Capitolo 64

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Mi sveglio tardi e con gli occhi pesanti. La notte non è stata facile per me. Non sono riuscita a non pensare a cosa sarebbe successo questa mattina.

Justin sta ancora dormento accanto a me, le sue ciglia tremano e la sua bocca si apre e si chiude. Per la prima volta, vederlo dormire così pacificamente non mi tranquillizza. Distolgo gli occhi dalla sua schiena nuda e aggrotto le sopracciglia, quando noto le goccioline che adornano il vetro e scivolavano giù verso la cornice della finestra. Sta piovendo. Sorrido.

Il fugace pensiero che forse il tempo avrebbe fatto cambiare idea a Justin, mi fa sperare. Ma la sensazione non dura a lungo. Passano le ore e Justin si sveglia. Si alza e prende un telefono che non avevo mai visto. Liam e Carly non sono a casa ed io non ho niente da fame, quindi deciso di leggere.

Rimango distesa sul letto con un libro davanti alla faccia. Ho letto per un eternità, ma non sono ancora riuscita a finire il libro. Trevor e Jane, i protagonisti del libro, sono così confusi che mi hanno messo di cattivo umore e mi hanno fatto sorridere allo stesso tempo. Il fatto che il libro fosse rotto e mancassero così tante pagine, non ha aiutato molto. Così come non ha aiutato la dama di compagnia di Jane, che ha fatto tutto il possibile per separarla dal famigerato e bugiardo, ma sempre irresistibile, Trevor.

«Devo andare.» Mi dice Justin, strappandomi il libro dalla mano. Ho mostrato la mia lingua verso di lui come una bambina il cui giocattolo le è stato tolto.

«Perché parli in prima persona?» Mi acciglio.

«Justin deve andare.» Mormora scherzoso.

Alzo gli occhi al cielo per la sua battuta. «Correggo la mia domanda: perché parli al singolare?» Mi alzo dal letto.

«Perché non so se vuoi venire con me.»

«Dopo tutto quello di cui abbiamo parlato...» Sospiro. «Pensavo che fossi stata chiara nel dirti che o rimani qui o vengo con te a controllare che vada tutto bene.»

«Magari avevi cambiato idea.» Si lecca le labbra e poi mi stringe il braccio per abbracciarmi. «Sono contento di sentire che non l'hai fatto.»

«Come vuoi.» Mi scrollo dalla sua presa e mi vado a mettere dei jeans. Non farò mai lo stesso essersi di mettermi un vestito. Quando torno, Justin è nello stesso in cui l'ho lasciata e mi guarda seriamente.

«Sei arrabbiato.» Non è una domanda.

«No.» Mento. Non so come mi sento a dire il vero.

«Cassidy, l'anello-» Si passa una mano tra i capelli.

«Non devi parlarne, Justin.» Lo interrotto.

«Sì, devo parlarne, perché stai immaginando cose che non sono.» Dice. «Non voglio comprarti un anello di fidanzamento.»

«Ah» Sussurro. L'impatto della notizia mi colpisce al petto. Non volevo un anello.  Ma allora perché mi sento così male?

«Sei stata strana da quando te l'ho detto.» Si morde nervosamente il labbro inferiore. «Voglio solo che tu sappia che non voglio sposarmi, almeno non a vent'anni.»

Cerco di sorridere, ma mi esce solo una stupida smorfia.

«Era un anello come una promessa...» Continua a cercare di farmi capire. «Una promessa che il nostro amore sarà ricordato.»

Rimango in silenzio ed anche lui. Forse Justin si aspetta una risposta, ma io non riesco ad articolarne una. Sapere che voleva sposarmi, mi aveva spaventata, ma al contempo mi aveva resa felice. E adesso che so che non ci pensa affatto, mi sento triste.

Essere la moglie di Justin mi sarebbe piaciuto. Ma ora so che non è necessario.  Forse è una buona notizia.

«Sembra come se volessi marchiarmi.» Dico senza pensarci prima.

«No Cassidy, non iniziare con questo ora.»

«Questo cosa?»

«A dire e pensare cose che non sono giuste.»

«Mi sembra così.» Ammetto. «Come se volessi marchiarmi, in modo che nessuno possa rubarmi o portarti via da me.»

«Un anello può essere tolto, un marchio no.» Si strofina la faccia..

«Vuoi che mi ricordi sempre di te.»

«Non vuoi ricordarti di me? È così?» Urla.

«Non lo so.» Mi siede sul lato del letto. «Ricordare mi fa stare male, mi fa pensare ad un passato che voglio dimenticare.»

«Non ti sto chiedendo di ricordare le tue punizioni, Cassidy.» Dice a denti stretti. «Ti sto chiedendo di ricordare quanto eravamo felici e come lo siamo ora. In modo tale che quando ti senti triste, puoi pensare al momento in cui sei saltata in una cascata, o al momento in cui hai visto il mare per la prima volta il mare, o che ti sei ubriacata...» Ride amaramente. «Sono esperienze. La vita è fatta di esperienze: buone o cattive che siano. Prendi quello che vuoi prendere ed io ti chiedo di prendere me.»

Sorrido. Le sue parole sono belle. «Odio essere così con te.» Borbotto. «Ultimamente sono stata molto ormonale.»

Rimane in silenzio, serrando i denti e prendendo in considerazione ciò che ho appena detto. Justin inarca le sopracciglia.

Ormonale.» ripeté in tono basso e impersonale. La parola sembra annoiarlo e allo stesso tempo provocargli dei brividi. «Tu non pensi di... Cassidy...» Deglutisce. «Non pensi di essere incinta, vero?»

«Non ti sei protetto, vero? » Chiedo anche se conosco già la risposta.

Nega con la testa. Le sue labbra si aprono come se non fosse in grado di respirare attraverso il naso.

«Ma tu non-» Comincia a dire, ma il tono stridente del suo cellulare lo fa tacere.  Alza il dito chiedendomi "un secondo" e risponde. «Dobbiamo andarcene, mi stanno aspettando, sono l'ultimo ad arrivare.»

«Scusa.» Dico. «Ti sto facendo tardare.»

«Non scusarti.»

«Justin riguardo al-» Mi interrompe.

«Parleremo più tardi, sì?» Prende la mia mano e mi guida fuori dall'appartamento. «Sarò con te, qualunque cosa accada.»

«Non sono incinta.» Gli assicuro.

«Come lo sai?» Si ferma in mezzo al salotto. Il suo sguardo è serio. La sua mano stringe le mie dita. 

«Sono irritabile, ma non incinta.» Gli dico. «Prendo la pillola, io... cazzo.»

«Cosa?» Mi guarda, l'espressione desiderosa di una risposta.

«Justin non ho preso la pillola nell'ultimo mese, prima siamo rimasti chiusi in casa per una settimana, poi c'è stato il discorso di Liam, poi il tuo rifugio segreto... non abbiamo comprato le pillole.» Sussurro chiudendo gli occhi.

«Merda.» Borbottiamo all'unisono.

«Faremo un test.» Mi dice.

«Ma io sono una donna e conosco il mio corpo, non sono incinta.» Gli assicuro.

«Ti comprerò un test.»

«Se questo ti rende felice...»

«Mi rendi felice.»

L'improvviso cambio di argomento mi fa arrossire. «Anche tu.»

Teach me how to be imperfectDove le storie prendono vita. Scoprilo ora