Capitolo 40

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Mi sveglio a causa di un grugnito rauco e maschile seguito dal rumore dell'acqua.
Cerco di muovermi ma il mio corpo urla di rimanere ferma. Ogni mio muscolo è teso, la mia testa pulsa e sento una grandissima voglia di piangere.

Mi sento morire. È come se un'intera squadra di football mi fosse saltata di sopra ieri sera.

Con uno sforzo disumano mi copro il corpo con le lenzuola, mantenendo gli occhi chiusi. Non riesco a rimettermi a dormire a causa degli spuntoni che sento nel mio cervello, quindi rimango ferma.
Il rumore dell'acqua cessa e la porta della camera si apre, riempendo l'aria di una fragranza maschile.

Lo sento grugnire ad ogni passo e capisco che probabilmente si sente come me. Suppongo che si stia cambiando e se non stessi così male, darei un'occhiata, invece sono qui, a pregare Dio e tutti i santi di farmi stare meglio.

«Ti odio.» Sussurro a Justin aprendo gli occhi.

«Lo immagino.» Si siede ai piedi del letto, facendo in modo che il materasso si abbassi e la mia testa continui a pulsare.

«Sono una stupida, vero?» Dico mettendomi seduta. Quando il lenzuolo scivola in basso, lasciandomi vedere il mio corpo coperto soltanto dall'intimo faccio una smorfia sorpresa.
Non riesco neanche a sentirmi in imbarazzo a causa del dolore alla testa.

«L'hai detto tu, piccola. Non io.» Scherza, per poi iniziare a massaggiarsi la tempia.

«Mi scoppierà la testa, Justin?» Chiedo.

«No. È un peccato, ma non lo farà.» Si stende vicino a me e chiude gli occhi.

«Idiota.» Grugnisco.

«La piccola Parker si ribella.» Sorride. «Ti ho portato il caffè. Bevilo, ti farà stare meglio.»

«Non mi piace il caffè.»

«Non mi interessa.» Apre gli occhi e si volta verso di me. «Cassidy, ieri hai fatto di testa tua e guarda come stiamo adesso.»

Ha ragione. Se non avessi fatto quella stupida scenata, adesso non mi sentirei come se fossi stata investita da un camion.

Allungo la mano sul comodino e bevo qualche sorso di caffè. «Cosa è successo ieri, Justin?»

Sospira pesantemente. «Non me lo ricordo.»

«Cerca di ricordare, non era la tua prima volta...» Gli dico, per poi reggermi la testa tra le mani.

«È difficile cercare di ricordare quanto mi sento come se una bomba nucleare fosse scoppiata nel mio cervello.» Sospira. «Dimmi cosa vuoi sapere, piccola. Cosa ti preoccupa? Nessuno ti ha toccata, anche da ubriaco mi sono preso cura di te.»

Il cuore mi fa un salto nel petto sentendo la sua ultima frase. Non si rende conto di quello che dice? Prima mi presenta come sua amica, poi mi bacia, poi dice che siamo solo amici e poi mi chiama "piccola".

Alzo gli occhi al cielo e sospiro. «Cosa abbiamo fatto dopo quel bacio in cucina, Justin?»

Si inumidisce le labbra mettendosi seduto. «Mi hai detto che eri stanca ed io ho iniziato a cantarti qualche stupida ninna nanna.» Ridacchia ed io mi unisco a lui. «Quando ti sei addormentata, ti ho presa in braccio e ti ho portata qui.»

Sorrido. Mi ha presa in braccio e si è preso cura di me nonostante fosse completamente ubriaco. «Grazie, Justin.»

«Non è finita qui, piccola.» Fa un sorrisetto divertito. «Quando ti ho messa a letto e ho iniziato a spogliarti, ti sei svegliata e hai iniziato a chiedermi di scoparti.»

Spalanco gli occhi e mi corpo il viso con le mani. «Stai mentendo!» Lo accuso.

