Capitolo 66

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Non riesco a distogliere lo sguardo da Jeremy. Non so esattamente che espressione domini il mio viso, ma spero non sembri inorridita e terrorizzata come sono in realtà. Non voglio dargli la soddisfazione di sapere che ho paura.

Sollevo il capo per guardare meglio il padre di Justin e noto il suo viso, adornato da una barba corta, la testa coperta da un cappello bianco, i suo sguardo fisso su di me come il mio su di lui.

Nessuno dice nulla per un istante fino a quando Justin borbotta sottovoce, con voce roca. «Non farle niente.»

«Oh, non ti preoccupare, figliolo.» Sento Justin ringhiare all'ultima parola. «Non sono io quello che se ne occuperà.»

Il mio ragazzo si fa avanti verso di me al sentire quelle parole ma rapidamente viene fermato da un gigante dalla pelle scura. Io faccio un passo indietro, ma la mia schiena di scontra con qualcosa, o meglio qualcuno. I due uomini mi prendono ciascuno un braccio e nonostante tenti di dimenarmi, non lasciano la presa.

«Non la toccherai,» Lo avverte. «né tu né nessun altro.»

«E chi mi fermerà esattamente?» Alza il sopracciglio sinistro prima di emettere una malvagia risatina. «Non credo tu ne sia in grado in questo momento.»

«Sei un bastardo senza cuore.» Sputo dimenandomi, mentre sento la furia scorrermi nel sangue. «È tuo figlio, dannazione!»

«Bel lavoro, Justin.» Mormora al biondo che fallisce al tentativo di sfuggire dalla presa del delinquente alto 2 metri. «"Voglio provare a corrompere la ragazza perfetta"....» Cerca di imitare la sua voce e poi sussurra. «Ottimo lavoro, molto molto bene!» Applaude ridendo. «Vediamo come si comporterà la signorina Parker quando riverserò tutte le sue imperfezioni sul corpo del suo fidanzatino.»

«Che cazzo stai dicen-» Non mi fa finire la domanda, che da un pugno allo stomaco di Justin, il quale si piega a metà.

«Questo era per avermi detto bastardo.» Sorride.

«No!» Cerco di andare verso di Justin, ma i due gorilla mi tengono stretta.

Jeremy prende Justin per il colletto della camicia. Per un momento si guardano negli occhi, padre e figlio, faccia a faccia, ma Justin non mostra altro che odio e rancore e Jeremy, beh, anche peggio, visto che non esita neanche un secondo a dargli un pugno in faccia.

Urlo. Una scia di sangue scende lungo il profilo del mio ragazzo. «Questo era per aver detto "maledetto".» Continua a ridacchiare velenosamente, prima di dare a Justin un pugno sulla mascella. Ora gli sanguina il naso. «E questo per cos'era?» Chiede a suo figlio, fingendo di essere smemorato.

Justin rimane in silenzio per un po'. Si sente solo il suo respiro, insieme ai miei singhiozzi sommessi. Improvvisamente Justin porta la testa indietro, un secondo prima di sputare in pieno viso a suo padre.

Trattengo il respiro. Dio, ora lo colpirà di più.

Jeremy serra la mascella spingendo via la saliva. Il movimento della mascella mi fa pensare sorprendentemente a Justin e alla quantità infinita di volte che gliel'ho visto fare.

Questi due uomini si odiano a vicenda, ma non possono fare a meno di somigliarsi così tanto, dopotutto sono padre e figlio.

«Justin!» Urlo in un gemito. «Per favore, non ferirlo, per favore, non ferirlo.» Supplico suo padre.

Il biondo mi guarda imbarazzato, poi guarda di nuovo l'uomo che gli ha dato la vita. «Se hai intenzione di colpirmi, fallo, ma non di fronte a lei.» Dice a denti stretti.

«Non sei tu a darmi indicazioni.» Ringhia, prendendolo per i capelli. «E attento a fare qualcos'altro come quello che hai appena fatto perché non avrò pietà di te.» Un colpo allo stomaco. «Questo è per aver detto "dannazione".» Altri due colpi allo stomaco. «E questi per aver detto "cazzo".» Ancora un colpo. «È questo per il tuo scherzetto di poco fa.»

«Non è stato uno scherzo.» Risponde. Le spalle si abbassano, il viso arrossato, il corpo macchiato di sangue. «Ti ho sputato in faccia.»

«Vuoi giocare con il fuoco, eh?» Alzò di nuovo la mano.

