coperta sopra il mio seno nudo, ma così facendo lascio Justin senza nulla addosso. I miei occhi vanno immediatamente sul suo membro e non posso fare altro che arrossire nuovamente.

Ti vergogni? Sei in imbarazzo? Cassidy, ieri sera quel coso è stato dentro di te.

Ottima argomentazione.

«Posso chiederti una cosa?» Mi domanda senza porsi neanche lontanamente il problema della sua nudità.

«Certo.» Rispondo.

«Perché mi hai chiesto di insegnarti a fare l'amore?» Mi chiede. «Cioè, intendo, perché me l'hai fatto promettere, prima al lago, come se non volessi darmi opzioni?»

«Non ti ho dato opzioni?» Chiedo con un filo di voce. L'ultima cosa che voglio è pensare che l'abbia fatto per via di una promessa.

«L'ho fatto perché volevo» ridacchia «te lo sto solo chiedendo.»

Faccio spallucce e distolgo lo sguardo dal suo viso. «Pensavo che se non ti avessi dato un motivo, non avresti mai fatto la prima mossa.»

«Mai.» Ripete stranito. «Pensi che io sia un santo, un puritano o qualcosa del genere? Avrei fatto "la prima mossa" prima o poi.» Mi prende un po' in giro calcando le mie parole. «Sinceramente non mi aspettavo che succedesse ieri.»

«Non ti è piaciuto?» Mi guarda con uno sguardo incredulo.

«Certo che mi è piaciuto.» Risponde con fare ovvio.

«È stato bello?» Chiedo nuovamente e mi rivolge lo stesso sguardo di prima.

«Piccola, è stato più che bello. È stato stupendo, io...» deglutisce. «non avevo mai provato quello che ho provato ieri sera.»

Teach me how to be imperfectDove le storie prendono vita. Scoprilo ora