«No, ho scoperto che l'alcol ti rende intraprendente o qualcosa de genere, perché mi stavi proprio pregando.»
Continua a ridacchiare.

«Smettila, per favore.» Piagnucolo.

«Scherzo, piccola.» Sorride. «Mi hai solo chiesto di dormire con te.»

«Sei cattivo.» Sto per colpirlo sul braccio, ma lui prende la mia mano e mi spinge sul suo corpo.

«Dopodiché mi hai vomitato addosso. Ricordi la maglietta che ti ho rovinato in spiaggia? Beh, siamo pari.» Ridacchia.

«Mi dispiace.» Sussurro imbarazzata spostandomi di qualche centimetro, tornando a mettermi seduta.

«Non fa niente.» Mi sorride. «Mi sono alzato e sono andato in lavanderia per mettere la maglietta a lavare. Poi però, ho finito per addormentarmi sul tavolo della cucina. Non so bene il perché.»

«Non può essere.» Dico sorpresa sentendomi un po' in colpa, per averlo privato del suo letto un'altra volta.

«Non immagini quando mi fa male la schiena.» Geme.

«Poveretto.» Apro le mie braccia invitandolo ad abbracciarmi, ma lui pensa bene di tirarmi per le cosce, facendo in modo che la mia testa sbatta sul letto. Sento di stare per vomitare, quindi mi alzo velocemente e corro in bagno.

Sento una mano accarezzarmi la schiena e portarmi i capelli all'indietro, quindi gli faccio segno di andarsene e lasciarmi sola. Non voglio che mi veda vomitare.

Justin ignora i miei gesti e continua ad accarezzarmi la schiena.
Quando riesco ad espellere tutto l'alcol che ho bevuto ieri sera, mi lavo i denti e sospirando torno in stanza insieme a Justin.

Vomitare mi ha aiutato a calmare il dolore che provo alla bocca dello stomaco, ma la mia testa continua a pulsare.

«Stai male, piccola?» Faccio cenno di sì con la testa, mentre lui mi avvolge con le braccia e mi fa appoggiare il capo sul suo petto. «È questo che volevo evitare, Cassidy. Avresti dovuto ascoltarmi.»

«La prossima volta ti darò ascolto.» Premo la guancia destra sul suo petto e sospiro.

«Questa è la mia ragazza.» Mormora e quando sto per correggerlo dicendogli che non sono la sua ragazza, Justin continua a parlare. «Proposta del giorno: visto che entrambi non abbiamo voglia di parlare, dovremmo fare una maratona di film.»

«Geniale.» Sorrido senza allontanarmi da lui. «Non avresti potuto avere idea migliore.»

Mi lascia un bacio tra i capelli, prima di iniziare ad accarezzarli lentamente. Dopo un po', si separa da me di malavoglia e inizia a cercare i film.

«Che ne dici di Spiderman?» Chiede, inarcando le sopracciglia maliziosamente, facendomi ricordare il nostro bacio a testa in giù.

«Iniziamo con i film romantici» Sorrido e lui alza gli occhi al cielo. «e finiamo con quelli d'azione.»

«Le donne.» Mormora ed esce dalla camera lasciandomi di sasso. Si sarà arrabbiato? Infastidito?

Ricomincio a respirare normalmente quando lo vedo tornare, con due DVD in mano e altre due tazze di caffè.

«La memoria del cuore» Sbotta. «è l'unico che abbiamo, signorina. In realtà è di Carly, ma fa niente.»

«Grazie, Justin.» Strillo allegra quando gli vedo mettere il disco nel lettore e poi sedersi vicino a me, sul letto.

Gli prendo entrambi i lati del viso e premo le mie labbra sulle sue. Justin si lascia scappare un gemito di disapprovazione quando mi separo da lui, ma mi prende la mano e intreccia le nostre dita.

«Sei fortunata che io ci tenga così tanto a te.»

Teach me how to be imperfectDove le storie prendono vita. Scoprilo ora