Apro la bocca. Voglio urlare ma non so nemmeno cosa dire.

«È abbastanza, Jeremy.» Quella voce non è la mia. È più calma, più bassa, più adulta. È la voce di mia madre. Inizio a tremare e a sudare freddo. «Non fare nulla che possa lasciare una cicatrice.» Gli dice e poi si volta verso di me e guarda gli uomini che mi stringono le labbra. «Vale anche per voi, non lasciatele i segni. Una ragazza perfetta non ha segni sulla pelle, giusto?» Mi prende per il mento e mi guarda negli occhi, per poi lasciami il viso.

«No, mamma.» Sussurro.

«No, no, no.» Supplica Justin con voce sommessa.

«No cosa, signor Bieber?» Mia madre si avvicina a lui, la sua gonna blu su misura stretta lascia intravedere le sue gambe magre. La giacca dello stesso colore su adatta alle spalle e alla vita e i suoi capelli sono ordinatamente legati in una coda di cavallo che le lascia il viso scoperto. Il trucco naturale mette in risalto i suoi opachi occhi verdi.

«Non te la lascerò prendere di nuovo, Alicia.» Sibila.

«Quanto è irriverente tuo figlio, Jeremy!» Si lamenta. «Dovresti insegnargli le buone maniere.»

«Imparerò le buone maniere quando voi due mostri imparerete che i figli non colpiscono fino a farli sanguinare.» Si difende.

«Hai vissuto con questo selvaggio per tutto questo tempo, Cassidy?» La conversazione torna su di me. Deglutisco. La saliva mi si blocca in mezzo alla gola.

«Lascialo andare, mamma. Ti prego, verrò con te, te lo prometto.» La supplico. «Fai qualcosa per impedirgli di colpirlo ancora.» Lacrime salate mi scendono dai miei occhi.

«Shh, bambina mia.» Mi accarezza il viso. Vorrei vomitare. «Che tu venga con me, non è abbastanza. Ero così preoccupata in tutti questi mesi per la mia bambina...» Dice drammaticamente.

«Non puoi farmi questo, Cassidy. Non lo fare.» Mi supplica il giovane biondo.

«Allora quello che vuoi, ma lascialo andare.» Sussurro.

«No!» Interviene Justin con una voce esausta, quasi non respira. «Ti amo.» Mi dice con difficoltà e vedo una lacrima affiorare sul suo viso.

«Proposta allettante, ora si ragiona.» Risponde mia madre sorridendo.

Io faccio una smorfia. «Lo lascerete andare?»

«Scapperai di nuovo?» Ni chiede invece di rispondere.

«No.» Dico sicura.

«Sposerai Harry?»

Guardo Justin sperando che il suo sguardo mi dica qualcosa, ma non può farlo perché è seduto in ginocchio, sconfitto, sicuramente con alcune ossa rotte. Inizio a piangere di più. Lo amo così tanto. Si sforza per alzare lo sguardo e mi guarda. È distrutto.

«Sì, sposerò Harry.» Rispondo con un filo di voce.

«E mi obbedirai.»

«Come sempre, mamma.» Lei annuisce e schiocca le dita.

«Libera il ragazzo, Jeremy. Il tuo lavoro è finito.»

Il tuo lavoro? Jeremy è il suo assistente o cosa?

«Alicia... » L'uomo tenta di parlare, ma mia madre lo interrompe.

«Ti ho detto di lascialo libero.» Jeremy annuisce e fa segno ai suoi scagnozzi di lasciarlo stare. Justin è ancora immobile, per terra.

«Posso dirgli addio?» Le chiedo. I miei occhi la supplicano.

«No.» Risponde secca.

«Ti prego.» Insisto.

«Ti ho detto no!» La mia faccia si gira a destra velocemente a causa de suo schiaffo. Brucia. Ma non mi interessa.

Quando i due gorilla mi lasciano le labbra, corro immediatamente verso il corpo del mio ragazzo, che scopro essere privo di sensi. Ha la pelle gonfia, arrossata e piena di sangue.

Sembra così fragile che ho persino paura di respirare vicino a lui, ma mi sporgo ancora, piangendo, mentre mia madre tenta di strattonarmi via. Gli deposito un leggero bacio sulle labbra, prima di essere strappata via da lui.

Un ultimo bacio. Un ultimo bacio è tutto ciò che mi era rimasto. E mi hanno preso anche quello.

Teach me how to be imperfectDove le storie prendono vita. Scoprilo ora