Capitolo 62

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«Mi dirai perché avete litigato tu e Liam?» Gli chiedo quando lo vedo uscire dietro di me, con un asciugamano che gli copriva il fondoschiena.

Non posso credere al fatto di aver fatto di nuovo l'amore con lui.  Sul divano e nella doccia!

«È necessario?» Alza il labbro in una smorfia.

«Ti piace nascondermi le cose.» Seguo il movimento dei muscoli della sua schiena, allungandosi per poi diventare tesi.

«È la mia natura.»

«Sembra come se stessi seguendo un codice.»

«Non si tratta di quello.» Comincia a cercare tra le sue magliette, ne prende una rossa e si copre il busto lavorato. «Ma ho delle regole.»

«Non è da te.» Dico.

«Faccio del mio meglio per allontanarti, se non funziona devo proteggerti. Questa è la mia natura. Le mie regole. Se non ti ho persa quando ci ho provato, non ti perderò mai.»

Ingoio il nodo che si è formato nella mia gola. «Perché parli di perdermi?»

Justin chiude gli occhi, stendendosi accanto a me dopo aver indossato i pantaloni. Io invece sono in l'accappatoio e con i capelli bagnati.

«Sai molte cose su di me, Cassidy. Soprattutto considerando i pochi mesi che abbiamo passato insieme.»

Rilascio l'aria che non sapevo neanche di stare trattenendo e alla fine finisco per baciarlo sulle labbra.

«Mi fido di te. Mi sono fidata di te in molti modi.  Ogni volta che vuoi sapere qualcosa te la dico, non ti nascondo nulla.»

«Non litigare con me adesso, per favore.» Mormora in un sussurro.

«Non sto litigando.» Gli sorrido per farglielo sapere. Mi alzo dal letto e prendo qualcosa da mettermi. «Vado a vestirmi.»

Aspetto che dica qualcosa, qualsiasi cosa, anche un'altra scusa, ma non dice niente. Vorrei solo che mi confessasse tutto ciò che si tiene per sé.

Lo vedo sistemarsi meglio sul letto e sento il suo respiro farsi affannoso, ma esco dalla camera.

[•••]

La giornata è lenta o forse mi sento così perché non abbiamo niente da fare e non parliamo neanche. In effetti penso che Justin sia arrabbiato con me. Io non sono arrabbiata con lui, ma non sono in vena di chiedere la sua attenzione.

Prendo l'iPod che è uscito da non so dove e vedo Justin seguire il mio movimento con le sopracciglia, ma rimane in silenzio.

Apro l'icona della musica e la copertina vuota appare con un cartello musicale grigio. Musica illegale, perché non mi sorprende?

«Che?» Mi chiede quando vede il mio fallito tentativo di nascondere un sorriso.

«Scarichi la musica da Internet.» Rido. «Non so perché lo trovo divertente.»

«Sono un criminale per non voler pagare qualche dollaro per le canzoni?» Si passa una mano tra i capelli facendo il broncio.

«Secondo la legge, sì.» Fa spallucce ed io alzo  le sopracciglia quando leggo il titolo della canzone. «"It Will Rain?" Bruno Mars?»

«Lo conosci?» Annuisco. «Conosci la canzone?» Annuisco di nuovo.

«Non sembra il tuo genere.» Gli dico.

«Hai idee e aspettative molto strane su di me.» Si acciglia.

«Penso di essere ancora impressionata dal cattivo ragazzo che sembravi prima, mi sorprendo quando il tuo lato dolce viene alla luce.»

«Non dirlo a nessuno, ok? Ho una reputazione.» Scherza per poi baciarmi la tempia.

Sento i miei muscoli rilassarsi e l'abbraccio da un lato, facendomi perdere l'equilibrio quando lascia che il suo peso vada contro il mio corpo. Mi strattona il braccio opposto e poi mi volta, facendo sì che la mia schiena sbatta contro il suo petto. Mi avvolge da dietro le braccia attorno alla vita e appoggia il mento sulla mia spalla.

Sto per dire qualcosa, ma lui inizia a cantare. Prima e dopo il karaoke non avevo mai sentito Justin cantare forte e chiaro. La sua voce dolce e calda al mio orecchio mi fa rabbrividire.

"I'll never be your mother's favorite
Your daddy can't even look me in the eye
Ooh if I was in their shoes, I'd be doing the same thing
Sayin there goes my little girl
Walkin' with that troublesome guy"

"Non sarò mai il preferito di tua madre
Tuo padre non può nemmeno guardarmi negli occhi
Oooh se fossi nei loro panni, farei la stessa cosa
Dicendo ecco la mia bambina
Camminando con quel ragazzo problematico"

Mi lascio scappare una risata. «Ottima scelta.» Mi complimento per il verso che ha appena cantato.  «Justin...» Non sono di cosa gli voglia dire e ad ogni modo vengo interrotta dal suo fastidioso del campanello.

Justin spezza il nostro abbraccio e si avvicina alla porta. «Aspetta un secondo, ok?» Mi dice aprendo la porta.

Inspira profondamente, spaventato di trovare un ufficiale che vuole arrestarlo, ma dalla porta scorge solo un uomo con i capelli corti e scuri, le sue labbra sottili adornano la mascella serrata e la sigaretta che fuma, riempie le mie narici. Il suo corpo magro si sposta da un lato all'altro mentre sussurra qualcosa a Justin.

«Esco per un momento.» Mi dice. «Sarò qui nella hall, non preoccuparti.» Mi manda un bacio e lascia la stanza.

Mi incammino verso il divano e per qualche motivo la mia testa continua a girare, causandomi  un forte dolore.

Se quell'uomo fosse stato pericoloso, Justin avrebbe fatto qualcosa per avvisarmi. Ma sono così distratta che temo  di non aver notato un segno.

Dieci minuti dopo, o forse un'ora, Justin torna a casa.

«Il tuo cattivo ragazzo è tornato.» Mormora senza aggiungere altro.

«Di cosa stai parlando?»

«Corse clandestine. Tra tre giorni.»

«Cosa?»

«Quell'uomo è una specie di manager per me. Mi ha procurato una corsa.»

«Cosa vuoi dire con "ti ha procurato"?  Gliel'hai chiesto?» China la testa, come se la risposta fosse ovvia. «Perché?»

Si lecca le labbra mentre abbassava di nuovo testa, nascondendosi da me. «Ho bisogno dei soldi.»

«Per cosa?» Insisto. «Non abbiamo più cibo?»

«No, volevo farti una sorpresa.»

«Non correrai solo perché vuoi comprarmi qualcosa!» Urlo.

«Ho intenzione di indossare un casco e-»

Lo interrompo. «Non è sicuro.»

«Lo è.» Mi contraddice.

«No, non lo è.»

«Non lo sai, Cassidy! Tu non fai parte di quel mondo.» Risponde duramente.

«Non faccio parte del tuo mondo?» Chiedo ferita.

«Non ho detto questo.»

«Fai quello che vuoi, Justin. Tanto fai sempre quello che vuoi.» Ringhio allontanandomi da lui fino e mi chiudo a chiave nella stanza di Liam. 

Apparentemente stiamo ripetendo il passato, insieme agli stessi errori.

Teach me how to be imperfectDove le storie prendono vita. Scoprilo ora