Capitolo 73

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Una parola: caos. Dopo la rivelazione di Harry, la gente presente in sala reagisce in modi differenti: alcuni sono arrabbiati e cercano me chiavi per andarsene, altri sono sbalorditi ed altri ancora disinteressati, forse infastiditi per il tempo perso a causa di due ragazzini.

I genitori di Harry cercano di sfuggire dagli occhi accusatori della gente, sua madre piange e suo padre muove la camicia bruscamente. Sposo lo sguardo sul mio quasi marito e mi mordo in labbro, probabilmente non sono l'unica ad avere una situazione familiare "complicata".

A passi lenti mia zia si avvicina a me e me la ritrovo accanto, alla mia destra. Si sposa i capelli dietro le spalle e mi guarda per un minuto che sembra interminabile, poi sorride. Non so se ricambiare oppure no, sono sorpresa nel vederla.

La gente rimasta di accerchia, probabilmente in attesa che un nuovo segreto venga svelato. Beh, se le cose andranno come penso... non dovranno aspettare molto.

I miei genitori non sono da nessuna parte.

Le dita fredde ma morbide di Bree mi toccano i capelli, facendomi girare rapidamente.

"Ciao Cassandra." Saluta amichevole, ma non posso fare a meno di rabbrividire al suono di quello che non è il mio nome, ma è come mia madre è solita chiamarmi.

"Ciao zia." Rispondo alla sorella di mia madre.

"Sei cresciuta così tanto!" Sorride. "Mi sei mancata, eri così piccola l'ultima volta che ti ho vista." Cerca di accarezzarmi la guancia destra ma faccio un passo indietro.

"A due anni i bambini sono piccoli." Dico secca, quasi infastidita dai suoi commenti amorevoli e dai suoi gesti affettuosi.

"Pensavo saresti stata contenta di vederla, perché fai così?" Mi chiede Justin, posizionandosi vicino a me.

"Non la conosco e non fa parte della mia vita. Perché l'hai fatta venire, Justin?" Gli domando. "Come pensi che lei possa aiutarci se non c'è mai stata?"

"Non sapeva che sarei venuta..." Afferma mia zia tra sé e sé.

"Cassidy, lei è qui per aiutarci. Non trattarla così."

"Lei non aiuta nessuno Justin!" Esclamo agitata. "Le ho chiesto aiuto anni fa, ma non mi ha mai risposto."Spiego a denti stretti. "Avevo dodici anni fa quando dopo mesi di urla e maltrattamenti, ho ricevuto il primo colpo. La mia famiglia è piccola, non ho dei nonni né degli zii, beh, al di fuori di lei. Mi sono illusa che potesse aiutarmi e l'ho chiamata, mille volte, ma non ha mai risposto." Sento i miei occhi riempirsi di lacrime e il mio stomaco stringersi in una morsa. "Ero sola, abbandonata a due mostri e non avevo nessuno a cui chiedere aiuto." Stringo i pugni e continuo a parlare, cercando di non piangere. "Ci ho provato, ho provato a chiamarti per un'estate finché ho smesso di sperare e ho iniziato a incassare i colpi, ho dovuto rassegnarmi."

"Non lo sapevo, Cassidy." Tira su con il naso. Ha gli occhi rossi. "Io non ne avevo idea."

"Perché non mi hai mai risposto!" La accuso. "Hai idea di quanto sia stato difficile trovare il tuo numero? Hai idea di cosa abbia dovuto subire quando mia madre ha scoperto che ho provato a chiamarti?" Mi asciugo una lacrima che mi scorre sulla guancia. "Tu non lo sai! Tu non sai niente! E allora cosa fai qui, eh?"

"Justin mi ha informato di tutto quando mi ha contattato e mi sono sentita così in colpa, che avrei voluto morire. I-io non ho avuto una vita facile... ho perso un bambino e mi sono chiusa in me stessa per molto, troppo tempo. Mio marito mi ha lasciata e non sapevo cosa fare..." spiega. "Non sto cercando delle scuse, so che non potrai mai perdonarmi per non esserti stata accanto quando ne avevi bisogno. Ma sono qua adesso e voglio aiutarti."

Le mani ruvide di Justin mi accarezzano il braccio. "Come sei riuscito a contattarla?" Gli chiedo.

"L'ha fatto la polizia." Risponde.

"Che vuoi dire?" Dolando confusa.

"Non lei ha detto proprio niente?" Esclama mia zia.

"Non sapevo se sarebbe stata d'accordo."

"Cosa vuoi fare, Justin?"

"Saresti disposta a mandare tua madre in galera?" Spalanco gli occhi. "Violenza domestica, minacce, aggressione-"

Lo interrompo. "Non posso."

È il suo turno di spalancare gli occhi. "Che?"

"Non la passeremo liscia, Justin. Tuo padre si vendicherà e-"

"Ho intenzione di denunciare anche lui e adesso ho abbastanza prove per farlo marcire in carcere per molto tempo." Sentenzia. "Ora dimmi: ci stai o non ci stai?"

Sospiro profondamente guardandolo negli occhi. "Ci sto."

Teach me how to be imperfectDove le storie prendono vita. Scoprilo ora